La Gazzetta dello Sport - Romana
Otto arresti per gli scontri durante Padova-Catania
Sono attesi i provvedimenti di Giudice e Lega: rischio chiusura curve e squalifica del Massimino
li incidenti di martedì sera, nell’intervallo della prima finale di Coppa Italia di C tra Padova e Catania hanno creato sdegno e incredulità, ma anche prodotto arresti in più fasi. Fino a ieri sera erano otto le persone trasferite in carcere, altrettanti i feriti tra le forze dell’ordine, con un vice questore della Polizia patavina trasferito in rianimazione per un malore. Dopo un primo tempo di ottimo calcio, nell’intervallo un tifoso catanese è riuscito ad aprire un cancello della Curva Nord, dal quale è transitata una sessantina di sostenitori ospiti entrati in campo per dirigersi verso la Tribuna Est e rubare gli striscioni appesi (in parte sono stati trafugati), lanciando per circa dieci minuti fumogeni e petardi contro i padovani che hanno ricambiato. Qualcuno ha tentato di scavalcare la barriera per arrivare allo scontro diretto. L’intervento della polizia ha limitato i danni. Alcuni arrestati sono già noti per associazione mafiosa, reati contro persone e patrimonio e già destinatari di Daspo.
Gli arresti, la condanna Tre catanesi sono stati arrestati subito (c’è anche il quarantenne che ha aperto la porta del proprio settore), un altro è stato bloccato a Milano Linate mentre cercava di prendere un volo per
Edimburgo, un quinto a Venezia, gli altri in differita a Catania dalla Digos etnea e da quella veneta. «Le scene di ieri allo stadio sono inaccettabili– hanno detto il sindaco di Padova Sergio Giordani e quello di Catania, Enrico Trantino – la violenza va sempre condannata con massima severità». Nelle prossime ore si attendono i provvedimenti di Giudice e Lega. Tante le ipotesi: dalla possibile chiusura delle curve a una lunga squalifica del Massimino. s TEMPO DI LETTURA 1’24’’