La Gazzetta dello Sport - Romana
BARI, IL SINDACO DECARO E LA CITTÀ A RISCHIO COMMISSARIAMENTO È SCONTRO COL GOVERNO
Il Viminale avvia l’iter per verificare le infiltrazioni mafiose Si indaga su un presunto voto di scambio alle Comunali del 2019 Il primo cittadino in lacrime: «Se si sospetta, rinuncio alla scorta»
A giugno il verdetto Procura e Dda avevano escluso il coinvolgimento del Comune nella inchiesta “Codice interno”: un intreccio tra criminalità, politica e affari, l’ombra dei clan e indagati vip.
Ma il Viminale, su richiesta del centrodestra, ha deciso di approfondire, proprio mentre si avvicinano le amministrative. «Un tentativo di inquinarle», accusa il sindaco dem Decaro
135
Gli arresti
Tra i 135 destinatari delle misure cautelari, oltre agli esponenti dei clan, la consigliera Mari Lorusso e il marito Giacomo Olivieri
Bari è al centro di una bufera 1 a tre mesi alle elezioni amministrative, una scadenza che aggiunge veleni a veleni.
Il caso è scoppiato quando Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno, ha annunciato al sindaco dem Antonio Decaro la nomina di una commissione per l’accesso agli atti con l’intento di verificare se il Consiglio comunale e alcune aziende municipalizzate (come l’Amtab, trasporto urbano, in amministrazione giudiziaria per un anno) abbiano subito condizionamenti mafiosi. Eventualità, quella dell’infiltrazione, che porterebbe inevitabilmente allo scioglimento. Il Viminale, che considera l’intervento un atto dovuto, ha infatti accolto la richiesta dei parlamentari di centrodestra inviata in seguito a un’operazione della Dda – denominata Codice interno - che il mese scorso ha consentito di sgominare il clan mafioso di Savinuccio Parisi, con l’arresto – tra 135 persone - della consigliera di maggioranza Maria Carmen Lorusso (inizialmente eletta col centrodestra, prima di passare al centrosinistra) e di suo marito Giacomo Olivieri, avvocato, ex consigliere regionale con Forza Italia. C’è l’ipotesi di un voto di scambio alle Comunali del 2019. La Procura di Bari e la Dda avevano fatto presente che l’amministrazione comunale era estranea all’inchiesta, ma questo non è bastato al Viminale, che ha chiesto un approfondimento.
La prima reazione di Decaro, 2 martedì sera attraverso i social, è stata durissima.
Era furioso: «È stato firmato un atto di guerra nei confronti della città. Come un meccanismo a orologeria, mira a sabotare il corso regolare della vita democratica di Bari, proprio (guarda caso) alla vigilia delle elezioni che il centrodestra qui perde da vent’anni consecutivamente, per le quali stenta a trovare un candidato e che stavolta vuole vincere truccando la partita». E ancora: «Ha avuto più valore la pressione politica del centrodestra barese che fatti, denunce, documenti, testimonianze. Si tratta di una vicenda vergognosa e gravissima, che va contro la città, contro i cittadini perbene, contro il sindaco. A questa aggressione io mi opporrò con tutto me stesso, come mi sono opposto ai mafiosi di questa città». Decaro ha spiegato che nei giorni scorsi gli era stato chiesto di raccogliere tutte le attività svolte dal Comune contro la criminalità organizzata, 23 fascicoli consegnati al prefetto: «È evidente che nessuno si è curato di leggere quelle carte al ministero. Non assisterò in silenzio a questa operazione di inversione della verità e di distruzione della reputazione di una amministrazione sana e di una intera città». Ieri, poi, Decaro ha tenuto una conferenza stampa. Un faldone di documenti tra le mani, è stato accolto da un lungo applauso: «Ho fatto con onore e disciplina sindaco e presidente dell’Anci – ha detto in lacrime – e sono stato il sindaco di tutti. Ho avuto sempre rispetto istituzionale per i governi che si sono succeduti. Se c’è anche un solo sospetto di infiltrazione della criminalità nel Comune, io rinuncio alla scorta che ho da nove anni, torno a vivere. Non posso essere considerato sindaco antimafia e, contemporaneamente, avere la commissione di accesso agli atti. Da parte nostra è legittima difesa della città. Sono preoccupato, leggo dichiarazioni del centrodestra da giorni. Come Savastano in Gomorra, alcuni di loro hanno scritto “andiamo a riprenderci la città”. C’è gente che vuole affossare Bari perché è cresciuta, ci
Un atto di guerra contro di noi, vogliono truccare la corsa elettorale
Antonio Decaro Sindaco di Bari
Questo governo fa la guerra alle mafie, non agli amministratori