La Gazzetta dello Sport - Romana

La caduta di Cafu

DEBITI PER 3 MILIONI LA VILLA ALL’ASTA ERA UN MONUMENTO ORA È SUL LASTRICO I suoi problemi L’ex Milan e Roma da due anni ha una situazione delicata: deve tanti soldi a banche e creditori

- di Furio Zara

Ultimo venne il fisco: è la vita che entra in tackle a tradimento. Debiti, conti in rosso, creditori alla porta, pignoramen­ti, pegni, case bloccate, portafogli vuoti, avvocati d’assalto, tribunali all’orizzonte. Calciatori senza un soldo, dopo una vita passata a guadagnarn­e un botto. Ricchi, ricchissim­i, praticamen­te in mutande. Il domani non è più un’ipotesi, ma un’ipoteca.

Milioni di debito Ad aggiungers­i alla lista ora c’è Cafu, monumento della Seleçao, campione del mondo nel 2002, ex Roma e Milan, uno dei più forti terzini della storia del calcio. Il viale del tramonto del brasiliano è uno scivolo che l’ha condotto sul lastrico, prima un po’ alla volta già un paio d’anni fa giravano notizie poco rassicuran­ti sulla sua situazione finanziari­a - e poi in un colpo solo. Ora la sua villa da 7,4 milioni verrà messa all’asta. Il motivo? Pendolino Cafu deve a banche e creditori più di 3,3 milioni di euro. Come quando giocava: si è spinto troppo avanti, ma stavolta non sa più come rientrare.

Ipoteche e alcol È capitato anche al povero Andy Brehme, scomparso di recente. Il divorzio dalla moglie, le scelte sbagliate, l’ipoteca sulla casa di Montecarlo, presunti amici che gli proponevan­o improponib­ili affari, qualche azzardo finanziari­o, una crepa insanabile dentro aveva cominciato a bere - la sensazione di essere finito ai margini. Tale Oliver Straube, titolare di un’impresa di pulizie, si era detto disposto ad assumerlo per pulire i gabinetti della sua azienda: è la malinconia che si aggiunge alla disperazio­ne. È di George Best il più citato degli aforismi in merito alla questione: «Ho speso tutti i miei soldi in donne, alcol e belle macchine: il resto l’ho dilapidato». Gazza Gascoigne, l’esempio più vicino. Alcol, droga, vizi vari. Un uomo in libertà provvisori­a dalla vita. E debiti. Tanti debiti. Il portoghese Jorge Cadete - ex Brescia, che in Nazionale duellava con Figo e Rui Costa - dopo aver guadagnato svariati milioni, si è ritrovato all’improvviso senza un soldo. È tornato a vivere con i genitori, ha avuto il sussidio statale: 180 euro a settimana.

Medaglie all’asta Storie di oggi, storie di ieri. Come quella di Gino Colaussi, campione del mondo nel 1938. A fine carriera aprì un bar, si fece imbrogliar­e, rimase senza una lira, visse in miseria gli ultimi anni della sua vita, con un vitalizio che gli passava lo stato italiano. L’uruguaiano Ghiggia, l’uomo che «aveva zittito il Maracanà come solo il Papa e Frank Sinatra», a fine carriera mise un annuncio su un giornale: metteva in vendita le sue medaglie, compresa quella di campione del mondo nel 1950, quando proprio lui aveva segnato il gol che aveva regalato all’Uruguay la coppa del mondo.

La gloria del passato messa all’asta: venghino lor signori, si affrettino a comprare a rate quel che resta dello spettacolo di un tempo.

Da elemosina Perdersi è un attimo. Ci sono vite che somigliano a pareti da cui si stacca l’intonaco, un po’ alla volta, prima una crepa, poi una macchia, hai voglia a tinteggiar­e e sperare che tutto torni come prima. Adriano, il fu Imperatore, di tanto in tanto riappare: la pancia gonfia, in ciabatte, la canotta sdrucita, l’aria di uno che ha perso molto - e molto, davvero della sua ricchezza - ma non ancora abbastanza. Erano stelle, ora bivaccano tra le stalle. A Sulley Muntari qualche tempo fa sequestrar­ono il Suv dal valore di 150.000 euro: ad un certo punto aveva smesso di pagare le rate. Luis Müller, brasiliano ex Toro negli anni 80: girava in Ferrari quando tutto gli era concesso, si ritrovò a chiedere l’elemosina fuori dai supermarke­t.

Tutto in malora Fanno scandalo, fanno pena. Sono campioni che portano il loro fardello di dolore in giro per un mondo che si dimentica presto di loro, mandando in malora tutto. Garrincha, il passerotto zoppo, il Charlie Chaplin del calcio, morì stroncato da alcol e sedativi, fradicio di pioggia e di dolore, solo e senza un soldo. Il grande John Charles - il Gigante Buono della Juventus che faceva coppia con Sivori - nel dopo-calcio finì in miseria. Ad aiutarlo un compagno di squadra di allora, Giampiero Boniperti. Capita ai migliori, persino al migliore di tutti. Emblematic­a la parabola di Diego Armando Maradona. Era il re del mondo, se n’è andato solo, in una stanza triste e buia, mentre attorno iene e belle gioie l’avevano spolpato della sua ricchezza, un morso alla volta. Senza pietà, senza pudore.

Viali del tramonto Alcol, droga, scelte sbagliate, raggiri: così tanti campioni hanno perso tutto, e anche in fretta Il brasiliano è l’ultimo di una lunga serie di calciatori passati dalla ricchezza ai problemi

 ?? (FOTO AFP) ?? Campione del mondo Marcos Cafu, oggi 53 anni, è stato capitano della Seleçao, con cui ha vinto due campionati del mondo, nel 1994 e nel 2002
(FOTO AFP) Campione del mondo Marcos Cafu, oggi 53 anni, è stato capitano della Seleçao, con cui ha vinto due campionati del mondo, nel 1994 e nel 2002
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In alto a sinistra Cafu con la maglia della Roma, con cui ha giocato dal 1997 al 2003
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AFP Ex Roma e Milan In alto a sinistra Cafu con la maglia della Roma, con cui ha giocato dal 1997 al 2003 GETTY Qui sopra in maglia Milan (2003-2008) festeggia la Champions vinta nel 2007
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