La Gazzetta dello Sport - Romana
HA DETTO «PARMA, SERVE L’ULTIMO SFORZO QUI IN TANTI GIÀ PRONTI PER LA A»
Il capitano: «Da Bonny a Bernabé quanto talento, Pecchia ci fa crescere»
Ora che il traguardo si avvicina c’è quasi paura a nominarlo. Questione di scaramanzia, ma anche il timore che, distogliendo l’attenzione dal campo, si rischi di perdere l’energia necessaria a giungere in porto. Enrico Delprato, capitano del Parma, è un bergamasco solido, coi piedi per terra e la concretezza come bussola. La sua voce è quella di tutto il gruppo di Fabio Pecchia.
▶ Come ci si sente con 8 punti di vantaggio sulla seconda e con 9 sulla terza, a 8 giornate dalla fine? È fatta ormai?
«Non è fatto un bel niente. Il vantaggio è buono, non possiamo negarlo, ma tutti pedalano forte. Bisogna affrontare una partita alla volta, con determinazione e coraggio, sapendo che abbiamo un discreto margine».
▶Che cosa sarebbe la A, un sogno o un progetto realizzato?
«Per la società sarebbe, e uso il verbo al condizionale, la realizzazione di un progetto, il completamento di un lungo percorso. A livello personale sarebbe il coronamento di un sogno: tutti i bambini sognano di arrivare un giorno a giocare in Serie A, e io non ci sono mai stato».
▶Lei è al Parma da tre stagioni: ci racconti l’evoluzione.
«Il primo anno è stato quello più duro. Abbiamo iniziato con Maresca in panchina, poi è arrivato Iachini, ma non siamo mai riusciti a ingranare. Nella seconda stagione è invece partito il progetto con Pecchia, è stata confermata la maggior parte del gruppo, si è puntato sui giovani e adesso stiamo raccogliendo i frutti di questo lavoro».
▶ Con Buffon e Vazquez, cioè con due campioni, non siete arrivati alla promozione. Ora, senza di loro, siete a un passo dalla meta. Come se lo spiega?
«Dico semplicemente che tutti, io compreso, siamo cresciuti grazie a loro, e adesso stiamo facendo un ottimo campionato. Avere
Buffon nello spogliatoio è stato incredibile: mi bastava guardare il suo impegno in allenamento per capire quanto ci si deve sacrificare per ottenere risultati».
▶Vazquez non è un chiacchierone.
«Era un leader silenzioso, parlava con le sue giocate: dimostrava di avere coraggio e lo ha trasmesso a tutti i ragazzi».
▶Che allenatore è Pecchia?
«Ha e trasmette entusiasmo. Ha idee nuove, sperimenta. L’ideale per un gruppo di giovani».
▶Quali sono le novità?
«Con lui facciamo un calcio molto moderno, che non è facile vedere in Italia: aggressione, possesso, difesa che lavora di reparto. C’è totale sintonia con lui e questo fa la differenza. Tanti, con Pecchia, sono migliorati».
▶Il segreto di questa stagione?
«L’equilibrio. Non ci deprimiamo quando le cose vanno male e non ci esaltiamo troppo quando vanno bene. Stiamo sempre sul pezzo. E la società, cci supporta».
▶L’avversaria più forte?
«La Cremonese e il Venezia mi hanno fatto una notevole impressione. E pure il Como. Le prime 4 meritano il loro posto».
▶Il momento più duro finora?
«Alla fine del girone d’andata, ma nulla di drammatico».
▶ Questo Parma potrebbe affrontare la A così com’è?
«Non conosco la A, ma mi dicono che è completamente diversa. Giovani come per esempio Bernabè, Man, Bonny e Benedyczak per me sono già pronti».
▶Parma è speciale perché...
«Ti permette di lavorare senza troppe pressioni. Il pubblico è esigente ma ci lascia tranquilli. L’ideale per i giovani. E poi tocca a noi creare entusiasmo».
▶ Delle otto sfide che l’aspettano quale teme di più?
Aggressione e possesso: facciamo un calcio moderno Un lavoro iniziato l’anno scorso
Cremonese e Venezia mi fanno impressione E pure il Como. Le prime 4 meritano il loro posto
Enrico Delprato
«La prima, quella contro il Catanzaro. Pensiamo a quella, poi affronteremo le altre».