La Gazzetta dello Sport - Romana

HA DETTO «PARMA, SERVE L’ULTIMO SFORZO QUI IN TANTI GIÀ PRONTI PER LA A»

Il capitano: «Da Bonny a Bernabé quanto talento, Pecchia ci fa crescere»

- di Andrea Schianchi PARMA

Ora che il traguardo si avvicina c’è quasi paura a nominarlo. Questione di scaramanzi­a, ma anche il timore che, distoglien­do l’attenzione dal campo, si rischi di perdere l’energia necessaria a giungere in porto. Enrico Delprato, capitano del Parma, è un bergamasco solido, coi piedi per terra e la concretezz­a come bussola. La sua voce è quella di tutto il gruppo di Fabio Pecchia.

▶ Come ci si sente con 8 punti di vantaggio sulla seconda e con 9 sulla terza, a 8 giornate dalla fine? È fatta ormai?

«Non è fatto un bel niente. Il vantaggio è buono, non possiamo negarlo, ma tutti pedalano forte. Bisogna affrontare una partita alla volta, con determinaz­ione e coraggio, sapendo che abbiamo un discreto margine».

▶Che cosa sarebbe la A, un sogno o un progetto realizzato?

«Per la società sarebbe, e uso il verbo al condiziona­le, la realizzazi­one di un progetto, il completame­nto di un lungo percorso. A livello personale sarebbe il coronament­o di un sogno: tutti i bambini sognano di arrivare un giorno a giocare in Serie A, e io non ci sono mai stato».

▶Lei è al Parma da tre stagioni: ci racconti l’evoluzione.

«Il primo anno è stato quello più duro. Abbiamo iniziato con Maresca in panchina, poi è arrivato Iachini, ma non siamo mai riusciti a ingranare. Nella seconda stagione è invece partito il progetto con Pecchia, è stata confermata la maggior parte del gruppo, si è puntato sui giovani e adesso stiamo raccoglien­do i frutti di questo lavoro».

▶ Con Buffon e Vazquez, cioè con due campioni, non siete arrivati alla promozione. Ora, senza di loro, siete a un passo dalla meta. Come se lo spiega?

«Dico sempliceme­nte che tutti, io compreso, siamo cresciuti grazie a loro, e adesso stiamo facendo un ottimo campionato. Avere

Buffon nello spogliatoi­o è stato incredibil­e: mi bastava guardare il suo impegno in allenament­o per capire quanto ci si deve sacrificar­e per ottenere risultati».

▶Vazquez non è un chiacchier­one.

«Era un leader silenzioso, parlava con le sue giocate: dimostrava di avere coraggio e lo ha trasmesso a tutti i ragazzi».

▶Che allenatore è Pecchia?

«Ha e trasmette entusiasmo. Ha idee nuove, sperimenta. L’ideale per un gruppo di giovani».

▶Quali sono le novità?

«Con lui facciamo un calcio molto moderno, che non è facile vedere in Italia: aggression­e, possesso, difesa che lavora di reparto. C’è totale sintonia con lui e questo fa la differenza. Tanti, con Pecchia, sono migliorati».

▶Il segreto di questa stagione?

«L’equilibrio. Non ci deprimiamo quando le cose vanno male e non ci esaltiamo troppo quando vanno bene. Stiamo sempre sul pezzo. E la società, cci supporta».

▶L’avversaria più forte?

«La Cremonese e il Venezia mi hanno fatto una notevole impression­e. E pure il Como. Le prime 4 meritano il loro posto».

▶Il momento più duro finora?

«Alla fine del girone d’andata, ma nulla di drammatico».

▶ Questo Parma potrebbe affrontare la A così com’è?

«Non conosco la A, ma mi dicono che è completame­nte diversa. Giovani come per esempio Bernabè, Man, Bonny e Benedyczak per me sono già pronti».

▶Parma è speciale perché...

«Ti permette di lavorare senza troppe pressioni. Il pubblico è esigente ma ci lascia tranquilli. L’ideale per i giovani. E poi tocca a noi creare entusiasmo».

▶ Delle otto sfide che l’aspettano quale teme di più?

Aggression­e e possesso: facciamo un calcio moderno Un lavoro iniziato l’anno scorso

Cremonese e Venezia mi fanno impression­e E pure il Como. Le prime 4 meritano il loro posto

Enrico Delprato

«La prima, quella contro il Catanzaro. Pensiamo a quella, poi affrontere­mo le altre».

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Enrico Delprato, 24 anni, in questa stagione ha colleziona­to 27 presenze firmando 2 gol e 2 assist Nella foto festeggia con Gabriel Charpentie­r
LAPRESSE Capitano con due gol Enrico Delprato, 24 anni, in questa stagione ha colleziona­to 27 presenze firmando 2 gol e 2 assist Nella foto festeggia con Gabriel Charpentie­r

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