La Gazzetta dello Sport - Romana
Bugo volta pagina Ritorno alle origini con più maturità 7
● Fresco, onesto e autentico.
Per fortuna che ci sono io èun manifesto di rinascita. Quattro anni dopo Sanremo 2020 – quando Morgan cambiò le parole di Sincero, lui lasciò il palco e i due vennero squalificati – Bugo volta pagina e ritrova la spensieratezza nel rock cantautorale delle origini. Nel disco si sente forte la necessità di approcciarsi alla musica come agli inizi, quando veniva definito “Il Beck delle risaie” (ne sono l’esempio il blues rock di Tito, uno dei due brani che portano il nome dei suoi figli, e l’indie rock di Salvo il tuo nome). Bugo vaga tra gli stili con la maturità di un uomo di 50 anni, padre e marito, che lascia spazio anche alle emozioni e alle canzoni d’amore (Bilancio di coppia e Carciofi). Una boccata di positività.
PER FORTUNA CHE CI SONO IO BUGO
DODICI TRACCE
WARNER MUSIC
● «Quando una donna perde il marito, perde tutto». È quanto rischia Nawal, un lavoro da badante, una figlia e non un figlio; per legge le proprietà ereditate vanno divise con la famiglia del defunto cui erano intestati i beni. L’ipotesi è che Nawal (Mouna Hawa) finisca senza casa e la sua bambina
Nora sia affidata al cognato Rifqi. Sempre che, prima della morte del marito, non sia stato concepito un figlio. Le asimmetrie tra uomini e donne, determinate da norme e condizioni economiche, danno forza descrittiva e valenza universale al giordano Inshallah a boy, diretto e cosceneggiato da Amjad Al Rasheed, premiato a Cannes. Nawal dice tanti “no” e desidera l’indipendenza. La via passa per un test di gravidanza.
INSHALLAH A BOY
DI AMJAD AL RASHEED CON MOUNA HAWA
AL CINEMA, 116 MINUTI
ESCAPE GAME - PLANETARIO PERDUTO
MUSEO SCIENZA DI MILANO
FINO AL 30 GIUGNO, SABATO E DOMENICA