La Gazzetta dello Sport - Romana
FIORELLINI
«Io all’Augusta women mi sento come Tiger» La 18enne romana in gara dal 3 al 6 aprile nel prestigioso torneo che si conclude al National: «Che orgoglio»
Insieme a Roma Giovanni Binaghi e Francesca Fiorellini posano al Marco Simone con la Junior Ryder Cup che hanno vinto con il team Europe ttaccherà i micidiali green di Augusta con i suoi ferri killer, da sempre l’arma vincente nella sacca di Francesca Fiorellini. La settimana prossima, dal 3 al 6 aprile, si gioca la quinta edizione dell’Augusta National Women’s Amateur e lei sarà la nona italiana a partecipare alla prova più desiderata del golf dilettantistico femminile. Per la vincitrice, invito per le prossime 5 edizioni del torneo e accesso a quattro major stagionali (US Open, British Open, Chevron Championship, Evian Championship). In campo 72 giocatrici (36 americane, 36 internazionali), tre giorni di gara, taglio dopo i primi due che si giocano al Champions Retreat Golf Club (3-4 aprile); un giorno di pausa e prova campo, poi le prime 30 accedono al round finale all’Augusta National (6 aprile). «I green di entrambi i percorsi sono piccoli, pertanto l’accuratezza con i ferri risulta fondamentale per potersi dare maggiori chance di birdie. Sono abbastanza precisa in questi colpi ed è un punto a mio favore».
A▶ Che cosa rende questo evento così esclusivo?
«Lo rincorrevo da due anni; provo entusiasmo, orgoglio, un’enorme gratificazione per il duro lavoro svolto e un’opportunità di confronto con le migliori. Ci sono tutte. Il club è inavvicinabile per il mondo intero, anche al torneo si accede solo se invitati. Poi la perfezione del campo e la risonanza della gara, diretta tv e pubblico, è l’evento femminile più seguito al mondo, più di quelli professionistici. Stessa scena una settimana più tardi per il Masters. Lo seguo sempre in televisione. Memorabile l’edizione 2019 quando vinse Tiger Woods, mio idolo indiscusso: dopo tanti infortuni, un successo incredibile con qualcosa di magico. Penso a quando arriverò al club percorrendo lo storico Magnolia Lane, mi affascina il mito della green jacket indossata dal vincitore, sento già l’emozione nell’affrontare le buche dell’Amen Corner dove il disastro è in agguato e penso alla foto che farò sull’iconico Hogan Bridge».
▶Chi l’accompagnerà?
«Vivrò questa esperienza con i miei genitori e il mio coach Enrico Trentin, che mi farà da caddie. Mi ha vista crescere, maturare e migliorare non solo sui campi da golf ma nella vita quotidiana. Mi conosce alla perfezione e sa come relazionarsi con me in qualsiasi situazione».
▶Tattica e aspettative?
«Abbiamo informazioni e racconti delle ragazze che hanno già giocato, inoltre Enrico è stato caddie di Carolina Melgrati lo scorso anno: entrambi i campi di gara sono complessi, Champions Retreat più lungo, ma per entrambi sarà importante curare il gioco intorno e sui green, duri e molto veloci, complicati da leggere e interpretare. L’obiettivo è piazzarsi tra le prime trenta e accedere alla sfida finale sul campo dei sogni. Io sono pronta».
▶ Quante soddisfazioni nelle ultime stagioni…
È il torneo femminile più seguito, più di quelli pro, e si gioca sul campo dei sogni
«Poter entrare ad Augusta è stata una motivazione forte. Dopo i successi dello scorso anno ho iniziato ad avvertire aspettative
Giochiamo la settima prima. Non vedo l’ora di farmi una foto sull’Hogan Bridge
Si affrontano le 72 migliori dilettanti