La Gazzetta dello Sport - Sicilia
Sonego e Sinner speranze azzurre Test di maturità con Nadal e Isner
Fisicamente credo che Nadal stia bene, perché quest’anno i tornei importanti li ha vinti tutti
Le mie armi per batterlo sono servizio e dritto: devo attaccare, a questi livelli aspettare non paga
Bisognerà usare la testa: Isner non mi darà ritmo e devo aspettarmi una partita sporca
Io n. 1 italiano? Un bel traguardo, ma gli do il peso che merita: conta crescere Super incroci al terzo turno: domani Lollo contro Rafa che insegue il Grande Slam, oggi Jannik sfida l’americano che nell’Atp ha il servizio record
Se Wimbledon è il paradiso, comelo ha definito Sinnerammirato dalla perfezione di ogni dettaglio, le chiavi per accedervi richiedono giustamente la celebrazione di cerimonie sovrannaturali. Perso per Covid Berrettini, che aspiravadecisamente ad ascendere al cielo, l’Italia del tennis, mai così poco rappresentata al terzo turno dal 2013, si aggrappa al fattore S, quello di Sonego e Sinner; ma l’ammissione alla visione celeste della seconda settimana richiede di passare attraverso esami terribili contro Nadal e Isner, cioè il vincitore di 22 Slam, tra cui due su questi prati nel 2008 e nel 2010, e il giganteamericano redivivocapacedi servire90acein50 turni di servizio, che significa in pratica partire quasi da 30-0 a ogni game di battuta: sull’erba, un’armapiùche letale.
All’attacco Lollo si guadagna i galloni dell’affascinante sfida di domani con Rafa, e probabilmente il Centrale, sul quale era stato sconfitto da Federerunanno fa, grazie alla miglior partita dell’anno, con lamortifera combinazione servizio-dritto a scardinare i taglimancini del franceseGaston. Così, dopoaver affrontatoduevolteilMaestrodiBasilea (0-2) e due volte Djokovic (1-1 con la perla di Vienna del 2020), Sonegoha l’onore di incrociare la terza persona della trinità, che sta coltivando sotto traccia sogni di Grande Slam: «Fisicamente credocheNadalstiabene, perché quest’anno i tornei importanti chehagiocatolihavinti tutti, anchesemagarisull’erbafapiùfatica rispetto alla terra e al cemento. Le mie armi per batterlo sono sicuramente il servizio e il dritto. Non dovrò assolutamente giocare sulla difensiva, ma attaccare e rischiare». Segue analisi tecnica dell’ex Polpo, chiamato così perché da giovane restava attaccato adognipuntoaspettandol’errore dell’altro: «La palla qui saltameno e di solito rimane all’altezza del fianco: Rafa cercherà di farmi giocare tanti rovesci e dovrò fare in modo che i miei colpi siano profondi e veloci. L’evoluzione del mio tennis mi ha portato a cercare di fare il punto invece di attendere. Sono nato per difendermi, ma ora gioco per attaccare. Aspettare, a questi livelli, non pagamai».
Equilibrio Lorenzo alla carica: e contro i big ha sempre trovato motivazioni ed energie supplementari. Certo, la strada per un viaggio agli ottavi resta impervia, per lui e anche per Jannik, che tuttavia la sta percorrendo con la consapevolezza di una crescita graduale su una superficie ancora da digerire. Il test di oggi pomeriggio controiduemetrieotto di Isner e i suoi traccianti record al servizio (con una prima a 253 km/h detiene il primato nella classifica riconosciuta dall’Atp) è il primo vero step di apprendimentoperunragazzochesull’erbanonavevamaivintounapartita Atp fino a lunedì: «Non ho cambiato la mia routine della vigilia - racconta davanti a un caffé alla lounge Lavazza — perché sono abituato a concentrarmi sul mio gioco: so che devo tenere lo scambio io enondarglioccasioni sulmio servizio. Luiha lamiglior battuta del circuito, dovrò provarealeggerele traiettorieepoi sarà fondamentale l’aspetto mentale, perchénonmidaràritmoedovrò abituarmi in fretta anche a una partita sporca, magari brutta. Dovrò avereunequilibrio perfettoincampo». L’esamedimaturità: «Lacosapiùdifficiledaimparare sull’erba sono i movimenti, perché è una superficie su cui si gioca solo un mese all’anno e cambia con le condizioni ambientali. E poi bisogna adattarsi alle trappole del campo, perché non sempre è necessario giocare il colpoperfetto: i rimbalzi spesso ti aiutano comunque a tenere il controllo». Ieri Jannick si è allenatoconunmaestrodeipraticome Djokovic, che potrebbe incrociare ai quarti se il percorso si illuminasse di gloria: «Quando palleggi con lui o conNadal capisci cosa significhi mettere intensitànel lavoro». Intanto, comunque vada a Church Road, a fine torneo Jan diventerà il primo italiano in classifica, superando Berrettini: «Traguardo importante, magli do il pesochemerita: è fondamentale la mia crescita, poivediamodovearriveròafine carriera». Prima, c’è una montagnaamericana da scalare.