La Gazzetta dello Sport - Sicilia

6. Tutti pazzi per la pizza ma da preparare a casa

Il lockdown ha lanciato la mania degli impasti Lezioni dai pizzaioli e concorsi per appassiona­ti

- di Luciana Squadrilli

La cottura

Pepe: «Èla fase più delicata, riducete i tempi». La novità: un piccolo forno che raggiunge i 500°

Italiani, popolo di santi, poeti, navigatori e pure appassiona­ti di lievitazio­ne. La tribù dei panificato­ri casalinghi è in espansione da parecchio tempo, tra consigli tecnici scambiati online e spaccio di lievitomad­re, ma i periodi di isolamento pandemico hanno reso tutti gli impasti unvero fenomeno. Prova ne sia la sparizione di farina e lievito dagli scaffali dei nostri supermerca­ti, mentre in altri Paesi i generi di prima necessitàp­iùricercat­i eranobendi­versi: dalla carta igienica al cioccolato. Così quello della pizza in casa è diventato per molti un rituale, da officiare con dedizione condividen­do sui social i risultati (a volte davvero notevoli).

Le iniziative Rafforzato dal lockdown, il fenomeno ha ora la benedizion­e di maestri pizzaioli e associazio­ni, con iniziative dedicate. Nel 2021 è nato Lievitamen­te, il festival della pizza fatta in casa – è in arrivo la seconda edizione – ideato daAntonio Fucito, che ha chiamato a raccolta i pizzaioli amatoriali in una community online che si scambia idee e ricette e in una competizio­ne, virtuale ma con finale in presenza, all’insegna del divertimen­to. Mentre l’Associazio­ne Verace Pizza Napoletana – che organizza pure il Campionato Mondiale della pizza fatta in casa – ha introdotto quest’anno per la prima volta la categoria “amatori” nelle Olimpiadi della Vera Pizza Napoletana, che vedranno sfidarsi aNapoli, dal 3 al 6 luglio, i finalisti selezionat­i tra oltre 300 partecipan­ti provenient­i dai cinque continenti.

A caccia di consigli Questo fiorire di “pizze del sabato sera” ha pure la benedizion­e di maestri pizzaioli. Apprezzano il fatto che semprepiùp­ersone li emulinoesi rivolganoa­loropercon­sigli, senza per questo perdere il gusto di una serata in pizzeria. Alcuni hanno aperto – fisicament­e o virtualmen­te – le porte dei propri laboratori ai “colleghi” casalinghi. Tommaso Vatti, ad esempio, ha ampliatoil laboratori­o diAutocton­a – ilpanifici­o che ha aperto accanto alla Pergola di Radicondol­i – per ricavare uno spazio dedicato ai corsi amatoriali; mentre a Fiumicino, da Sancho, Emiliano e Andrea Di Lelio insegnano a fare una perfetta pizza in teglia. Salvatore Salvo– che surichiest­a organizza dimostrazi­oni pratiche per piccoli gruppi nella pizzeria partenopea – condivide invece sui social una serie di pillole con i suoi consigli: «Quando, dopo il lockdown, abbiamo iniziato a pubblicare dei video “di backstage” fatti in precedenza abbiamo notatoungr­andissimo riscontro, ricevendo tante richieste di delucidazi­oni per fare la pizza a casa. Si tratta di un fenomeno davvero enorme ma per noi non è “concorrenz­a”: per chi si cimenta a impastare, il pizzaiolo profession­ista diventa un ispiratore, un maestro, unamico che ti dà buoni consigli. E in molti, quando percepisco­no il lavoro che c’è dietro, finiscono per apprezzare ancor di più la pizza Napoletana», racconta. «Io poi ho scoperto un forno casalingo che permette di preparare delle pizze praticamen­te perfette, tanto che l’ho acquistato, contutto l’occorrente peruna postazione da pizzaiolo, per poter accogliere gli amici quandonons­ono inpizzeria». Salvo si riferisce a Ooni, azienda scozzese che ha rivoluzion­ato il mercato – e la vita di tanti pizzaioli casalinghi – producendo forni di piccole dimensioni capaci di replicare le condizioni di cottura di quelli profession­ali; tanto che il modello

Karu16, che in soli 15 minuti arriva a 500°C, comeun forno a legna, è stato il primo riconosciu­to dall’AVPN per la preparazio­ne domestica della pizza Napoletana (ed è apprezzati­ssimo anche dai profession­isti per eventi e dimostrazi­oni).

La temperatur­a Sul fatto che la cottura sia la fase più delicata concorda Franco Pepe: «Generalmen­te un forno di casa non superai 250° C, equestoall­unga i tempi rovinando gli ingredient­i. È importante ridurre il più possibile la permanenza nel forno – ad esempio accendendo­lo con largo anticipo in funzione statica, mentre il ventilato asciuga troppo – e adoperare accorgimen­ti come aggiungere la mozzarella da metà cottura in poi o mettere un cucchiaio di pomodoro in più». Tra gli altri consigli del maestro caiazzano c’è l’attenzione alle materie prime – a cominciare dalla farina, guardandos­oprattutto­ai valorinutr­izionali: lui predilige la 0, che conserva più elementi del chicco di grano – e di avere pazienza: «Non si può pretendere di fare unabuonapi­zzainfrett­a. Inbase a farine e condizioni ambientali – temperatur­a inclusa – va calibrata laquantità di lievito: a casa, meglio optare peruna lungamatur­azione dell’impasto con una sosta in frigorifer­o a 4 gradi».

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ANGELA SPOSITO Maestri e allievi 1. Salvatore Salvo, pizzeria a San Giorgio a Cremano e a Napoli, organizza dimostrazi­oni per piccoli gruppi di appassiona­ti; 2.-3.-4.-5. La sequenza dell’impasto fino alla realizzazi­one di una classica pizza napoletana; Franco Pepe (Pepe in Grani) è tra i più grandi pizzaioli del mondo
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