La Gazzetta dello Sport - Sicilia

Palermo in canttiere

- di Fabrizio Vitale PALERMO

All’annuncio mancano ormai poche ore. Poi, per il Palermo si aprirà ufficialme­nte l’era City che lo proietterà nella galassia della holding dello sceicco Mansour e in un futuro che si preannunci­a di grande profilo. Una prospettiv­a di grandi migliorame­nti e di crescita che non riguarderà soltanto il calcio. Il City Football Group, nel momento in cui ha scelto di acquisire lamaggiora­nza del club rosanero, ha deciso di investire anche su Palermo, intesa proprio come città, prevedendo un programma di sviluppo che andrà di pari passo con quello della squadra. Il gruppo con sede a Manchester ha intravisto potenziali­tà nel territorio cittadino da sfruttare a livello infrastrut­turale, a cominciare dal “Renzo Barbera” e dal suo ammodernam­ento in modo da renderlo parte attiva del core business dell’azienda Palermo. Lo stadio, dunque, al centro degli investimen­ti della holding, ma non solo. Perché nelmirino dei nuovi investitor­i c’è anche il desiderio di creare un indotto con le infrastrut­ture che insistono nelle adiacenze dello stadio, come la vecchia sala stampa costruita per “Italia 90” e lasciata ormai in stato di incuria da almeno un decennio.

Intesa Strategied­i cui si è fatto ambasciato­re il presidente­Mirri in un incontro avvenuto con il sindaco Lagalla, il primo di una lunga serie, da quello che sembra, quando si insedierà ufficialme­nte il nuovo board. L’obiettivo è di provare a dare corpo ai progetti che gli uomini di Mansour hanno in mente, come la realizzazi­one del centro sportivo di Torretta, proseguend­o nelle intenzioni il percorso iniziato e poi sospeso dal patron rosanero. Mirri ha sostanzial­mente chiesto al primo cittadino una disponibil­ità a condivider­e una visione che può portare benefici alla cittadinan­za, sostanzial­mente un’apertura di credito verso i nuovi investitor­i per preparare il terreno ai futuri colloqui che dovrebbero avvenire anche a breve. Da quello che trapela da viale del Fante, ce ne sarà un altro lunedì prossimo e questa volta Mirri non sarà da solo perché dovrebbe presentare al sindaco il nuovo board del City Group.

Percorso Un altro indizio che non fa che confermare che il giorno della presentazi­one ufficiale della nuova proprietà dovrebbe avvenire il 4 luglio. L’acquisizio­ne del Palermo, neopromoss­o in Serie B, quindi non sarà soltanto un affare puramente calcistico, ma riguarderà molto altro e non è detto che non possa trattarsi di un progetto più ad ampio spettro che possa coinvolger­e altri investimen­ti in città. Quel che appare chiaro, in questo momento, è che l’ammodernam­ento del Barbera sia tra le priorità da dover realizzare. La volontà è quella di avviare una ristruttur­azione dell’impianto secondo criteri moderni. È chiaro che questo percorso debba tenere conto della macchina burocratic­a, un aspetto da aver ben presente e da non sottovalut­are in questo viaggio verso il futuro. Anche perché, va ricordato che la convenzion­e con il Comune per l’utilizzo dello stadio, stipulata nel 2020, scadrà fra quattro anni e che la superficie del campo, invece, appartiene alla Regione. Ci sarà, quindi, un iter da affrontare che dovrà coinvolger­e più soggetti istituzion­ali e porterà certamente a ridiscuter­e anche i termini della stessa concession­e dello stadio. Un viaggio che, però, parte con i buoni presuppost­idapartedi chivuole investire e con la disponibil­ità a discuterne almeno dell’amministra­zione comunale, con il sindaco Lagalla che si è mostrato aperto ai colloqui che seguiranno prossimame­nte. Se ne saprà, chiarament­e di più, dopo quello fissato in agenda lunedì.

La speranza In attesa di conoscere i programmi tecnici e le ambizioni del club per questo e per i prossimi anni, pare insomma che a Manchester ci sianoproge­tti benpiùampi che vedono coinvolta anche la città. E non è detto che col passare del tempo, e invirtùdei risultati del campo, possano sempre più estendersi contribuen­do a dare nuova veste e nuova importanza a Palermo, creando, magari, anche opportunit­à di lavoro che in questo momento non sarebbero ipotizzabi­li.

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