La Gazzetta dello Sport - Sicilia
Guida il Milan Maseguono solo Napoli e Sassuolo
i riparte dal sistema dei campioni d’Italia. Il Milan ha vinto lo scudetto con il 4-2-3-1, ma proprio la squadra di Pioli ha insegnato come a contare non sia il modulo ma la sua interpretazione. Vale per tutte, chi gioca a 4, a 3, con le ali o con i trequartisti. Mobilità, dinamismo, trasformismo - da quando è diventato un’esigenza, almeno per giocare un calcio rock - sono e saranno le chiavi del campionato, perché lo sono del football moderno. Il Diavolo parte con il 4-2-3-1 ma si dispone in campo a seconda della strategia, magari con costruzione a 3 e attacco a 5, può attaccare in modo diretto sulla profondità o palleggiare per arrivare all’area avversaria. Insomma, ci soffermiamo sui sistemi di gioco per semplicità. E per semplicità, hanno lo stesso impianto di partenza del Milan anche Napoli e Sassuolo. Spalletti e Dionisi, come Pioli, inseguono un calcio di dominio e di pericolosità offensiva: spicca anche qui l’utilizzo di ali brave nell’uno contro uno e il contributo dei terzini che salgono per dare spinta e ampiezza, aiutati dalla copertura dei due mediani. Dionisi ha trovato in Frattesi un invasore in più (come Tonali lo è stato per il Milan, pur con diverse caratteristiche), forse l’elemento tattico che è mancato a Spalletti per il definitivo salto di qualità verso l’altro. Si tratterà comunque di squadre che vorranno proporre calcio e gol, con occupazione della metà campo avversaria per il possesso e per la riaggressione immediata, concetti che sembrano ormai (finalmente) entrati nel vocabolario della Serie A.
SStefano Pioli, 56 anni, allenatore del Milan
Trasformismo
Il Diavolo insegna: contano mobilità, dinamismo e saper attaccare in modi diversi