La Gazzetta dello Sport - Sicilia
«Il calcio è l’apripista Maaiutiamo le società»
1Presidente, con quali sensazioni si è svegliata in questo primo luglio tanto speciale?
«Contanta voglia di fare e l’orgoglio di aver avuto un team che ha lavorato con dedizione e che alla fine ha visto i frutti della propria fatica. È davvero bello assistere ad un momento che entrerà nella storia».
2Quali gli aspetti più rilevanti della svolta?
«È iniziato per l’Italia il riconoscimento dello sport femminile: il calcio ha fatto da apripista e mi auguro che possa contaminare altre discipline. Ora guardiamo conmaggiore fiducia ad un futuro più roseo per le bambine, che possono crescere sapendo che il loro sport, la loro passione, può diventare anche un lavoro. È un cambiamento importante culturalmente. Ricordo sempre una lettera che una bimba di 8 anni inviò a mio padre (lo storico presidente Samp Paolo Mantovani, ndr) nel 1987, chiedendo di partecipare con le compagne al Torneo Ravano riservato aimaschi. Il sogno divenne realtà… Da quella bambina alle professioniste di oggi è stata fatta tanta strada».
3Che cosa si può ancora fare per ilmovimento?
«Moltissimo e ognuno dovrà fare la sua parte, bisognerà lavorare tutti insieme per favorire la crescita della base e la sostenibilità del calcio femminile negli anni a venire. I costi per i club sono quasi raddoppiati e di conseguenza dovremo aumentare la competitività delle gare, motivo per cui sono già statimodificati i format, e far sì che i fondi vengano investiti anche nelle infrastrutture. Il Decreto Nannicini ci è stato di grande aiuto, ma spero davvero che governo continui a supportarci oltre i tre anni previsti per consolidare la nostra crescita. Quello di oggi è solo il punto di partenza».