La Gazzetta dello Sport - Sicilia
LukakupiùOnana, Mkhitaryan, Asllani... L’InterdiInzaghipuòrivelarsipiùricca
a stagione del calcio mercato è partita tra mille dubbi e una sola certezza: l’Inter dovrà chiudere conun attivo di almeno 60 milioni. Partendo da questa premessa - un ritornello, uno slogan, quasi un passaparola tra tutti gli operatori - la domanda più gettonata è stata (diciamo così) anche la più scontata: ma l’Inter, con queste premesse, riuscirà amantenersi competitiva? Le prime operazioni, con il capolavoroLukaku, hanno finitoper far sorgere un secondo quesito: non sarà che alla fine di questa caldissima estate la squadra a disposizione di Inzaghi sarà addirittura più forte?
LInterrogativo legittimo, che però - anche se può sembrare una provocazione e non lo è - ne apre uno molto più concreto e d’attualità: non sarà che sta addirittura nascendo una squadra, una rosa, non solo più forte di un anno fa, ma anchepiù forte di quella di Conte?
Di quel gruppo che il tecnico dello scudetto avrebbe voluto mantenere, conservare - gli sarebbe bastato anche questo - anche essere attenuata dall’arrivo di Bremer, giustamente considerato il miglior difensore del campionato passato. Sulle fasce, rispetto all’Inter di
Conte, non ci sarannopiù Hakimi e Perisic, sostituiti da Dumfries e Gosens. E se Hakimi rappresenta una ferita aperta, che Dumfries non ha sicuramente sanato, non si può dire che dalla parte opposta il bilancio sia sicuramente in passivo. Gosens, nel suo ultimo anno all’Atalanta, è stato l’autentico valore aggiunto, con undici reti all’attivo. Un bottino che Perisic - giocatore fortissimo, intendiamoci - ha messo insieme, ed è il suo record personale, soltanto da seconda punta.
La vera, clamorosa, differenza è però a centrocampo e in attacco. Conte dietro a Barella-Brozovic ed Eriksen aveva Vidal, Gagliardini, Sensi e Vecino. Oggi Inzaghi può contare dietro a BarellaBrozovic e Calhanoglu - oltre aGagliardini - suAsllani e soprattuttoMkhitaryan. Vi sembra che il quadro sia peggiorato?
E poi l’attacco. L’Inter tricolore aveva un quartetto formato da Lukaku, Lautaro, Pinamonti e Sanchez. Oggi, con Lautaro e Lukaku, rischiano di esserci Dybala e uno traDzeko e Correa. O tutti e due se non dovesse arrivare più l’argentino. Insomma, Inzaghi potrebbe avere una rosa veramente competitiva, in Italia e inEuropa. E Conteun rimpianto se non proprio un rimorso: un’Inter così l’avrebbemai abbandonata?