La Gazzetta dello Sport - Sicilia
Festa sul Danubio
Sandro Campagna, il ct azzurro con gli occhiali, festeggia con i suoi ragazzi la vittoria in semifinale contro la Grecia. Domani sera alle 20 affronterà la Spagna per l’oro, è la stessa finale del 2019
sul tema del suo ormai collaudatissimospartitoelohaservito a uso di una squadra piena di gregari affamati e di generoso ardore, nella quale forse come mai “il gruppo è tutto”, un refrain ripetuto dai 13 azzurri. Ogni volta che il Settebello provava a scappare, la Grecia reagiva, solonelquartotempo il vantaggiodi 3 gol pareva avermesso fine alla disfida: macché, complici gli arbitri, gli ultimi secondi sono stati un’inutile appendice di stress che non avrebbe potuto far cambiare l’esito della semifinale. L’Italia ha strameri
tato perché ha dominato un po’ meno che nei quarti, ma la sua cifra è stata visibile e ancorauna volta tra le parate di Del Lungo, il grande lavoro dei Di Somma, Bruni, Iocchi Gratta (19 anni), il lavoro al centro di Fondelli, il prodigarsi di Di Fulvio che ha trovato il gol all’ultimominuto (11-9) che ha definitivamente spezzato le speranze degli ellenici. Una sofferenza reciproca tra due squadre che assomigliandosi tendevano ad annullarsi. Più efficace la difesa azzurra, decisivo ancora una volta il portiere Marco Del Lungo (i
l’Ungheria, poi nel ‘94 con la Spagna, nel 2011 con la Serbia e a Gwanju nel 2019 ancora con la Spagna (nella foto l’Italia premiata). Le due sconfitte risalgono all’86 (con la Jugoslavia) e nel 2003 (con l’Ungheria). Cinque invece le finali olimpiche (oro a Londra ‘48, Roma ‘60 e Barcellona ‘92) e cinque anche quelle europee (tre vinte: ‘47, ‘93 e ‘95).
greci hanno dovuto schierare quello di riserva avendo il titolare infortunato).
Maturità L’orgoglio di Campagna: «Il risultato è sempre stato inbilicoanche se abbiamo condotto dall’inizio alla fine facendoperdere certezze allaGrecia, che si è avvicinata3-4volte, però abbiamomostratomaturità, abbiamo saputo accelerare quando dovevamo e controllato il risultato quando dovevamo. E alla fine è venuta fuori la qualità di alcuni come Nicholas Presciutti. La finale? Una partita da vincere, perchéunargentosidimentica dopo una settimana. Ancheper i ragazzi. Lamedaglia d’oro è un’altra cosa. A questo punto ce la giochiamo: ma con il cuore». Con il podio virtuale dellapallanuotoancora da colorare l’Italia eguaglia l’edizionedi Kazan 2015 in cui raccolse almeno una medaglia in ogni disciplina. Manca davvero l’ultimo trionfo del Settebellissimo.
Chiara
Pellacani, dopo l’argento con Santoro nel sincro 3 metri, ha il terzo punteggio delle semifinali. Quinti gli azzurri dalla piattaforma sincro mista.
Uominidonne, 10 m sincro: 1. Duan Yu-Re Qian (Cina) 341.16, 2. Sereda (Ucr) 317.01, 3. Tyler (Usa) 315.90, 5. Timbretti-Di Maria 269.34. Donne. Semifinali. 3 metri donne: 1. Chem Yiwen (Cin)356.45, 2. Chang Yani (Cin) 345.80, 3. Pellacani
303.75,
Ore 10. Elim. 10 m U (Timbretti, Larsen). 16 Semifinali 10 m U, 19: finale 3 m D (Pellacani)