La Gazzetta dello Sport - Sicilia

Il presidente prefetto «Reggina, porteremo serenità e solidità»

Il numero uno voluto dal patron Saladini: «Dirigenti, gioco e vivaio, si riparte così»

- Di Matteo Brega

n presidente a chilometro zero dopo che per quattro decenni ha portato anima, spirito e profession­alità dei reggini attraverso l’Italia e non solo. Marcello Cardona è il nuovo presidente della Reggina, voluto fortemente dal neo patron Felice Saladini. Una scelta solida peruna società chenel girodi un mese è passata dal rischio di ritrovarsi nei campionati calabresi provincial­i all’iscrizione per la prossima B. Una scelta ponderata e di qualità anche per i suoi trascorsi di prefetto, questore e arbitro di A e B.

U▶Presidente, qual è il primo sentimento che la attraversa?

«Un sentimento di orgoglio perché Reggio Calabria per me rappresent­a le mie radici. Io e molti della mia generazion­e abbiamo lasciato questa terra per studiare epotersi ritrovareq­ui perdareun contributo al club è motivo di enorme soddisfazi­one. Perché chi è figlio di questa terra e contribuis­ce al suo migliorame­nto, indipenden­temente dal ceto e dal lavoro, ragiona con un’identità di gruppo. Ringrazio la mia famiglia, gli scout cheho frequentat­o, il Liceo Classico “Campanella” e gli amici se sono così».

▶Che cosa cercherà di portare?

«La mia carriera ha accresciut­o in me il concetto di trasparenz­a chehosempr­eavuto. Quindi trasparenz­a nel rispetto delle regole e perché penso che sia unmodus operandi che porti lontano. E questi valori li ho riscontrat­i in Saladini e nella sua famiglia».

▶Come sarà la società?

«Con una Governance di qualità con dirigenti che dovranno consolidar­e, in ogni settore, il club».

▶Anche in merito a Taibi come d.s e Stellone come allenatore…

«Il d.g. dell’area tecnica Martino è deputato, con Taibi, alle scelte e prossimame­nte saranno ufficializ­zate. Siamo un po’ in ritardo sulla tabella dimarcia, ma abbiamo avuto moltissimi impegni amministra­tivi per poter salvare il club. Nella prossima stagione arriveremo in tempo».

▶Dove volete portare il club?

«In un territorio solido, irrobusten­do il club dandogli serenità e costruendo una Governance che lavori con lungimiran­za. L’obiettivo è anchedare serenità a tutti i tifosi reggini che ci seguono con affetto da ogni dove».

▶E dal punto di vista sportivo?

«La Reggina dovrà esprimere buon calcio e far divertire i tifosi. Lo dovrà fare anche con il settore giovanile. Partiamo da qua…».

▶La sua carriera di Questore e Prefetto l’ha portata a mettere in pericolo la propria vita?

«Sono stato responsabi­le di tanti provvedime­nti in tema di ordine e sicurezza pubblica, criminalit­à organizzat­a. Mi sono ritrovato in situazioni pericolose. L’ultima delle quali per il Covid. Per il Governo ho gestito la prima zona rossa italiana nel Lodigiano. Un dramma umano. Dopo qualche settimanam­i sono ammalato anch’io e sono finito in terapia intensiva al San Raffaele (dove il primario è Alberto Zangrillo, anche luipreside­ntedi unclubdi B, ilGenoa, ndr). Mi hanno aiutato i pensieri legati alla mia famiglia e l’orgoglio di aversempre servitoil Paese e le tante attestazio­ni d’affetto, quando riuscivo a comunicare, e ricordo con commozione la telefonata del mio ex parroco, don Matteo così lo chiamiamo ancora (Matteo Maria Zuppi è Cardinale e Pastore di Bologna nonché presidente Cei, ndr)».

▶Cosa significa essere Prefetto?

«Saper rappresent­are al meglio lo Stato nel territorio, intercetta­ndo con intelligen­za istituzion­ale tutte le problemati­che e cercando di realizzare serenità sociale. Dobbiamo essere consapevol­i del loro delicato lavoro e per questo rivolgo un deferente pensiero a tutte leAutorità di PubblicaSi­curezzaeat­utteleForz­edell’ordine che si impegnano in questa delicata azione».

▶Quali personalit­à incontrate le hanno lasciato un segno?

«Barack Obama, una persona semplice ma ricca di vitalità intellettu­ale e di una visione incredibil­e. Non dimentiche­rò lo sguardo e la forte stretta dimano diGiovanni Paolo II, sussurrand­o “so che lei fa tanto per gli altri”, dirigevo l’ufficio immigrazio­ne della Questura di Roma».

▶Eper chiudereun­aneddotoda arbitro che non scorderà?

«La notte prima di dirigere Juventus-Napoli nasce la mia secondogen­ita, Claudia. Avverto quasi all’alba il designator­e, Paolo Casarin, facendogli intendere di essere provato per non aver dormito e per l’emozione. Mi risponde: “Coraggio, tu sei felice? Bene, dormi qualche, poi vai a Torino, andrà bene”. Non dormii per niente, ma in campo feci moltobene lostesso… Fuunavera e propria iniezione di coraggio».

La Governance sarà di qualità per consolidar­e ogni area del club

Sono stato arbitro diAe B: ricordo la notte prima di un Juve-Napoli...

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