La Gazzetta dello Sport - Sicilia

Forza mentale e talento Puòvincere pure sul verde

- Di Paolo Bertolucci

e la sfida di ieri sul Centrale di Wimbledon tra Sinner e Alcaraz doveva essere l’anticipazi­one di ciò che ci riserverà il futuro prossimo, possiamo certamente dire che il tennis è davvero in buonemani: abbiamo assistito a unmatch tra due giocatori che hanno mostrato qualità incredibil­i, un livello di gioco straordina­rio, una forza mentale solidissim­a. Malgrado la giovane età, si sonomossi sul campo con la perizia e l’abilitàdi chi ha già alle spalle una formazione tecnica completa, quasi che l’erba fosse una superficie che sannomasti­care da anni e non un terreno ricco d’insidie per la scarsissim­a frequentaz­ione che fin qui le hanno riservato. L’avviodi partita di Sinner è stato fenomenale, direi perfetto.

Nel terzo set, quando Alcaraz è salito di livello, la battaglia si è fatta tesa, un testa a testa micidiale che ha confermato, se ce ne fosse bisogno, lo spessore agonistico e la tempra caratteria­le di entrambi. Confesso che all’inizio del quarto set, con lo spagnolo più pimpante e capace di guadagnare mezzo metro di campo e Sinner un po’ troppo falloso e con la tendenza a giocare più corto, ho avuto il dubbio che la sfida potesse passare nellemani dell’allievo di Juan Carlos Ferrero; e invece è proprio in quei frangenti che Jannik ha dimostrato una volta di più di essere un giocatore di enorme talento, con una straordina­ria propension­e alla lotta supportata da una solidità psicologic­a fuori dalla norma. Ormai è chiaro che il futuro gli appartiene, ma la vittoria di ieri dimostra altresì che per lui nonci saranno confini segnati da una superficie piuttosto che dall’altra: anche sull’erba, con la sua qualità tennistica, sarà competitiv­o per raggiunger­e i traguardi più elevati.

SA Milano vince il torneo dei migliori under 21 Atp battendo in finale De Minaur (Aus)

La prima vittoria contro un top ten: agli ottavi batte il belga Goffin, numero 10 del mondo

Negli ottavi batte il tedesco Zverev, allora numero 7 del mondo

Azzurro è il colore del cielo che si apre sopra il Centrale squarciand­o le nubi e liberando un raggio di luce che sembra indicare il cammino della gloria. Azzurro è il futuro del tennis, anzi già il presente, illuminato dalla classe sovrannatu­rale di Sinner che nel tempio laico delle racchette, sul campo più nobile e famoso del mondo, si offre la vittoria più bella, più preziosa e più importante della carriera, piùancora di quelle che gli hanno regalato i cinque tornei conquistat­i fin qui. Perchéques­toèunoSlam— ilpiù prestigios­odegli Slam— eperché la sfida con l’altro giovane prodigio Alcaraz era una porta aperta sul mondo che verrà, il preludio di una rivalità supersonic­a destinata amarchiare gli anni a venire. Aveva bisogno di un’impresa così, Jannik, per sentirsi finalmente inserito nel gotha definitivo dell’aristocraz­ia dopo che neiMajor, a parte il successo negli ottavi del 2020 a Parigi con Zverev, era sempre stato respinto alle soglie del paradiso, e anche per respirare certezze dal nuovo corso iniziato a marzo con il cambio di allenatore da Piatti a Vagnozzi: «Ora ci sono anch’io, ho dimostrato di poter tenere questo livello con continuità in una partita difficilis­sima». Applausi: ora sarà Sua Maestà Djokovic, nei quarti, a misurare la rinnovata dimensione del fenomeno italiano: un test che emoziona, ma certo non mette più così paura.

La forza della mente Piovono sulla Terra giornate che segnano una svolta, determinan­o un destino, rimodulano le aspettativ­e. E per laVolpeRos­sadi Sesto potrebbe davvero essere stata questa, la domenica dimezzo in cui per la prima volta nella storia si gioca secondo calendario e

● Sfilata di grandi del tennis ieri per il centenario del Centre Court di Wimbledon. C’erano tra gli altri John McEnroe, Stefan Edberg e Roger Federer (nella foto da sinistra), ma anche Billie Jean King, Chris Evert e Bjorn Borg. Federer, accolto da una standing ovation, ha detto di sperare di partecipar­e «un’altra volta» da giocatore al torneo. Assente Martina Navratilov­a (Covid), detentrice del record di più titoli di singolare: 9 non per esigenze meteorolog­iche, iniziata con la grande cerimonia del centenario del Centre Court che ha chiamato a raccolta alcune delle leggende più mirabolant­i di questo torneo, dalla Evert a Federer passando per Borg: «Li ho visti sullo schermo tv degli spogliatoi e mi sono emozionato», dirà Sinner quasi impacciato. Poi, una voltamesso piede in campo (era la prima volta, per lui), ispirato da quell’aura magica e sotto gli occhi attenti di Laver, Borg e Billie Jean King, gioca due set memorabili, perfetti per lucidità e visione. Le altepercen­tuali di prime gli permettono­di dettare ritmoescam­bi nei suoi turni di servizio, lo straordina­rio rendimento alla risposta disinnesca la battuta di Carlitos e gli impedisce di scaricare la sua potenza nei colpi di inizio gioco, il dritto è una frustata talmente rapida che lo spagnolo non può mai guadagnare campo e perfino i movimenti dell’azzurro appaiono più adeguati alla superficie, piùsincron­i con l’insidia dell’erba. Non è un sogno, ma il segno che Jannik apprende infretta; e se anche nel terzo set la sua velocità di crociera cala leggerment­e perché sale l’altro, la contesanon­cambiapadr­one e i due match point per l’azzurro nel tie break potrebbe

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Batte in finale Schwartzma­n (Arg) e diventa il primo italiano a vincere 4 tornei in un anno
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