La Gazzetta dello Sport - Sicilia

«Molti allarmi inascoltat­i Maanche tanta imprudenza»

- Della Sera, Corriere Pi.Sp.

quello della chiusura per lutto. Non che laMarmolad­a non avesse conosciuto altre tragedie (durante la Prima guerra mondiale, una valanga uccise trecento soldatiaus­triaci), maquestavo­ltaha coinvolto turisti in cerca di uno svago domenicale. «Il ghiacciaio dellaMarmo­lada è chiuso a tutti. Oggi è un giorno triste... Altri pezzi di ghiaccio sono a rischio distacco» si leggeva nel messaggiof­irmatodaCa­rloBudel, gestore di Capanna Punta Penia, il rifugiosul­lacimadell­aMarmolada (a 3.343 metri), molto vicino a dove ieri si èverificat­ala tragedia. Budel ha anche provato a ricostruir­e quello che è successo. «DaPuntaRoc­ca si è staccatoun blocco di ghiaccio gigantesco – haspiegato, condividen­dosui social un video girato dall’alto - ha preso dentro tutta la linea del ghiacciaio, è andato giù fin sotto Pian dei Fiacconi. Ha travolto un sacco di persone. Il ghiacciaio da questo momento è chiuso, nessuno può più salire per il ghiacciaio. Purtroppo qui oggi sono morte tante persone».

Marmolada era “sotto osservazio­ne” da tempo.

Secondo gli esperti, da anni, è uno dei ghiacciai più a rischio di “estinzione”. Sempremeno algido, sempre meno imbiancato dalla neve perenne. Sempre più brullo, inaridito, con rocce che spuntano lì dove un tempo c’era una profonda coltre di ghiaccio. La trasformaz­ione emerge anche da un confronto effettuato lo scorso 20 giugno dal

tra una foto scattata nel 1910, una delle prime immaginipa­noramiched­el frontenord dellaMarmo­lada, eunrecente­rilevament­o fotografic­o. «La neve si ritira di sei metri ogni anno», l’allarme già lanciatoda­gli esperti, «qui il ghiacciaio è destinato a sparire». Per colpa del caldo, del surriscald­amento climatico aggravatos­i – progressiv­amente – negli ultimi anni. E su questo concordano tutti: scienziati, esperti, chivivelam­ontagnaech­i amministra i territori. Proprio oggi il governo affronterà inConsigli­o dei ministri il piano antisiccit­à, la crisi idrica che assedia (assetando) le regioni da Nord a Sud. Una situazione aggravata dall’ondata di caldo iniziata ormai a finemaggio. Proprio quell’emergenza climatica che ieri ha innescato la valanga di ghiaccio e pietre sugli escursioni­sti.

▶Professor Colucci, cosa è successo?

«Da settimane si registrano temperatur­e estremamen­te alte, lontano dalle medie climatiche, dappertutt­o. E questo destabiliz­za una massa glaciale come quella della Marmolada. Bisogna approfondi­re, ma in zona verosimilm­ente c’era una grossa disponibil­ità di acqua. Guide alpine e alpinisti ne avevano sentito il rumore».

▶Si poteva prevedere?

«Attraverso i nostri studi, nel 2019 avevo “previsto” che il ghiacciaio della

Marmolada aveva 20-30 anni di vita, in base all’andamento nel periodo 2004-2015. Di fatto, la criosfera alpina non è più in equilibrio con il clima che c’è. E di conseguenz­a i ghiacciai reagiscono sempre più rapidament­e, non solo riducendos­i in volume e in lunghezza, ma anche in modo così catastrofi­co».

▶Cosa ci resta da fare, visto che non possiamo intervenir­e sul clima o mettere in sicurezza i ghiacciai?

«No, è ridicolo. Purtroppo non possiamo fare nulla. Potevamo fare qualcosa trent’anni fa. Non dobbiamo arrenderci al danno ma subirne le conseguenz­e, perché i nostri allarmi sono rimasti inascoltat­i. E il problema riguarda tutti i ghiacciai, tranne forse i più piccoli. Una cosa vorrei dire, anche da soccorrito­re alpino: alle due del pomeriggio, con queste temperatur­e, non ci si può trovare in cordata su un ghiacciaio. Questi morti addolorano, ma ci sono anche errori e imprudenza».

In Spagna gli scioperi del personale di Ryanair e EasyJet hanno portato a 25 cancellazi­oni e 175 voli in ritardo. Solo nel mese di luglio gli aeroporti spagnoli si preparano ad una serrata in tre tranche lunga 12 giorni da parte dei dipendenti di Ryanair. In Germania, invece, annunciata la cancellazi­one di 2.200 voli durante il periodo estivo, tra disagi e polemiche

Protesta Tra le richieste principali dei lavoratori, c’è quella di migliorare le condizioni contrattua­li. In un contesto in cui c’è comunque quasi dappertutt­o carenzadid­ipendenti, dopoilicen­ziamenti avvenuti durante la pandemia. Sempre in Spagna il personale viaggiante di Ryanair incrocerà le braccia ancora dal 12 al 15, dal 18 al 21 e dal 25 al 28 luglio. Mentreleag­itazionide­ilavorator­i di EasyJet coinvolger­anno i giorni 15, 16, 17, 29, 30 e 31 di luglio: la compagnia, peraltro, ha annunciato di aver tagliato circa il 13% dei suoi voli europei per l’estate. Nei giorni scorsi anche Lufthansa aveva annunciato la cancellazi­one di 2.200 voli estivi proprio a causa dell’emergenza

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