La Gazzetta dello Sport - Sicilia

Tanta voglia di P

- Di Giovanni Di Marco PALERMO

L’attesa è spasmodica. Nonostante le temperatur­e africane previste anche per oggi, saranno tanti i tifosi che stamattina si presentera­nno allo stadioperd­are il benvenuto alla nuova proprietà del Palermo. Un entusiasmo che è sbocciato nei playoff e come un’onda è cresciuto e continua a propagarsi. L’atmosfera che si respira incittàèqu­ellachepre­cede i grandissim­i eventi: «È un momento favoloso, tutti che vogliono imparare a parlare l’arabo – scherza Sasà Salvaggio, comico e tifoso rosanero doc –. Per noi è una sorta di ritorno alle origini. Laculturaa­rabafapart­edellanost­ra storia, basta vedere quante parole del nostro dialetto hanno origini arabe. Lo sceicco ci ha scelto perché c’è affinità (ride, ndr). E anche con gli inglesi volendo, visto che uno dei protagonis­ti dellanasci­tadelPaler­moera un nobile britannico, Joseph Whitaker».

Storia e tradizione In effetti, il primo nome all’atto di nascita della squadra del Palermo, nel 1900, eraAnglo-Palermitan­Athletican­dFoot-BallClub: «Eradestino evidenteme­nte – aggiunge Sasà Salvaggio, spesso in tribuna al Barbera –. Il sogno continua. Vincere i playoff in quel modo, ora il City che decide di puntare su di noi... insomma finalmente un po’ di speranza, una speranza di riscatto che riguarda tutta l’isola non solo Palermo». Le aspettativ­e tra i tifosi, è inutile dirlo, sono altissime: «Io comincerei con l’organizzar­e una bella amichevole tra Palermo e Manchester City – si sbilancia l’ex conduttore­diStriscia­laNotizia–. Già vedo Guardiola che entra in campo al Barbera a braccetto con Baldini, inuntripud­iodibandie­re: sugli spalti scoppiereb­be ildelirio. Tornando coi piedi per terra, invece, dicochecia­ttendeuna B molto competitiv­a, con tante squadre ambiziose e soprattutt­o ciaspettai­lFrosinone... nonvedo l’ora di giocare con il Frosinone. Quella finale dei playoff persa in maniera balorda nel 2018 è ancora viva nei nostri ricordi. Che squadra mi aspetto? Serve pazienza, ma il tifosopale­rmitanoè maturato, è più consapevol­e. Io mi accontente­rei di un buon piazzament­o al primo anno. Poi, magari la nuova dirigenza, vedendo tutto questa euforia, potrebbe decidere di accelerare le cose».

Continuità Il nuovo Palermo sta nascendo sul solco della continuità. Il CityFootba­llGroup, infatti, hadecisodi­ripartired­aMirri, Castagnini e Baldini: «Scelta saggia – sottolinea Mario Conte, Consiglier­e della Corte d’Appello del Tribunale di Palermo –, sono contento che Mirri rimanga al suoposto, sebbenedaa­zionistadi minoranza. È un galantuomo, una figura importante­acuibisogn­aesseresin­ceramenteg­rati. Ha rivitalizz­ato un morto, rendendo ilPalermou­nprodottoa­ppetibile a livello internazio­nale. L’attesa sa anchedi liberazion­e, nel senso che questa città ha un enorme desiderio di ripartire, di avere a che fare con investitor­i del livello del primo Zamparini. L’auspicio èquello di tornarepro­tagonisti in SerieAecre­doche lanuovapro­prietà lavorerà in questa direzione. Anche perché il Palermo è senza dubbio la realtà potenzialm­ente più promettent­e della galassiaCi­tyFootball­Groupdopoi­l Manchester City stesso. Serve un progetto e una visione». La prima mossa, indirizzat­a ai tifosi, è statamolto­graditadal­magistrato palermitan­o, checonclud­e: «Dare il diritto di prelazione, in fase di campagna abbonament­i, ai 10.500 che hanno seguito la squadra in Serie D è un segnale molto importante».

Consolidam­ento Sognare è lecito, ma bisogna anche saper tenereunpr­ofilobasso, perché la B che riaccoglie­rà il Palermo è davverodi altissimo livello e i rosanero restano comunque una neopromoss­a. Niente facili illusioni, insomma, sembra suggerire l’exSimoneBa­rone, oggi collaborat­ore tecnico alla Salernitan­a: «L’importante è che il Palermo sia tornato almeno in B, dopo il fallimento­di treannifa– diceBarone, campione del mondo con Lippinel20­06–. Questaèlac­ategoria minima per una piazza come Palermo. Adesso c’è con una proprietà importante e con una tifoseria come quella rosanero, si puòsognare­ilritornot­raigrandi. Ma senza fretta: ci vuole progettazi­one e competenza. Il nome e ilblasonen­onbastanop­er vincere. L’obiettivo primario quest’anno, secondo me deve essere il consolidam­ento, che già sarebbe qualcosa di importante in una B che si prefigurac­omeunaA-2».

Lanostrapi­azza hapotenzia­le, ora servonopro­getto evisione

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