La Gazzetta dello Sport - Sicilia
L’OLANDA DI DUMFRIES
Cody Gakpo si prende un turno di riposo? Non c’è problema, ci pensa Denzel Dumfries a caricarsi sulle spalle con le sue falcate da quattrocentista l’Olanda e portarla al quarto di finale con l’Argentina. Con due azioni in fotocopia manda in gol prima Depay e poi Blind. E quando gli Stati Uniti accorciano le distanze e nutrono speranze di rimontona, ci pensa lui a chiudere il discorso con un sinistro al volo al centro dell’area yankee. Una prestazione monster, quella di Dumfries, che scomoda paragoni con degli intoccabili. Come lui, solo Cruijff e Resenbrinck hanno perso parte a tre reti in un match Mondiale. Dumfries nell’Olimpo della storia oranje, pensa tu. Applaude Van Gaal. E da lontano, applaude anche l’Inter, che riscopre il giocatore inarrestabile degli Europei.
La chiave
Denzel ha concretizzato la superiorità oranje nei confronti della giovane nazionale a stelle e strisce. È stato più semplice del previsto. Tranne che per una mezzoretta nel secondo round, Van Dijk e compagnia hanno giocato al gatto col topo con i baby yankee. L’Olanda è partita come sempre bassa, equilibrata, sorniona, attenta a non far prendere ritmo ai rivali, e in attesa del momento giusto per colpire. Dopo un paio di brividi (bravo Noppert su Pulisic), è andata in buca, chirurgica, con il primo tiro in porta. Un classico. Bravissimo Dumfries a scendere sul fondo e fornire il passaggio arretrato per il diagonale di Depay, che ora ha davanti soltanto Van Persie come goleador in nazionale. Gli Stati Uniti hanno accusato il colpo, non riuscivano a trovare linee di passaggio e soprattutto a sciogliere la corsa, perché l’Olanda copriva bene tutte le zone del campo. McKennie imbrigliato, Adams pure. I soli Musah e Dest — molto alto e attivo in fascia — riuscivano a portare acqua al mulino degli attaccanti, scarichi. E subito dopo un’occasione di Weah, al tramonto del round Dumfries ha concesso il bis: altra volata e passaggio arretrato per Blind che imitava Depay. Repetita juvant. Curioso che nell’intervallo abbia modificato più Van Gaal di Berhalter. Dentro Koopmeiners per un De Roon in difficoltà con Musah e Bergwijn per uno stanco Klaassen, con Gakpo arretrato in zona fantasia. Il c.t. Usa si è limitato a cambiare il centravanti: Reyna per Ferreira, già deludente sostituto di Sargent. E siccome è stata una partita di coazioni a ripetere, gli Usa sono stati subiti pericolosi con Ream che ha tirato a colpo sicuro ma Gakpo ha pensato bene di sostituire il gol con un salvataggio sulla linea. Dumfries ha risposto subito con un altro cross velenoso dove Zimmermann ha rischiato l’autorete. La partita è diventata più aperta ed
equilibrata per due motivi. Il primo: Berhalter ha inserito presto Aaronson per McKennie, che ha dato più forza al centrocampo e Wright per Weah che ha dato più fisico all’attacco. Il secondo: forse per il doppio vantaggio, l’Olanda si è sciolta dal suo rigore tattico e ha accettato una sfida più aperta. Dopo qualche occasioncina da una parte e dall’altra, Wright con un gol stranissimo, un esterno carambola probabilmente non voluto, ha ridato la speranza agli Stati Uniti. A quel punto l’Olanda ha capito che doveva tornare all’origine, al Dna imposto da Van Gaal: meno fronzoli, più equilibrio, fantasia e qualità da sfruttare solo oltre metà campo, con De Jong e Gakpo. Così i vari Pulisic (oggi meno ispirato) e Wright hanno ripreso a infrangersi contro la solidità oranje. E per sfruttare le ripartenze, Van Gaal finalmente ci ha presentato il gioellino classe 2003 Xavi Simons, che in meno di un quarto ha fatto capire quanto sia bravo. È stato lui a iniziare l’azione con la palla recapitata a Blind che ha restituito il favore a Dumfries, solo in area per il colpo che ha definitivamente spento le velleità yankee.
Occhio agli Oranje
Van Gaal continua a ripetere che la sua Olanda può vincere il Mondiale.
Ci sono squadre più attrezzate, una di questa è l’Argentina. Fin qui il cammino degli oranje è stato relativamente facile, ora si scoprono tutte le carte. Questa meravigliosa corsa a tappe che è il Mondiale non sempre la vince il migliore. È una partita a scacchi dove Van Gaal, mai battuto sul campo da c.t., è un maestro indiscusso. Nel 2014 perse la possibilità di conquistare la finale solo ai rigori, guarda caso con l’Argentina. Ora il destino gli propone la rinvincita. Messi è avvertito.
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