La Gazzetta dello Sport - Sicilia

«Il corri e tira stile Nba Che show la mia Varese spinta da 5mila tifosi»

Il debuttante coach Brase e le 5 vittorie di fila: «Oggi contro la Virtus sapremo chi siamo»

- Di Andrea Tosi

arese sogna col basket frizzante e spettacola­re di Matt Brase, il 40enne coach di Tucson, Arizona, nipote d’arte, debuttante su una delle panchine più nobili della Serie A. È lui il nuovo guru del palasport di Masnago che è tornato a riempirsi fino all’esaurito grazie alle gesta della squadra in striscia vincente di 5 partite che l’ha proiettata al terzo posto in classifica alla pari di Tortona dietro alle Due Grandi, Virtus e Olimpia.

V▶Brase, parliamo delle sue origini. Tanta gavetta, vero?

«Sì prima come giocatore ad Arizona dove ero in fondo alla panchina, utile solo per gli allenament­i, e poi come allenatore. Una carriera iniziata all’età di 24 anni, analista video nello staff di mio nonno, il mitico Lute Olson, membro dell’Hall of Fame e coach di Team Usa oro al Mondiale 1986. Lute era il padre di mia madre, è stato lui a ispirarmi e a spingermi a diventare allenatore. Poi mi sono spostato a Gran Canyon, ho preso il dottorato in leadership aziendale, quindi è arrivata la Nba: scout di San Antonio quindi il grande salto a Houston dove sono rimasto 10 anni ricoprendo tanti ruoli, anche come coach di Rio Grande, la squadra affiliata in G-League ai Rockets e come vice di Mike D’Antoni. In ultimo sono stato vice a Portland prima di accettare l’offerta di Varese (1+1 ndr)».

▶ Guardando al sistema di Varese, gioco e soluzioni veloci, l’influenza di D’Antoni e del suo “7 seconds or less” per andare al tiro sembra evidente. È così?

«Mike mi ha insegnato tanto, due anni con lui sono stati importanti. La mia filosofia è prendere il primo tiro buono subito e non speculare sul cronometro: non è detto che quello che prenderai sui 24” sarà migliore di quello che avresti potuto prendere dopo 5”. Ovviamente occorre equilibrio in campo».

▶ Ha rispolvera­to il vecchio “run and gun” il corri e tira con un quintetto atletico. Oppure c’è dell’altro?

«La sintesi è corretta ma io preferisco definirlo “efficiency and spacing”, ovvero avere le spaziature giuste per costruire un tiro a più alta percentual­e. La prima regola però

Matt

Brase

È nato il 15 giugno 1982 a Tucson (Usa). Ha giocato con Central Arizona e Arizona nel torneo Ncaa

Da coach Arizona (Ncaa, vice)

Gran Canyon (Ncaa, vice)

Rio Grande (G-League) c.t. Haiti Houston (Nba, vice)

Portland (Nba, vice). Allena Varese dal luglio 2022  è trasferire il pallone nella meta campo offensiva velocement­e».

▶Si dice che coach Brase, l’a.d. Scola e il manager Arcieri hanno portato a Varese il modello Nba. C’è una similitudi­ne?

«È un punto di riferiment­o ma non il modello assoluto. In Nba ci sono 30 squadre con 30 budget milionari e 30 stili di gioco che vanno interpreta­ti. Dalla Nba abbiamo importato le analitycs, cioè un sistema per valutare non solo attraverso le statistich­e le prestazion­i dei giocatori in partita e in allenament­o. Ci serve per capire il loro potenziale sviluppo e preparare la prossima partita».

▶ Dall’America a Varese, è un rischio calcolato?

«Ogni scelta della vita comporta correre un rischio. Stavo bene a Portland ma la chiamata di Varese mi ha colpito. Ho preso informazio­ni, so tutto della sua storia vincente. Gli stendardi appesi al palasport ce la ricordano. È un onore e una grande responsabi­lità per me allenare questa squadra e sono felice che abbia il sostegno di tanti tifosi entusiasti. Avere richiamato il sold out da 5mila è già un grande risultato». 

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