La Gazzetta dello Sport - Sicilia
Ferrari-Vasseur, la rivoluzione è dolce
Il francese sempre più favorito come team principal: cambi graduali e torna il d.t.
orse la realtà è meno nebbiosa di quanto sia apparsa dal comunicato con cui la Ferrari il 29 novembre ha annunciato di avere accolto le dimissioni di Mattia Binotto, effettive a partire da fine anno. In particolare aveva suscitato perplessità la frase di chiusura del documento: «Inizia ora il processo per identificare il nuovo team principal della Scuderia, che dovrebbe concludersi nel nuovo anno». Ma come, si sono chiesti in tanti, la Ferrari cambia il numero uno della Gestione Sportiva senza neppure avere idea di chi lo sostituirà? In effetti sarebbe un bel salto nel buio, inaccettabile per un team con la storia e il prestigio del Cavallino. In realtà è molto probabile che le parole usate allora siano state volutamente vaghe e indecifrabili. Non si voleva divorziare da Binotto facendo capire che c’era già il nome del prossimo sposo della rossa. Meglio l’incertezza apparente. Dietro alla cortina fumogena, ci sarebbe, al contrario, un piano ben definito e
FBahrain. La vettura che nascerà sulla base della F1-75, vincitrice quest’anno di quattro GP, è già in fase di definizione avanzata. Telaio e motore sono stati deliberati, mentre si potrà ancora intervenire sull’aerodinamica, con il lavoro di sviluppo in galleria del vento. In questo senso, la transizione potrebbe avere ricadute negative, da scongiurare. L’interim vedrà impegnato lo stesso Vigna, attivo sul doppio fronte delle strategie aziendali per la produzione di serie e della F.1. Poi toccherà all’erede di Binotto guidare la squadra all’assalto del titolo che manca dall’ultimo trionfo iridato di Kimi Raikkonen (2007).
Squadra
Non sarà una epurazione, ma una rivoluzione dolce quella che si prospetta. Non potrebbe essere altrimenti. Vasseur, uomo di corse con una attuale. Poi, dopo questo inevitabile ingresso in punta di piedi, apporterà cambiamenti graduali all’interno della squadra e della Gestione Sportiva. L’obiettivo, ovviamente, sarà migliorare le aree in cui la Ferrari ha mostrato più debolezze nel 2022, a cominciare dalle strategie al muretto. Ma il più grande cambiamento sarà inevitabilmente nella direzione tecnica, ruolo rimasto vacante durante i quattro anni da team principal di Binotto, che era rimasto il referente unico dei vari responsabili dei reparti telaio, aerodinamica e power unit. Possibile il ritorno di Simone Resta, d.t. di Alfa e poi Haas, nel frattempo rimasto sempre sotto contratto con la Ferrari. Nel corso della sua gestione, Binotto aveva decretato l’abbandono del modello di organizzazione orizzontale, a forte accento italiano, voluto dal suo mentore Sergio Marchionne. Ma la svolta era stata solo un “lifting” di facciata. Ora quell’idea è definitivamente tramontata.
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