La Gazzetta dello Sport - Sicilia
L’intuizione dell’Academy per allenare testa e talento
ll'età di 91 anni ci ha lasciato Nick Bollettieri, il più famoso coach della storia del tennis.
Nick era atterrato sul pianeta del nostro sport fondando la sua Tennis Academy nel 1978, marchiando fin da subito con la sua metodologia innovativa in maniera indelebile il tennis professionistico.
Non era un giocatore, ma da vero autodidatta si era dedicato a formare giovani talenti. La laurea in filosofia lo aveva aiutato a trovare la chiave per entrare nel cuore dei talentuosi, ma bizzosi atleti trasformando la propria accademia in un vero e proprio college americano. Gli allievi, infatti, vivevano all'interno tra lo studio e lo sport, respirando ventiquattrore tennis e libri.
È stato sicuramente il primo a capire che con l'avvento dei nuovi materiali e con il progressivo abbandono della terra battuta a favore di superfici dure, il tennis avrebbe preso una china sempre più marcata verso la potenza dei colpi.
Agassi, Courier, Sampras, Hingis, la Sharapova, la
Seles e le Williams sono alcuni dei grandi nomi che sotto la sua formazione e la sua guida hanno scritto pagine indelebili nel firmamento tennistico. Per completare il tennista ideale, Bollettieri aveva capito che rafforzando la testa, la capacità di restare a lungo concentrato, si potevano portare ai massimi livelli anche coloro che non erano stati baciati dal talento puro. Da qui l'introduzione del mental coach. La sua straordinaria intuizione da quel momento aveva portato questo aspetto nella formazione del tennista sullo stesso piano del talento e della qualità fisica.
AAndre Agassi 52 anni
Ha dato a tanti la possibilità di realizzare il proprio sogno. Ci ha fatto vedere come si vive al massimo
Era sempre positivo e riusciva a tirare fuori il meglio da tutti quelli che hanno lavorato con lui
Nick Bollettieri nasce a Pelham (New York) il 31 luglio 1931 da genitori di origini napoletane. Militare nei Marines, laureato in filosofia, diviene direttore delle attività di tennis al Dorado Beach Hotel di Portorico nei primi anni Settanta.
Nel 1978 apre la propria accademia a Bradenton, in Florida. È autore di numerosi libri e ha tenuto clinic di tennis in tutto il mondo.
Agassi
Il grande maestro non c'è più. Chissà se qualcuno dei tanti talenti che ha forgiato nella lunga carriera da allenatore autodidatta si metterà “sull'attenti” per l'ultimo saluto. Nicholas 'Nick' Bollettieri, benedizione e incubo per un esercito di tennisti più o meno affermati, è morto ieri nella sua casa in Florida a 91 anni, dopo alcune settimane di ricovero. Figlio di immigrati di origine napoletana, arruolato per sopravvivere nei paracadutisti, su un aspetto ha messo tutti d'accordo: ideando il «corri e tira», oggi diventato lo stile di gioco imperante, e fondando la preparazione sulla cura maniacale della testa, oltre che del fisico, ha rivoluzionato il tennis.
Avere un Marine come coach non dev'essere stato facile, ma così funzionava all'Academy di Bradenton. Lo ha descritto brutalmente Andre Agassi, il vero prototipo del suo giocatore ideale, nell'autobiografia bestseller Open: «Hai idea di come sia qui? Com'è vivere in questa prigione, svegliarsi alle sei e mezza, avere trenta minuti per fare quella colazione schifosa, (...) andare in quella schifosa scuola per quattro ore, tornare di corsa e avere trenta minuti per mangiare schifezze prima di scendere in campo, giorno dopo giorno dopo giorno?». Era il 1984 quando il padre Mike spedì il quattordicenne Agassi all'accademia di Bollettieri: doveva restare in Florida qualche mese, se ne andrà dopo 9 anni ormai prosciugato, lui genio ribelle guidato da un coach che non tollera il minimo sgarro. E proprio il “Kid” di Las Vegas sarà il primo a regalargli uno Slam.
Numeri 1
«Ha dato a tanti la possibilità di vivere il proprio sogno. Ci ha fatto vedere come la vita può essere vissuta al massimo.
Grazie Nick» lo “perdona” con un tweet Agassi, da bravo figliol prodigo. Sono altri 11 i tennisti saliti al numero 1 che gli devono quasi tutto: Becker, Rios, Courier e Sampras tra gli uomini; Serena e Venus Williams, Sharapova, Jankovic, Seles, Capriati e Hingis fra le donne. Di Jimmy Arias, vincitore a Roma nel 1983, il primo successo targato Bollettieri. «Il nostro sport ha perso uno dei suoi allenatori e sostenitori più appassionati" - ha scritto l'ex tennista e fondatrice della WTA Billie Jean King -. Nick era sempre positivo e riusciva a tirare fuori il meglio da tutti coloro che avevano la fortuna di lavorare con lui".
Le origini
E pensare che tutto è cominciato a Pelham, periferia di New York, in un quartiere multietnico dove i soli sport conosciuti erano il soccer (il nostro calcio) e il football. Il padre lo avrebbe voluto avvocato, ma dopo la laurea in filosofia il giovane Nick abbandona presto la facoltà di Giurisprudenza e inizia a insegnare su un campo pubblico di North Miami Beach. All'epoca intascava tre dollari all'ora, arriverà a prenderne 300 volte tanto. Il vero miracolo comincia nel 1978, anno di fondazione della Nick Bollettieri Academy, che nel 1987 viene acquistata dal colosso del management IMG. Oggi la struttura si estende su un terreno di 450 acri (dai 40 iniziali) e offre lavoro a 650 persone. In tutto questo, ha avuto tempo di sposarsi otto volte e di crescere sette figli, senza mai dimenticare le origini italiane: Capri ricorda i suoi viaggi di nozze. L'ultimo con Cindi, che ne ha dato la definizione ideale: «Quando l'ho sposato sapevo bene che io sarei stata l'amante: lui ha già sposato la sua Accademia». Addio, Nick. A tuo modo, sei stato un gigante.
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I magnifici 12 Nick Bollettieri ha rivoluzionato il tennis: dalla disciplina al mental coaching, ben 12 dei suoi allievi hanno raggiunto la vetta delle classifiche ATP e WTA
Uomini
Andre Agassi
Jim Courier Marcelo Rios Pete Sampras Boris Becker Donne
Jennifer Capriati Jelena Jankovic Martina Hingis Monica Seles Maria Sharapova Serena Williams Venus Williams