La Gazzetta dello Sport - Sicilia
Questa Italia ha buone carte da giocare LE FINALI No ai Mondiali ‘27 Mei: «Che figura» Abodi: «Linguaggi inadeguati»
A braccetto verso la gloria: nel lungo al coperto sono primatisti mondiali under 20 In Scozia con la prima e la quarta misura 2024 Botta e risposta tra il presidente Fidal e il ministro dopo il ritiro della candidatura di Roma
● Sulla carta, in chiave internazionale, è la sfida tra Noah Lyles e Christian Coleman nei 60 il piatto forte di oggi. Negli scontri diretti nella specialità, guida 5-1 Coleman, che però ha perso l’ultimo, il 17 febbraio ai campionati Usa di Albuquerque: 6”43 a 6”44 urlani, Iapichino. E poi Fabbri, Weir, Tecuceanu, Simonelli, Ihemeje, Dosso, il redivivo Ali... Pur orfana dei due pezzi da novanta Marcell Jacobs e Gimbo Tamberi, l’Italia ha buone carte da giocare sulla ruota di Glasgow, prima cartina di tornasole sulla strada che porta ai Giochi di Parigi, passando a giugno dagli Europei di Roma. Sono Mondiali indoor, è vero, con tutte le pinze da prendere, a maggior ragione in una stagione olimpica: qualcuno sarà indietro, altri li hanno evitati, avendo come solo obiettivo quello a cinque cerchi. Però servono. Per avere un’idea di come procede l’avvicinamento ai Giochi, ed eventualmente apportare correttivi. E anche per prendersi una bella dose di morale in caso di medaglie o primati. Il primo mese di gare ci ha dato risposte incoraggianti. Il contesto mondiale però ha un sapore più prestigioso. E potrebbe anche regalarci il bilancio migliore di sempre: 4 podi nella prima edizione.
Fsenza nella rassegna mondiale in sala: a Barcellona 1995, eliminato in qualificazione.
Gli extra Sia Mattia sia Larissa, prima di esplodere nell’atletica, hanno praticato altri sport: lui il basket, lei la ginnastica artistica. Poi entrambi sono stati campioni italiani cadetti al primo anno di categoria, ma non nelle attuali specialità: nell’alto lui, nei 300 ostacoli lei. Il laziale ama le nuove tecnologie (ha appena lanciato un proprio canale YouTube). La toscana la moda. Mattia è atteso dalla maturità al liceo scientifico sportivo, lei studia giurisprudenza.
Buona tradizione Sono cinque, su un totale di 26 (7 ori, 6 argenti e 13 bronzi) le medaglie che il lungo ha regalato all’Italia nella storia dei Mondiali indoor. Solo i dismessi 3000 di marcia (femminili) vantano altrettanti podi tricolori. Tre portano la firma di Giovanni Evangelisti, terzo nell’edizione 0 di Parigi 1985, a Indianapolis 1987 e a Siviglia 1991. Una di Andrew Howe, a sua volta di bronzo a Mosca 2006 e una, la più preziosa, quella già ricordata di Fiona. «Un mattoncino alla volta» ha scritto Larissa sui social dopo il 6.80 di Ancona. «Faremo piramidi a forza di mattoni» le ha risposto Mattia. C’è da aggiornare il medagliere.
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RaiSport 19.45-20.30 Rai 2 20.30-21 RaiSport 21-22.50 Rai 2 a candidatura di Roma ai Mondiali di atletica 2027, la richiesta di garanzie economiche al Governo, le polemiche, il ritiro della stessa candidatura il giorno della scelta di World Athletics, altre polemiche. Tutto in poche ore. Da una parte il presidente della Fidal, Stefano Mei. Dall’altra il ministro dello Sport, Andrea Abodi. Un “duello” inaspettato, vivacizzato nei toni. «L’Italia ha fatto una brutta figura a livello mondiale, mi spiace per l’atletica che non si merita questo, mi spiace per i ragazzi - ha detto ieri il numero 1 dell’atletica azzurra -, ma io mi sono attenuto a quanto suggerito e consigliato dal ministro, i tempi sono stati dettati da lui, il mio problema era arrivare con una lettera di garanzia davanti a World Athletics. La ricostruzione fatta da Abodi è fantasiosa, le cose sono andate diversamente. Il ministro sapeva della possibilità di candidarsi già ad agosto. È stato lui ad affidarci a un advisor che già ai primi di gennaio aveva preparato lo studio. Ci ha dato appuntamento il 24 gennaio quando abbiamo consegnato la documentazione con indicati gli 85 milioni di euro. L’8 febbraio abbiamo presentato il progetto al Mef e al ministro Giorgetti che aveva definito “bellissimo” l’evento. Mi dispiace, anche il Coni era fiducioso».
L«Con educazione» Abodi ieri ha cercato di evitare il botta e risposta con Mei. Poi, in tarda serata, all’ennesima richiesta di replica, ha deciso di parlare. «Con educazione», ha sottolineato subito. «D’altronde, stiamo ancora lavorando per gli Europei di giugno, attraverso Sport e Salute, per garantire un evento di qualità e un risultato economico con limitate perdite. Se ci fosse stato un atteggiamento più rispettoso delle procedure, dei tempi e dei problemi che sta affrontando il Governo nell’interesse generale, forse avremmo avuto qualche possibilità in più per competere con Pechino che, peraltro, aveva un budget superiore a Roma del 40%. Avrei voluto anche io tornare allo Stadio Olimpico di Roma per i Mondiali, come feci nel 1987, ma con le pretese e i linguaggi inadeguati non si va da nessuna parte».
Risorse Abodi avrebbe gradito riflettori se non spenti, a luci basse. Ma, alla fine, questa storia l’ha convinto ad agire per evitare in futuro situazioni simili. «Ho finito di predisporre una proposta di norma per regolamentare le candidature ai grandi eventi internazionali per i quali si chiedono risorse finanziarie al Governo - le sue parole -. Questa esperienza deve servire per le prossime opportunità, perché vogliamo in Italia i grandi avvenimenti sportivi per tutto quello che possono dare, ma lo si discuta prima e secondo un protocollo che valga per tutti. Chi non ha bisogno di risorse pubbliche sarà libero di fare, nel rispetto delle leggi, quello che ritiene più opportuno».
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Ho proposto una nuova norma per chi organizza grandi eventi
Bisogna parlarne per tempo e con un protocollo che valga per tutti