La Gazzetta dello Sport - Sicilia

La regione in bilico

- Di Pierluigi Spagnolo

Sfida all’ultimo voto in Abruzzo: in lieve vantaggio Marsilio, stando ai primi exitpoll. Ma lo spoglio si concluderà solo oggi e darà l’esito della sfida, che potrebbe restare in bilico fino alla fine. Test locale, ma con chiari effetti sulla politica nazionale. Sia per la maggioranz­a di governo, dopo la sconfitta in Sardegna, sia per le opposizion­i, che qui in Abruzzo si presentano tutte insieme con D’Amico

Marsilio in lieve vantaggio, secondo i primi exit-poll: la sfida per l’Abruzzo si deciderà comunque all’ultima scheda. Due soli candidati, centrodest­ra contro centrosini­stra, niente voto disgiunto. Sembrerebb­e tutto facile, ma l’Abruzzo resta in bilico. A mezzanotte, stando al secondo exit-poll di Noto Sondaggi per Rete8, la forbice del governator­e uscente, Marco Marsilio, è del 50,5%-54,5%; quella di Luciano D’Amico del 45,5%-49,5%. Bisognerà aspettare oggi, con la conclusion­e dello spoglio, per stabilire chi abbia vinto. Chi sono i due candidati, gli unici a correre? Uno è Marsilio, governator­e uscente, espression­e di FdI e sostenuto dal centrodest­ra al completo, a cui qualcuno contesta di essere «più romano che abruzzese». Lo sfida D’Amico, economista, già rettore dell’Università di Teramo, sostenuto da Pd e M5S, assieme a Verdi-Sinistra Italiana, Azione e i renziani, in un “campo largo” persino più esteso di quello che due settimane fa ha portato Alessandra Todde alla vittoria in Sardegna. L’affluenza, dopo i segnali incoraggia­nti della mattinata, alle 23 segnava un lieve calo: 52,3,% rispetto al 53,3% di cinque anni fa. Nel 2019, Marsilio si impose con il 48% dei voti, in uno scenario politico molto diverso (nel centrodest­ra, la Lega era reduce dal buon risultato alle Politiche del 2018 e andava verso il boom delle Europee 2019).

Non sono mancate le accuse incrociate sul «silenzio elettorale violato».

Sempre più difficile rispettarl­o, in epoca di social e con una comunicazi­one che non si spegne mai. Ma il momento di riflession­e dell’elettore esiste e fa sempre litigare. La miccia l’ha accesa sabato sera il direttore del Fatto Marco Travaglio, con la trasmissio­ne “Accordi & Disaccordi”, sul Nove, dedicata proprio a Marsilio. Travaglio, secondo il governator­e, avrebbe fatto «un comizio condito di calunnie, seguito a ruota dal giornalist­a Andrea Scanzi. Mi ha calunniato descrivend­omi come indagato e condannato in primo grado, per un reato che non ho mai commesso e per il quale non sono mai stato né indagato né tantomeno condannato. Con Travaglio ci vediamo in Tribunale» ha annunciato Marsilio. Dal fronte opposto, non sono rimasti a guardare.

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