La Gazzetta dello Sport - Sicilia

JUGOVIC «A Federico basta uno strappo per decidere questa partita Rischia più Allegri di Tudor»

- Di Filippo Cornacchia

iù che una sfida, è una serie. Juventus e Lazio sono pronte ad affrontars­i due volte in quattro giorni: domani all’Olimpico, in campionato. E martedì all’Allianz Stadium nella semifinale d’andata di Coppa Italia (ritorno a Roma il 23 aprile). Vladimir Jugovic, campione di tutto ai tempi della Juventus 1995-97 e protagonis­ta della Coppa Italia 1998 che ha aperto il ciclo vincente della Lazio di Eriksson, seguirà il doppio incrocio dalla neve di Kitzbuehel, in Austria, tra una discesa e una partita a scacchi.

PLa squadra di Allegri, reduce da 7 punti in 8 partite prima della sosta, riparte dalla nuova Lazio dell’ex Tudor: chi rischia di più?

«La Juve, non c’è dubbio. Per Tudor è un vantaggio iniziare la nuova avventura contro i bianconeri. Non tanto perché la Juventus è stata una sua ex squadra da giocatore e pure da vice di Pirlo. La verità è che se Tudor batte la Juventus dà una scossa incredibil­e a tutto l’ambiente, il modo migliore per partire e svoltare. Se al contrario dovesse perdere, non sarebbe una tragedia: è una cosa che ci può stare, no? A rischiare di più è Allegri, che deve invertire la rotta per tornare a fare punti come prima del crollo post derby d’Italia».

▶La Juventus ha fatto troppo bene prima dello scontro diretto contro l’Inter di inizio febbraio o troppo male dopo quella sconfitta?

«Nella prima parte di stagione, la squadra di Allegri è andata oltre le migliori aspettativ­e. Ma l’aspetto più difficile nel calcio è mantenersi al top e avere continuità di risultati. La Juve è sempre la Juve, però nell’ultimo periodo non mi è sembrata quella originale e autentica... Occhio, però…...».

Alla qualificaz­ione Champions?

«Se non si sveglia e cambia marcia già contro la Lazio, rischia di complicars­i la vita per il ritorno in Champions. Io resto fiducioso perché conosco il dna del club. Nei momenti di massima difficoltà, quando in molti sono già pronti a farle il funerale, la Juve trova sempre la forza per rialzarsi. Se batte la Lazio in queste due gare ravvicinat­e, il finale di stagione può svoltare. La Juventus dovrebbe lottare per lo scudetto sempre, come impone la sua storia, ma la Coppa Italia è pur sempre un trofeo e vincerla sarebbe un bel segnale di ripartenza per la società».

Vladimir Jugovic

Ex mediano di Juve e Lazio

Domani Allegri sarà privo del suo bomber principe (Vlahovic, squalifica­to) e del suo vice (Milik, infortunat­o)... «Ma avrà Chiesa, uno a cui basta una fiammata in contropied­e per decidere la partita. Una grande squadra deve andare oltre le assenze. E a Vlahovic, vista l’espulsione sciocca rimediata contro il Genoa, un po’ di riposo farà bene, anche soltanto per riflettere...».

▶Tornando alla Lazio: sorpreso dalle dimissioni di Sarri?

«No, perché Sarri mi è sembrato un uomo sempre molto onesto. Non è da tutti fare un passo indietro assumendos­i le responsabi­lità di un momento complicato: è un gesto che gli rende onore».

▶Se pensa al calcio di Tudor,?

«Le squadre di Igor sono aggressive e totali: si sente l’influenza anche della scuola di in bianconero

Tomislav Ivic, il leggendari­o allenatore di Spalato che negli anni Settanta ha guidato l’Ajax».

A bruciapelo: meglio Luis Alberto o Rabiot?

«Barella. L’azzurro dell’Inter è il mio centrocamp­ista preferito in Serie A».

Tudor si è presentato alla Lazio parlando dell’amico e connaziona­le Alen Boksic, come lei doppio ex delle due squadre. L’ex attaccante croato a chi servirebbe di più domani?

«Con Boksic ho giocato sia alla Juventus che alla Lazio: fortissimo, a tratti devastante. E lo sarebbe anche nel calcio di oggi, nella Lazio come nella Juventus».

▶La Juventus, in vista del ritorno in Champions League e del Mondiale per club 2025, punta Koopmeiner­s dell’Atalanta per rinforzare il centrocamp­o: può essere l’uomo giusto?

«È un bel centrocamp­ista, abile in rifinitura e in zona gol. Dalla Juventus, però, mi aspetto un colpo meno pubblicizz­ato: tipo il Vidal dei tempi di Conte, Marotta e Paratici. O il Kvaratskhe­lia che Giuntoli ha portato al Napoli. Sono dell’idea che non serva sempre comprare giocatori: a volte bisogna pure crearseli».

Il confronto Tra Rabiot e Luis Alberto, scelgo sempre... Barella, il top»

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Massimilia­no Allegri, 56 anni, è alla seconda esperienza sulla panchina della Juve: nella prima ha vinto 5 scudetti consecutiv­i
GETTY Cinque scudetti Massimilia­no Allegri, 56 anni, è alla seconda esperienza sulla panchina della Juve: nella prima ha vinto 5 scudetti consecutiv­i
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