La Gazzetta dello Sport - Sicilia

JUVE, ROMA E LAZIO LA CORSA CHAMPIONS PASSERÀ DAI DERBY

Stop Triestina La Juve corre Cinquina Rimini

- Di FABIO CAPELLO

La corsa alla zona Champions è arrivata alla fase decisiva: anche Roma, Atalanta e Lazio possono giocarsi le proprie chance. A maggior ragione se, come sembra ormai probabile, anche il quinto posto darà accesso al torneo europeo più importante. Il prossimo turno con il derby di Roma dirà molto in questa chiave: sarà una partita decisiva per entrambe, per la Lazio una specie di “dentro o fuori”. Tudor ha l’obbligo di vincere se vuole continuare ad ambire ai primi posti. Per potersi rimettere in gioco deve necessaria­mente rallentare gli avversari. Non ha altre strade: tre punti nel derby e poi mantenere il ritmo. La squadra che ho visto in campionato contro la Juventus mi è piaciuta, la versione slegata di Coppa Italia molto meno. avversarie difficili, Allegri deve stare attento: la formazione di Italiano permette qualcosa di più a livello offensivo, il Toro è più ostico e prevedo un derby tattico. Nell’ultimo periodo è stata una brutta Juve, ma può ripartire dal secondo tempo della partita di Coppa Italia con la Lazio. Ho visto una squadra concentrat­a in difesa e finalmente capace di non subire gol, con due attaccanti come Chiesa e Vlahovic micidiali negli spazi. Ho letto una dichiarazi­one di Federico, secondo cui la Juve ha pagato a livello mentale la sconfitta contro l’Inter in quello che a inizio febbraio poteva essere visto come uno scontroscu­detto. Credo invece che ci sia davvero una differenza troppo netta tra le due squadre. La Juventus non ha la qualità dell’Inter, specie nelle posizioni chiave del centrocamp­o. I giocatori di Inzaghi lì sono di un altro livello rispetto ai bianconeri.

Il Bologna è in grande condizione: mi piace come gioca, vedo una squadra che mantiene sempre un grande equilibrio. Ciò che più mi impression­a di Thiago Morra è la capacità di mettere in evidenza le qualità tecniche dei singoli nel contesto generale. Ovviamente Zirkzee su tutti: mi piacciono i giocatori di qualità, e lui ne ha. In più ha corsa, dinamismo e visione di gioco: sa fare la differenza e sono convinto che uno così possa giocare dappertutt­o e ad alto livello.

Allegri deve affrontare Fiorentina e Torino, due ostacoli difficili. Per De Rossi e Tudor peserà moltissimo la sfida dell’Olimpico. Quasi fatta per il Milan, Bologna in gran forma

Anche l’Atalanta è in corsa e va considerat­o che ha una partita in meno rispetto alle altre. È anche vero il contrario: è gravata dai tanti impegni, forse troppi, tra Coppa Italia e soprattutt­o Europa League. In sfide come quella

contro il Liverpool tutti vorranno dare qualcosa in più, l’orgoglio ti esalta ma ti fa anche spendere molto a livello mentale e di conseguenz­a fisico. Dico sempre che se ho visto portieri con i crampi, vuol dire che è la testa che comanda le energie. Il calendario del campionato è alla portata di Gasperini, ma l’Europa può essere un problema.

Il Milan è già dentro, può stare tranquillo. Ha trovato velocità di gioco e riconquist­ato quella serenità che forse gli era un po’ mancata. Era impensabil­e che non si qualificas­se: dopo la stagione dello scudetto si è trovato davanti avversari come Napoli e Inter che hanno viaggiato a livelli stratosfer­ici. Pioli ha sempre fatto la sua parte, nelle ultime settimane ha

percentual­e di riempiment­o molto inferiore al 96%. Non è importante solo lo spettacolo, altrimenti la Roma di Mourinho non avrebbe colleziona­to un sold out dietro l’altro. La magia del pallone a volte è indecifrab­ile.

In Italia la gente va allo stadio per celebrare un rito pagano: tutto quello che ruota attorno a una partita segue quasi una liturgia. Non dappertutt­o è così. Ed è anche uno dei segreti, perché solo qualcosa che attiene alla sfera dei sentimenti può giustifica­re il disincanto con il quale si superano difficoltà logistiche oggettive. In

anche tenuto il passo dell’Inter. Nei mesi più difficili è stato condiziona­to dagli infortuni, prima ancora doveva integrare i nuovi acquisti. Ora è il Milan che ci si aspettava. È evidente come all’appello manchi il Napoli e forse anche un po’ la Lazio. Ho visto il Napoli di Calzona tentare un ritorno all’antico, ma la squadra non difende più come prima e non può dipendere soltanto dalla partenza di Kim. Sono i giocatori che un anno fa avevano fatto la differenza, da Osimhen a Kvara, a essere sottotono. Alla Lazio mancano punti, probabilme­nte è venuto meno qualcosa a livello di gruppo perché le scelte dell’allenatore non sempre sono state condivise.

Italia alcuni stadi sono belli e accoglient­i, altri sono vetusti e inospitali. Non si pretende chissà cosa, ma dappertutt­o andrebbero garantiti posti a sedere comodi, servizi igienici dignitosi, luoghi di ristoro facilmente accessibil­i, copertura dalla pioggia, procedure di ingresso semplifica­te e più rapide. I biglietti sono mediamente molto cari e i sacrifici degli appassiona­ti vanno ripagati con esperienze gratifican­ti. Non è più vero, come detto, che ai tifosi interessa solo vincere: quella resta la prima cosa, ma la gente vuole stare bene

Il laziale Mattéo Guendonzi, 24 anni (a sin.), contrasta lo juventino Adrien Rabiot (29) nella sfida di Coppa Italia vinta 2-0 dai bianconeri quando segue la propria squadra. Vuole tornare a casa contenta per come ha vissuto la giornata e non solo per quello che ha visto nell’ora e mezza in cui rimbalza il pallone: la cornice conta quanto il quadro. I grandi club concepisco­no ormai la partita come modello supremo di intratteni­mento, quindi si sono specializz­ati in servizi di hospitalit­y di alto livello: per restare all’inglese, andare allo stadio viene considerat­a una “experience”. Ma l’hospitalit­y vera, quella che davvero fa la differenza nel lungo periodo, va riservata al tifoso comune che con tante rinunce fa saltar fuori i soldi per una trasferta e ha il diritto di entrare in uno stadio all’altezza della sua passione. tifosi li abbiamo, gli stadi ancora no: è il momento di assecondar­e definitiva­mente il rapporto speciale che c’è tra il calcio e gli italiani.

Il pallone in Italia sopravvive agli scandali, all’esposizion­e in tv, alla fuga dei campioni. Gli spalti sono pieni, ma spesso inospitali: è ora di fare qualcosa

I

ei tre recuperi la Triestina ferma la rincorsa verso il secondo posto: l'Atalanta U23 trova il pari nel finale dopo una partita bella e ricca di occasioni. Nel girone B seconda vittoria di fila per la Juve (scavalcati in classifica Arezzo e Pontedera) e terza sconfitta esterna consecutiv­a per l'Entella, poco pericolosa. Infine il Rimini, scatenato: 5 gol (Morra arriva a 19) all'Olbia dell'ex Gaburro e ritorno nella griglia playoff

NDeferimen­ti Altri guai infine per Alessandri­a e Brindisi, ancora deferiti per non aver rispettato la scadenza di febbraio: rischiano solo una penalizzaz­ione per la prossima stagione.

MARCATORI Pavlev (T) al 31’, Vlahovic (A) al 42’ s.t.

TRIESTINA (3-4-2-1) Matosevic 7; Moretti 6, Malomo 6 (dal 34’ p.t. Ciofani 6), Rizzo 6; Germano 6,5, Correia 7, Vallocchia 5,5 (dal 28’ s.t. Jonsson 5,5), Anzolin 5,5 (dal 28’ s.t. Pavlev 7); El Azrak 6, D’Urso 6 (dal 13’ s.t.

Minesso 5,5); Lescano 6 (dal 28’ s.t. Redan 5,5). (Agostino, Diakite, Crosara, Struna, Petrasso, Celeghin, Fofana, Gündüz). All. Bordin 6,5

ATALANTA U23 (3-4-2-1) Vismara 7; Ghislandi 6, Comi 6,5, Ceresoli 5,5; Palestra 6,5, Gyabuaa 7, Panada 6,5 (dal 37’ s.t. Cortinovis 6,5),

Bernasconi 5,5 (dal 17’ s.t. Chiwisa 6); De Nipoti 6 (dal 17’ s.t. Jimenez 7), Capone 7; Diao 5,5 (dal 22’ s.t. Vlahovic 7). (Dajcar, Bertini, Mendicino, Muhameti, Tavanti, Masi, Regonesi). All. Modesto 6,5

ARBITRO Vingo di Pisa 6

NOTE spettatori 450 circa, incasso non comunicato. Ammoniti Anzolin, Gyabuaa, Minesso e Capone. Angoli 6-1

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