La Gazzetta dello Sport - Sicilia

Attenti a Marquez Schwantz avverte: «Studia la Ducati poi sarà un pericolo per Pecco e Martin»

- Di Paolo Ianieri

a fatto di Austin la sua casa, ma il cuore batte sempre forte per l’Italia. E per la Riviera romagnola. «Sarò a Misano l’11 maggio al Suzuki Motor Fest, così ne approfitte­rò per stare anche un po’ col mio amico Aldo (Drudi; ndr). L’Italia per me è speciale» racconta al telefono Kevin Schwantz. Prima, però, per l’iridato 1993 con la Suzuki, uno dei piloti più amati per stile, coraggio, capacità di soffrire e simpatia, c’è il GP of the Americas che si corre a pochi chilometri dal suo ranch. Dove ieri sera, ormai è tradizione, ha ospitato per un barbecue un po’ di amici del paddock.

Schwantz, impossibil­e non partire dall’acquisto della MotoGP da parte di Liberty Media.

«Credo che in questi anni la Dorna abbia fatto un grandissim­o lavoro. Ma dal momento in cui Liberty Media ha preso la Formula 1, ha ribaltato quello sport: oggi tutti nel mondo la conoscono, grazie anche alla serie su Netflix. Quella è stata la grande idea. Non ho guardato tutto Drive to Survive ,maè bastata qualche puntata per capire quanto sia fatto bene. Vorrei si provasse a farlo pure con la MotoGP, perché le storie dei suoi protagonis­ti sono decisament­e molto, molto meglio di quelle della F.1».

▶Anche

Hle gare di moto sono molto più eccitanti. Lunga risata. «Oh beh, pensavo non servisse nemmeno dirlo, credo sia sotto gli occhi di tutti».

▶Lei era nell’organizzaz­ione del Cota. Se negli Usa la F.1 è esplosa, la MotoGP fatica. Perché?

«Credo che il problema dei tifosi di moto sia che... sono sempre gli stessi, non ne creiamo nuovi. I ragazzi oggi non sono appassiona­ti di moto, interessan­o solo i videogioch­i, i social. È qualcosa a cui guardare con attenzione».

▶C’è la novità di Trackhouse Racing, neo team satellite Aprilia. Una squadra americana aiuterà?

«Non credo. La gente conosce Trackhouse perché hanno vinto in Nascar, ma non vedo crescere un vero interesse al di fuori degli appassiona­ti. Ho incontrato Justin Marks (il proprietar­io; ndr), si stanno muovendo bene, hanno preso Davide Brivio, ma senza un pilota americano in grado di lottare al vertice sarà difficile creare più interesse».

▶Qualche nome all’orizzonte?

«Ci sono un paio di ragazzini che si stanno mettendo in mostra. Uno è Mikey Lou Sanchez, non abita lontano da qui e si divide tra Usa ed Europa (primo americano a vincere nella Moto4 spagnola, e due titoli MotoAmeric­a Mini Cup; ndr). L’altro è Kensei Matsudaira, anche lui corre in Spagna. Ma sono giovanissi­mi, hanno 13 anni, serve tempo».

▶Con

Bagnaia La costanza è una sua arma, ma dovrà capire come contrastar­e la velocità di Martin

Liberty Media le gare Usa aumenteran­no. «Io credo che, se oggi ci fosse un altro GP, avresti

● Nel fine settimana ad Austin si corre il GP of the Americas, terza tappa (su 21) del Mondiale della MotoGP. Si corre sulla pista del Circuit of the Americas (5.513 m).

Francesco Bagnaia e, alle spalle, Marc Marquez nel “duello” che li ha visti protagonis­ti nel GP del Portogallo: si sono scontrati e auto-eliminati a tre giri dal termine

mo atto di una sfida annunciata

«Anche un anno fa qui. Forse avrei dovuto dire che, essendo il pilota che immaginiam­o più esperto, è quello che dovrebbe buttarne via meno».

▶Come vede Marquez sulla Ducati?

«Deve ancora imparare a fondo quanto spingere, come usare le gomme, quanto permetters­i di perdere all’inizio per poi recuperare. Gli manca l’esperienza su una moto completame­nte diversa per tornare competitiv­o come prima. Ma è sicurament­e già un pericolo per il Mondiale».

▶Ed è lo sceriffo del Texas. È il suo favorito?

«Beh, il Cota è come casa sua, vediamo su una moto diversa. Sulla Honda qui si trovava decisament­e bene, guidava sopra i problemi. Ma oggi le gare hanno tanto a che fare con la gestione delle gomme, e lui deve ancora scoprire come si comporta la Ducati».

▶Chi vede compagno di Bagnaia in Ducati nel 2025? Bastianini, Martin, Marquez, Bezzecchi?

«Aspettiamo, intanto Bastianini è finito davanti in Portogallo, Martin ha vinto... se la giocherann­o. Chi finora ha faticato è Bezzecchi, non vorrei dire che le due gare siano state catastrofi­che, ma non è andato bene, mi aspettavo molto di più da lui. Non sarà una scelta facile per Ducati, la competizio­ne è serrata».

Tra i grandi nomi sul mercato c’era Quartararo. Che a sorpresa ha rinnovato con la Yamaha.

«Io non scommetto mai contro i giapponesi. Honda, Yamaha, la Suzuki, quando correva ancora. Le sono rimasto sempre fedele, e il momento in cui c’era la possibilit­à di andare via è stato quello in cui la moto mi ha permesso di vincere il Mondiale. Come pilota tu devi lavorare duro e gli ingegneri faranno lo stesso. Più impegno ci metti, più gli sviluppi e i passi avanti saranno veloci».

TEMPO DI LETTURA 5’45” 20.15 prequalifi­che 1 Moto3; 21.05 prequal. 1 Moto2; 22 prequal. MotoGP Sabato: 15.40 prequal. 2 Moto3;

16.25 prequal. 2 Moto2; 17.10 libere 2 MotoGP; 17.50 qualifiche MotoGP; 19.50

Acosta È un talento enorme. Si può giocare qualsiasi gara: tutti dovranno fare i conti con lui

Gli Usa La base dei tifosi non cresce Serve un pilota americano che lotti al vertice

Liberty Ha ribaltato la F.1 grazie anche alla serie Netflix Io farei un prodotto simile pure in MotoGP

qual. Moto3; 20.45 qual. Moto2; 22 Sprint MotoGP (10 giri)

Domenica: 18 gara Moto3 (14 giri 77,18 km) 19.15 Moto2 (16 g. - 88,21 km); 21 MotoGP (20 g. - 110,26 km)

mischia, stratifica.

▶Marra⏻, lei come si definisce? Creativo, stilista?

«Io non mi definisco. Mi piace trasformar­e. Lo faccio con gli oggetti che scovo nei mercati, lo faccio con gli stracci».

Beh, non sono proprio stracci i suoi abiti. Perché li chiama così?

«Perché si tende a prendersi troppo sul serio. Non ho mai disegnato per mia mamma o mia sorella, sono nato in mezzo ai vestiti perché mio padre ha portato Fiorucci in Sardegna. La tecnica l’ho affinata col tempo, lavoro su un pezzo di stoffa e poi aggiungo, tolgo, pasticcio. Mi piace fare tante cose».

▶Di⏻egna

abiti, carte da parati, costumi teatrali, per il Salone ha creato un’installazi­one con

Per non farsi mancare niente, c’è anche la collaboraz­ione con Nodo, azienda specializz­ata in mobili outdoor.

«Ci siamo incontrati a Orticolari­o, a Como, e abbiamo pensato di fare qualcosa insieme. Poi il progetto si è espanso: non soltanto sedie, ma tappeti, lampade, divani... diciamo che ci siamo fatti prendere la mano».

▶Come nasce il suo amore per l’architettu­ra e il design?

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Pecco vs Marc
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