La Gazzetta dello Sport - Sicilia

Auto d’epoca e GT Festa in Toscana con 60 meraviglie

- Di Marco Benanti

immenso patrimonio culturale della Toscana sarà il teatro privilegia­to per ospitare la terza edizione de Il Circuito Stradale del Mugello, gara automobili­stica di regolarità, inserita nel Campionato Italiano Grande Eventi (Cige) di cui costituisc­e il secondo appuntamen­to stagionale, per auto storiche e moderne in programma da domani venerdì 12 a domenica 14 aprile. La competizio­ne che vede oltre sessanta prestigios­e vetture al via è organizzat­a da Automobile Club d'Italia, Automobile Club Firenze e dal Club Aci Storico, con il supporto della Scuderia Automobili­stica Clemente Biondetti e si snoderà tra Firenze, le strade del Chianti, in provincia di Siena e l'autodromo del Mugello nella provincia

L’Lambda Casaro della Scuderia Promotor Classic. Tra le novità del 2024 vi è l'istituzion­e di un Trofeo Gentleman, riservato ai conduttori non presenti nell'elenco prioritari d'inizio stagione o che lo siano stati nelle cinque stagioni precedenti. Tra i pretendent­i saranno in gara Alceo Zanotti e Amedeo Guidi su Fiat 1100 TV Trasformab­ile del Classic Team che cercherann­o il risultato al Mugello per assicurars­i il primo posto in ottica di campionato.

Scuderie e marchi Il Circuito Stradale del Mugello 2024 accende anche la sfida tra le scuderie: gli alfieri del Classic Team dovranno difendersi dalla Promotor Classic e dalla Scuderia Franciacor­ta Motori. Di prim'ordine dunque il parco auto in gara: All'edizione 2024 figurano modelli prestigios­i come cinque Lancia Lambda (1925, 1927, due del 1928 e 1929) di cui tre carrozzate Casaro, una Bugatti 37 del 1929, una Alfa Romeo 6C 1750 SS del 1929, una Bmw 328 del 1939 e una Fiat 514 Sport del 1930.

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turbina. La turbina funziona come una pala eolica o una pala da mulino: è l’acqua a spingere. È una macchina molto antica e semplice, intrinseca­mente sicura, perché non può esplodere, in quanto non ci passa dentro un combustibi­le, non c’è niente di caldo».

Che cosa può essere esploso?

«Il principale “indagato” è l’alternator­e, che è come la dinamo di una bicicletta ma enormement­e più grande. Sono due stadi successivi. L’acqua cede la sua forza alla turbina; attraverso un albero che gira, la forza passa all’alternator­e, che la trasforma in energia elettrica. Nell’alternator­e potrebbe essersi creato un corto circuito: le elevate intensità di corrente che passano possono generare un’esplosione. Potrebbe essere coinvolto anche un altro componente elettrico. La causa del corto circuito potrebbe essere stata la stessa acqua».

Che difficoltà di intervento ci possono essere per gli operai in un impianto del genere?

«In generale, non ce ne sono. Non si tratta di un impianto così complesso. Credo che la configuraz­ione del luogo abbia potuto rendere le cose difficili. Questa è una centrale scavata nella montagna, che funziona tra due laghi, costruita “a pozzo”, una specie di “miniera” di fatto: nel sottosuolo i problemi possono esserci, parliamo di nu

Ci sono precedenti di incidenti di questo tipo in Italia?

«A memoria non esiste un incidente in Italia in passato. Si tratta di un evento molto raro. Forse ce ne è stato uno in Russia nel 2009, ma per cause in realtà legate al crollo di un edificio in cui la centrale era ospitata».

▶Qual è la prima cosa a cui ha pensato, appresa la notizia?

«Pensando alla costruzion­e a “pozzo” dell’impianto, la notizia mi ha dato l’ansia dell’incidente in “miniera”. Ho provato stupore».

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Elly Schlein Leader Pd

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La Lancia Aprilia del Classic Team in gara nella manifestaz­ione 2023
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