La Gazzetta dello Sport - Sicilia

FORO ITALICO SHOW

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reativo e allo stesso tempo concreto. Diego Nepi Molineris, a.d. di Sport e Salute, è uno dei pochi davvero capaci di trasformar­e le idee (anche le più ambiziose) in fatti, mettendo tutto al servizio dello sport, da quello dei big a quello di base. Tra un mese esatto il Foro Italico, che Sport e Salute gestisce, sarà il centro dell’universo sportivo, tra Jannik Sinner, Marcell Jacobs e la finale di Coppa Italia.

Una settimana che entrerà nella storia?

«Una settimana che ci porta nel futuro e mostra quale sia la reale dimensione di una vision unica e originale: la vision di Sport e Salute che in tema di eventi sportivi va ben oltre la semplice organizzaz­ione degli stessi, trasforman­doli in una “mostra in movimento” del talento sportivo ai massimi livelli. La sfida è ridefinire il concetto ogni volta in una nuova armonia con il Foro Italico, un luogo nel quale marmo, natura e strutture moderne sanno fondersi in nome della bellezza dello sport. Sinner che gioca sul Centrale, Jacobs che corre sulla nuova pista dello Stadio dei Marmi e poi la finale di Coppa Italia. Eccolo il Foro Italico che muta ma resta se stesso, perché qui non è mai la cronaca che brucia in un giorno ma è la storia che sopravanza al tempo».

▶E

Cgli Internazio­nali, già sold out, vedono Sinner tra i protagonis­ti assoluti.

«Con la Federtenni­s abbiamo iniziato questa avventura 18 anni fa con la speranza che un giorno sarebbe arrivato uno come Jannik. E oggi siamo felici e pieni di passione per un progetto che si realizza sprigionan­do tutto il suo potenziale. La Fitp e noi siamo cresciuti molto, abbiamo lavorato duro e sulla qualità anno dopo anno per rendere gli Internazio­nali ciò che sono oggi, senza perdere la sua caratteris­tica identitari­a. Sono un evento “pop” in un luogo unico dove le statue si fondono con gli applausi del pubblico. Il marmo è un silenzio in movimento. Un incantesim­o attraverso il quale trasformar­e il concetto tradiziona­le di sport, rendendolo moderno. Qualcosa che tutti vogliono fare o avere».

▶Evento pop, quindi Sinner, Berrettini, Musetti, Arnaldi, Sonego, Darderi, Nardi e Cobolli si mescoleran­no con i tifosi?

«È questo il cuore della nostra visione. Sinner deve essere un qualcosa di tangibile per i tifosi e non di astratto. È il concetto che c’è dietro gli Internazio­nali e tutti gli altri eventi che organizzia­mo. Jacobs correrà per la prima volta nello stadio dei Marmi che dopo gli Europei di atletica tornerà a disposizio­ne dei cittadini che potranno allenarsi sulla stessa pista su cui ha corso l’uomo più veloce sulla terra».

▶Progettual­ità grande?

e visione, è così che un evento diventa

«Quando si investe in idee, progettual­ità e pianificaz­ioni precise, i risultati arrivano. Il Foro Italico è una grande piazza e in Italia le piazze hanno un valore importanti­ssimo. Aggregano e livellano le differenze, fondono persone e sogni. Simbolo di tutto questo è il ponte in acciaio che unisce il centrale. E se il ponte della Musica collega idealmente il distretto del contempora­neo al Foro Italico, quello del centrale unisce atleti e fan. Costruire ponti virtuosi è un segno tangibile per lo sport, l’effetto moltiplica­tore. Il nostro obiettivo è portare l’ottimismo in maniera dilagante e contagiosa per avere fiducia in se stessi».

Cosa intende per piazza?

«Fateci caso: il Foro Italico e lo stadio dei Marmi non hanno barriere architetto­niche. Tutti possono accedere e farne parte liberament­e. Un polo di attività, uno spazio in cui tutti possono incontrars­i, socializza­re e rimanere attratti dallo sport, diventando così parte di un circolo virtuoso che premia inclusivit­à, sana competizio­ne e creatività in tutte le sue forme, dall’arte alla musica. Mi piace pensare che il Foro Italico sia una scatola magica di eventi, arte, musica dove giovani e cultura urbana possono incontrars­i».

E l’esempio della Fitp è stato seguito anche da altre federazion­i?

«Certo. Basti pensare alla Fise con Piazza di Siena. Il Concorso di equitazion­e ora può puntare al grande Slam, mentre Villa Borghese è diventata un fiore all’occhiello per Roma. Una palestra a cielo aperto. La Federazion­e Italiana Rotellisti­ca ospita i World Skate Games a Colle Oppio, di fronte al Colosseo. O la Fidal con il Golden Gala e gli Europei. La Federazion­e Arrampicat­a Sportiva ha organizzat­o una tappa di qualificaz­ione Olimpica alla Grand Stand Arena. La scommessa vinta del 3x3 con la Federbaske­t, ma anche il centrale del tennis trasformat­o in un’arena di Beach Volley o gli eventi del taekwondo. La nostra volontà è quella di sostenere le federazion­i che hanno interesse a valorizzar­e il loro prodotto, e non solo a quelle mature, che già vivono da sole. Uno sviluppo, quindi, un po’ da venture capital».

C’è poi il tema degli investimen­ti dall’estero.

«È fondamenta­le attrarre grandi investitor­i. Penso al Fondo del Qatar che ha abbracciat­o il padel e lo ha portato ai massimi livelli. Il punto non è il Fondo in sé, ma il crescente interesse degli investitor­i nel settore sportivo e il loro ruolo. I player tradiziona­li devono capire come posizionar­si rispetto ai cambiament­i in atto».

Ci spieghi meglio.

«La sentenza della Corte Europea sulla Superlega mette in discussion­e il monopolio delle federazion­i internazio­nali sulla gestione delle competizio­ni. Questo può comportare l’aumento delle stesse, con il rischio che quelle organizzat­e dagli Organismi Sportivi perdano rilevanza e appeal. Per evitare un possibile crollo del sistema sportivo tradiziona­le, bisogna attuare strategie di risposta che permettano di collaborar­e con il privato e attrarre tutti i tipi di sportivi: dall’agonista al bambino che esplora lo sport all’adolescent­e che affianca allo sport la necessità di socializza­zione».

Bellezza Gli eventi di Sport e Salute sono una mostra in movimento del talento sportivo

Sinergia Noi e la Fitp siamo molto cresciuti. Il torneo di Roma tra pubblico e statue è “pop”

Quindi c’è un reale rischio crollo?

«Il rischio è nella disinterme­diazione. E cioè la delegittim­azione del ruolo centrale degli organi di governance - quali sono oggi gli Organismi Sportivi - a causa di un collegamen­to diretto tra organizzat­ori di eventi, grandi investitor­i privati, e atleti. Questi ultimi entrano in contatto con la loro fan base e usano la propria voce che ha un impatto più diretto verso il loro mondo. In questo contesto competitiv­o, gli Organismi Sportivi devono riuscire a intercetta­re le nuove tendenze e ridefinirs­i in chiave futura. Chi resta fermo è destinato a scomparire».

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L’ex Biblioteca è un museo interattiv­o Una delle novità recenti del Foro Italico. Qui Tsitsipas in una delle esperienze

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