La Gazzetta dello Sport - Sicilia

«JUVE MIA, CHE FATICA MA IO STO CON ALLEGRI»

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Dopo questa prima esperienza dietro alla macchina da presa, crede che nel calcio ci sia un ruolo che si avvicina a quello del regista?

«Proprio quello del portiere, anche se il regista è meno solo. Quello che li accomuna è la responsabi­lità di essere il più esposto».

▶▶e⏻tiamo ai portieri. Quello della sua Juve come lo trova?

«Meraviglio­so, a me Szczesny piace tantissimo. Ma la Juve ha sempre avuto una grande tradizione tra i pali, da Zoff a Tacconi, Peruzzi e Buffon. L’unica eccezione è stato purtroppo Van der Sar».

In campionato quest’anno la tradizione la state rispettand­o un po’ meno.

«È vero, forse siamo meno invidiati che in altri periodi, ci lasciano un po’ più in pace. Improvvisa­mente, quando le cose non vanno bene, smettiamo di essere ladri... Di certo non siamo al top della forma, fino a un certo punto abbiamo tenuto il passo dell’Inter, poi abbiamo avuto un momento disastroso. L’importante ora è per recuperare condizione e fiducia».

▶Di Allegri che pensa?

«Quando è stato deciso di cambiare corso dopo cinque scudetti mi è dispiaciut­o. Al suo ritorno sembrava aver perso un po’ il passo, ma nella passata stagione, dopo la penalizzaz­ione, è stato fondamenta­le: ha fatto da parafulmin­e e ha tenuto insieme la squadra in un anno molto complicato. Ultimament­e, con quel ciclo di partite perse, anche lui come i giocatori aveva forse perso un po’ di lucidità. Ma capita».

▶E quest’Inter lanciata verso il titolo?

«Esprimono un gioco molto brillante e il merito è della qualità dei giocatori e di Inzaghi. Uno che avrei preso prima ancora che si spostasse all’Inter è Barella. Poi c’è Lautaro , un centravant­i pazzesco che mette dentro tutto quello che gli capita a tiro. E Dimarco è un altro qualitativ­amente molto forte».

▶Un tifoso come Dimarco verrebbe alla Juve?

«In questa Juve no, ma magari tra qualche anno anche uno come lui potrebbe optare per la squadra con cui è più stimolante giocare, a prescinder­e dal resto. Credo che l’ultimo vero giocatore-tifoso sia stato Totti».

▶La sorpresa del campionato?

«Il Bologna. Credo che possa tenere questo passo fino alla fine, quando si innescano certi meccanismi sembra che tutto vada in discesa. E poi la Roma di De Rossi. Sono davvero contento per lui».

▶Ma lei perché è della Juve?

«Mio padre era simpatizza­nte e nelle Marche non c’erano tante squadre. Ma il motivo principale è un 45 giri con l’inno bianconero per cui impazzivo, ve lo posso cantare tutto: Juve Juve, il Comunale grida già, Juve Juve, è bianconera la città...».

Ottima performanc­e, ma forse è il momento di passare all’altra sua grande passione, il tennis. «Ci sta dando grandi soddisfazi­oni. Credo che Sinner sarà presto numero uno, è decisament­e alla sua portata. Merito del grande impegno e del lavoro che ha sempre fatto. Poi ci sono tennisti talentuosi come Musetti e Sonego. E Berrettini che se fisicament­e riesce a star bene sarà anche lui tra i primi al mondo. Siamo tornati ai tempi di Panatta. Io ho iniziato a giocare per lui, di certo tanti bambini ora iniziano per Sinner o Berrettini».

Sorprese Il Bologna, che può tenere il passo fino alla fine, e la Roma di De Rossi, sono contento per lui

▶Jannik portabandi­era a Parigi?

«Come ha detto lui con grande buon senso, loro hanno tante occasioni per mettersi in mostra durante l’anno, mentre ci sono tanti atleti che lavorano sempre duramente soprattutt­o per i Giochi. È giusto che sia uno di loro, magari un olimpionic­o, a rappresent­arci».

▶Oltre sport?

a calcio e tennis, pratica qualche altro

«Il ping pong. Ho il tavolo, ci gioco con i miei tre figli, a cui non regalo niente, o qualche amico. Sono piuttosto bravo e soprattutt­o mi diverto».

▶Quale sportivo porterebbe a cena?

«Roger Federer, che mi sembra anche molto simpatico. Io sono un suo ammiratore da sempre e da tanti punti di vista».

▶Una storia da portare sullo schermo?

«Forse quella di Johann Trollmann, pugile di origine rom che sfidò il Terzo Reich. Storia epica».

TEMPO DI LETTURA 4’07’’

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Il debutto alla regia Neri Marcorè ha scritto e diretto “Zamora”, sua opera prima ora nelle sale con 01 in cui interpreta un ex portiere
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