La Gazzetta dello Sport - Sicilia
Il re della fascia destra
Pendolino giallorosso Marcos Cafu, 53 anni, in maglia giallorossa. La Roma lo acquistò dal Palmeiras per 13 miliardi di vecchie lire. Fu soprannominato Pendolino per la sua infaticabile corsa per un campione del suo livello, romano e romanista in una città come Roma. L’esperienza che sta vivendo sarà fondamentale per il futuro. Secondo me ha tutte le qualità per ricoprire un ruolo ancora più importante, diventando per la Roma ciò che è stato Ferguson per il Manchester United».
Gli rinnoverebbe il contratto?
«Non sta a me dirlo o deciderlo. La Roma è una grande società e Roma è una città unica, indescrivibile. Ma devi saperla conoscere bene… Ci siamo capiti?».
▶Con⏻iderando che viene dalla Champions, se il Milan stasera dovesse uscire si potrebbe parlare anche di fallimento?
«Assolutamente no! Alla fine vince solo una squadra, in coppa o in campionato, dove peraltro Pioli ha già conquistato lo scudetto. Le squadre che nelle coppe arrivano in fondo sono tutte forti e magari vengono eliminate per ragioni diverse, ma questo non vuol dire aver fallito. Il Milan sta partecipando in modo continuativo alla coppe europee, non può certo essere criticato per un’uscita ai quarti di finale».
Chi è più forte tra Dybala e Leao?
«Sono due fenomeni veri, due che danno del tu al pallone come pochi altri al mondo e che stupiscono e divertono le platee. Difficile scegliere, davvero».
Il suo ricordo più bello a Roma ed a Milano...
«Ne ho tanti. Al Milan qualche trofeo l’ho vinto. I tifosi milanisti sono passionali, ma mi ha colpito il loro atteggiamento, rispettoso della sfera privata, cosa che non ho trovato sempre. Ma non mi riferisco a Roma, lì ho iniziato il mio ciclo in Italia e vinto uno scudetto ciclopico, impossibile da dimenticare. Se devo scegliere un ricordo dico il sombrero a Nedved nel derby. Un mio amico giallorosso, Vincenzo, mi fomentava. Appena mi è capitata l’occasione ho pensato che poteva essere il modo più elegante per annichilire l’avversario».
▶Lei
ha avuto come presidenti Sensi e Berlusconi, oggi ci sono due americani come Friedkin e Cardinale...
«Sensi e Berlusconi sono stati due giganti che hanno dato tantissimo al calcio, non solo in termini economici. Ora però è tutto diverso: fondi d’investimento, cordate straniere, americani, cinesi. È il senso della globalizzazione».
In giro oggi vede per caso un altro Cafu?
«I migliori per me sono Hakimi del Psg, Walker del City e Alexander Arnold del Liverpool».
I suoi top mondiali?
«Tecnicamente Ronaldinho è stato il più forte di tutti. Da bambino si allenava dribblando il cane, come Denilson. Provateci e capirete... Ronaldo il fenomeno aveva invece una velocità supersonica, oltre alla tecnica: se gli arrivava palla l’avversario sapeva di essere spacciato. Quindi Totti. Non so come facesse, un’intelligenza calcistica totale e sinapsi velocissime. Ma mai come le mie...».
▶Lei è uno dei calciatori più vincenti della storia. Qual è il trofeo a cui è più affezionato?
«Alzare la Coppa del Mondo da capitano non ha uguali. Mi è successo nel 2002. Tra l’altro il capitano doveva essere Emerson, che però si infortunò alla spalla facendo il portiere in allenamento».
▶Infine, ha definito il problema con la Roma e con Qatar Airways?
Sui club Berlusconi e Sensi due giganti del calcio per tante cose. Ma oggi è tutto diverso
Sulle stelle Ronaldo, Totti e Ronaldinho i più forti con cui ho giocato. E il Mondiale del 2002...
«No, non ancora, ma di questo deve parlare con i miei avvocati».
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