La Gazzetta dello Sport - Sicilia

Vince poco e a caro prezzo Il dominio resta della Ducati

Bagnaia vola nelle qualifiche del venerdì Ci sono sette rosse tra le prime dieci

- Di Paolo Ianieri

prilia, è giunto il tempo di diventare grandi. Ha fatto vedere di avere del potenziale, la Casa di Noale, per scalare l’Olimpo della MotoGP. Ma, nonostante investimen­ti sempre più importanti in questi anni, vuoi a livello tecnico, vuoi umano, grazie anche a nuovi acquisti, l’Aprilia non vince quanto dovrebbe fare, come mostrano le diverse occasioni avute e mancate. La RS-GP è cresciuta e, lo dice il fine settimana di Austin. E adesso anche Maverick Viñales si è sbloccato. La prima conferma la si è avuta ieri, nella giornata d’esordio di un GP di Spagna che, per ora, ha rimesso lassù davanti a tutti Francesco Bagnaia, miglior tempo nelle prequalifi­che proprio davanti a Maverick di un decimo. Insomma, la Ducati c’è e domina (e non c’era motivo di dubitarne) con sette rosse nei primi dieci già in Q2, mentre l’Aprilia, oltre a Viñales piazza Aleix Espargaro al 7° posto. Ma adesso per Noale è il momento di fare un ulteriore salto in avanti e iniziare a vincere con una regolalion­i,

Arità che finora è mancata. Se il Capitano era stato l’unico a portare tre volte la Casa del Gruppo Piaggio sul gradino più alto del podio, nel 2022 a Termas de Rio Hondo – primo storico successo di Aprilia in classe regina – e due volte l’anno scorso, a Silverston­e e al Montmelò (quel giorno fu doppietta), ora che anche Maverick si è tolto dalle spalle un macigno non indifferen­te sarà quasi un obbligo vedere sempre i due spagnoli giocarsi podi e vittorie.

Costanza cercasi La continuità di prestazion­e dell’Aprilia e dei suoi piloti è infatti un tema importante nell’analizzare l’andamento dei risultati. Se è innegabile che negli ultimi cinque anni le prestazion­i della RS-GP siano cresciute, con una chiara impennata a livello di risultati assoluti nelle ultime tre stagioni, è altrettant­o vero che le delusioni sono state persino feroci nel momento in cui obiettivi che sembravano perseguibi­li, sono evaporati: il finale del 2022 è emblematic­o, quando nel giro di poche gare il sogno di Espargarò di lottare per il Mondiale (e dell’Aprilia di chiudere da prima inseguitri­ce della Ducati) si è spento tra errori del box, del pilota e dal calo di competitiv­ità della moto. E se nel 2023 c’è stato il raddoppio alla voce vittorie, a diminuire sono stati i podi, 6 contro i 9 della stagione precedente.

25 milioni Ma anche quest’anno, finora, non è stato tutto rose e fiori perché, se Viñales ha trionfato in Texas, due settimane prima in Portogallo proprio lui si era visto negato un gran secondo posto dalla rottura del cambio all’ultimo giro. Mentre in Qatar, apertura stagionale, Espargarò è partito da candidato in pectore alla vittoria per finire 8° e deluso. Insomma, se la velocità c’è, mancano ancora concretezz­a e costanza, per una Casa che soprat

Maverick Viñales, 29 anni tutto dall’inizio del 2019 ha fatto passi in avanti anche a livello di struttura. Negli anni in cui Romano Albesiano doveva destreggia­rsi nel doppio ruolo di direttore tecnico e team principal, il budget di Aprilia Racing viaggiava intorno ai 15 milioni di euro. Lievitati oggi a una cifra che dovrebbe avvicinars­i ai 25 milioni — l’ingaggio a pilota si aggira sui 2 mipremi esclusi —: budget che impone un netto scatto in avanti. L’ingresso, poi, di tecnici importanti ex F.1, nel campo del telaio/ aerodinami­ca come dell’elettronic­a e motore, ha dato un boost a Noale, che può avvalersi pure del team satellite Trackhouse. Mossa che se da un lato può permettere una crescita globale in termini di competitiv­ità, avendo a disposizio­ne più dati in termine di sviluppo, comporta però anche un aggravio a livello di costi, visto che in questa fase iniziale di collaboraz­ione con la neonata squadra statuniten­se è Aprilia Racing a farsi carico di tutti gli aspetti tecnici, dalla gestione delle moto in pista allo sviluppo, con la creazione di una struttura dedicata. Se a livello economico l’Aprilia non può ovviamente competere con un colosso come Honda, la Casa più grande al mondo, adesso però è arrivato il momento di alzare l’asticella a livello di costanza dei piloti e di progettazi­one, controllo e operativit­à. Ce la faranno a Noale?

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I vincitori Sono tre i piloti ad aver vinto una gara in questa stagione: Francesco Bagnaia in Qatar,

Jorge Martin in Portogallo e Maverick Viñales in Texas. Viñales ha anche vinto le ultime due Sprint, Martin si è portato a casa quella in Qatar

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