La Gazzetta dello Sport - Verona

LEO ILLUMINA, ALVAREZ LA CHIUDE AUSTRALIA BATTUTA MA COL BRIVIDO Lautaro fa ancora fatica: parte dalla panchina e sbaglia quattro occasioni

Il 10 fa magie, però nel finale dopo gli errori di Lautaro è decisivo il portiere Martinez Nei quarti la sfida con l’Olanda

- Di Luigi Garlando INVIATO A DOHA (QATAR) AFP S TEMPO DI LETTURA AP

Mille e una notte. Un’altra favola di Lionel Messi nel giorno della sua millesima partita. Al 35’ ha tirato fuori l’Argentina dalla palude delle difficoltà con il terzo gol in questo Mondiale. Ha spianato una partita che Alvarez sembrava aver chiuso e che invece, dopo il gol australian­o, è rimasta incredibil­mente aperta fino all’ultimo secondo: miracolo estremo del portiere Martinez. Un affanno imprevisto, merito di un’orgogliosa e dignitosis­sima Australia. Con il nono gol in un Mondiale, Messi ha salutato CR7 ed è asceso un cielo più in su, dove lo hanno accolto Eusebio, Vavà, Rummenigge,

Baggio, Pablito Rossi, Vieri… A 10 c’è Batistuta, poi nessun altro argentino. Con la 23a presenza in una Coppa del Mondo, ha agganciato un altro nume: Paolo Maldini. Il piano di volo prevede che in semifinale Messi raggiunga i 25 gettoni record di Matthaus e poi vada in fuga solitaria la notte della finalissim­a. Ma naturalmen­te è Maradona che Leo vuole agganciare: regalare il mondo al suo popolo, come fece lui nell’86. Per rendersi degno di Diego, nel secondo tempo, è partito in dribbling e ha dribblato mezza Australia, come fossero inglesi. Ora, nei quarti, c’è l’Olanda: una sfida che profuma di storia, dalla finale mondiale del ’78 vinta dall’Argentina con doppietta di Kempes e gol di Bertoni (3-1) alla semifinale brasiliana del 2014, vinta dalla Seleccion di Sabella ai rigori, passando per i quarti francesi del ’98 decisi da un gol di Bergkamp al 90’. Scaloni nacque in quel ’78, quando il Flaco Menotti regalò il primo titolo all’Argentina sui coriandoli di carta del Monumental.

Van Gaal era in panca nel 2014. Oltre a Messi, bene Fernandez, Alvarez e i due Martinez: il difensore Lisandro che ha piazzato un salvataggi­o prodigioso nel finale ed Emiliano, il portiere che ha chiuso la porta sui titoli di coda. Il terzo, Lautaro, entrato nella ripresa, ha sprecato quattro occasioni pulite. Per ora viaggia contro mano rispetto alla squadra che ha toccato buoni picchi di gioco, ma ha sofferto troppo, anche per colpa di Scaloni che l’ha tirata troppo indietro. Non è stata una passeggiat­a.

Papu a sorpresa Arnold ha confermato il 4-4-2 che ha steso la Danimarca. In realtà, accanto a Duke non c’è una punta, ma Irvine, che s’impasta di regola al centrocamp­o e, al posto del costruttiv­o Goodwin, c’è Baccus, mediano difensivo. Ecco le due linee difensive attese, strette ed intense. Scaloni, senza l’infortunat­o Di Maria, ha scelto di attaccarle con il Papu Gomez, carta a sorpresa che si era giocato al debutto e poi aveva rimesso nel mazzo. Avrebbe potuto pescare Correa o Lautaro oppure avanzare in rifinitura Fernandez, ma ha preferito non smontare la mediana che ormai ha preso una forma e un affiatamen­to definitivi, con la regia raffinata del Musico Fernandez, i polmoni di De Paul e il bel tocco dell’incursore Mac Allister. Alvarez parte a destra, Messi fa il centravant­i di manovra e il Papu recita da Di Maria a sinistra. Si scambieran­no spesso posizione. Comincia la caccia del gatto al topo, un topone più grosso del gatto che si rintana bene e cerca gloria solo con i corner, avanzando il ciclopico Souttar e i suoi fratelli. Il gatto ha un limite strategico: non pressa. Lo fa il giovane e pimpante Alvarez, ma Messi e Gomez non sono mai stati mastini da recupero e tanto meno a questa età. Così assorbito l’assalto iniziale, l’Australia si ritrova a girar palla in difesa, a palleggiar­e anche con il portiere, con una certa serenità perché l’Albicelest­e tiene la linea di recupero a centrocamp­o. La pazienza dei forti? Forse, però si

Decisivi Lionel Messi, 35 anni, ha sbloccato la gara con l’Australia con il suo terzo gol in questo Mondiale. Dietro di lui Julian Alvarez, 22 anni, che ha segnato il secondo gol dell’Argentina: 2 gol per lui nella classifica marcatori di Qatar 2022

La Pulce si scatena dopo mezzora di nulla, il portiere Ryan regala il 2-0

crea una situazione di stallo e le lancette dei minuti corrono veloci come quelle dei secondi. L’Argentina scollina la mezz’ora senza avere mai tirato in porta né raccolto un angolo. C’è bisogno di Messi.

San Martinez Ingenuità imperdonab­ile quella di Behich. Prima si azzuffa con la Pulce stuzzicand­one l’orgoglio, poi commette un fallo inutile su Gomez. Sugli sviluppi della punizione, Messi raccoglie una sponda di Otamendi e mette il pallone a nanna nell’angolino (35’). Non contenti di farsi male, gli australian­i concedono il bis al 12’ della ripresa. Il portiere Ryan si sente Neuer e se ne va in dribbling. De Paul e Alvarez, che a differenza di Messi e il Papu hanno il pressing nel sangue, lo spolpano. Prima l’ex Udinese, poi il Ragno di Guardiola che recupera la palla e la mette dentro, meritatiss­imo premio a una partita generosa di grande sostanza. A questo punto, Scaloni ha già piazzato la sua mossa preferita: difesa a 3 per gestire meglio il vantaggio. Fuori un attaccante (Gomez) per un difensore (Lisandro Martinez). Un passo indietro così, dopo soli 5’ di ripresa, sembra esagerato, anche perché alla squadra arriva un rischioso messaggio di gestione. Fatto sta che al 32’ l’Australia riapre la partita. Arnold ha cambiato forma (4-3-3) e rovesciato in campo tutti i suoi attaccanti. Un tiro di Goodwin viene corretto in rete da una sfortunata deviazione di Fernandez e, poco dopo, Behich ha la palla del 2-2: proprio lui, che si era scornato con Messi, lo imita con il dribbling della vita e viene fermato a un passo dal gol da una prodigiosa scivolata di Lisandro. Pazzesco… Lautaro Martinez sbaglia quattro volte la rete della serenità, un’occasione è così grande che viene in mente Lukaku. Buon per la Seleccion che all’ultimo respiro, un altro Martinez, Emiliano, piazza un miracolo sul tiro di Kuol. Sospirone, festa, canti. Venerdì c’è l’Olanda che profuma di storia. Leo Messi ne sta scrivendo una nuova.

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I gol In alto, Lionel Messi trova lo spazio per piazzare il sinistro tra tre difensori australian­i e il portiere: è l’1-0. Sotto, Julian Alvarez quasi spalle alla porta infila il raddoppio dopo aver “scippato” il numero 1 avversario
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