La Gazzetta dello Sport - Verona

JUVE E MILAN SI SPECCHIANO TECNICI E STELLE IN CRISI È IN GIOCO IL POSTO D’ONORE

C’erano una volta la Santa Alleanza e la finale Champions di Manchester. Oggi si sfidano per arrivare alle spalle dell’Inter che è già campione

- di Luigi Garlando MILANO S TEMPO DI LETTURA

La Santa Alleanza era una convergenz­a di obbiettivi sportivi, una sinergia di interessi aziendali, era Pippo Inzaghi da una maglia all’altra, era la cena rituale Giraudo -Galliani a base di tartufo e barolo, ma, soprattutt­o, era il dominio di Juve e Milan nel decennio a cavallo del Duemila: a parte l’intermezzo delle due romane, solo scudetti bianconeri e rossoneri. Calciopoli ha spazzato via tutto. Anche il tartufo. Juventus-Milan di oggi, a scudetto già assegnato, senza altri obbiettivi se non quello di non sfigurare e di sgomitare per il secondo posto, ha la malinconia delle locandine estive scolorite dalle piogge d’autunno. In due hanno ammassato un distacco record di 39 punti dall’Inter campione. Eppure, la Signora e il Diavolo continuano ad assomiglia­rsi, come se in fondo, una certa santa alleanza di destini continuass­e a legarli, anche se a palazzo non si cena più con le posate d’argento. Per esempio, due allenatori, di fatto, già scaricati: Max Allegri e Stefano Pioli.

Mister uscenti Alleati anche i due tecnici nelle conferenze di ieri. Pioli: «Negli ultimi quattro anni, l’Inter ha sempre avuto la rosa più forte» . Allegri :

«Stefano ha ragione. Quandolo dicevo io, mi prendevano per pazzo ». Urge una chiosa. Pioli ha ragione relativame­nte al Milan che ha vinto lo scudetto ‘22 contro logica, con un organico inferiore, reso vincente dalla qualità di gioco. Ma la Juve dell’ultimo triennio aveva tutto per vincere: la difesa di Bremer (50 milioni) si è dimostrata tra la più solide; una coppia d’attacco da 130 milioni (Chiesa, Vlahovic) non se la può permettere nessuno. Il Milan ha vinto lo scudetto con due ultratrent­enni: Ibra, Giroud. A centrocamp­o Allegri ha potuto e può schierare campioni del mondo (Paredes, Di Maria), d’Europa (Locatelli), finalisti mondiali (Rabiot) e nazionali vari. LoftusChee­k non vede la nazionale dal 2018, Reijnders l’ha vista per la prima volta quest’anno, Adli mai. Sintesi spietata: a Pioli sono mancati i giocatori, ad Allegri le idee. Se la Juve sta cercando Thiago Motta, è proprio perché il Bologna, senza avere De Bruyne e Modric, ha mostrato calcio di alta qual ità. Può imitare De Rossi, tecnico più evoluto del predecesso­re (Mourinho), che ha trasfigura­to la squadra con la stessa rosa. Non è un caso che la Juve sia stata sorpassata dal Milan e avvicinata da Bologna e Roma, tre squadre che osano e giocano. Assurdo che l’organico di questa Juve, in 3 campionati, abbia accumulato 51 punti di svantaggio dal vertice. Con il privilegio stagionale di set

Allenatori

La differenza: ad Allegri è mancato il gioco, a Pioli sono mancati i giocatori Destini segnati

timane senza coppe, poi. La recente sconfitta casalinga della Roma, sfiancata dalle eurosfide col Milan, contro un Bologna più fresco, ha ribadito quanto pesi la tassa di coppa.

Stelle cadenti L’alleanza sotterrane­a lega anche le stelle, o

presunte tali. Momento non esaltante per Chiesa, Vlahovic, Theo Hernandez, Leao. I due attaccanti bianconeri sono stati sostituiti in tandem anche in Coppa Italia contro la Lazio. Federico ha espresso bene il suo stato d’animo accomodand­osi in panchina durante il derby: «Sono sempre il primo cambio». Le espression­i di Dusan valgono anche più delle parole. Il bottino del serbo, in re altà no n è t ra s c u rab i l e (16 gol), ma né lui né Chiesa, in bianconero, hanno mai avvicinato i loro picchi di rendimento, mal assistiti da una squadra trattenuta e povera di idee offensive. Anche la mancata crescita dei singoli, soprattutt­o giovani, è un dito puntato contro Allegri: Yildiz risprofond­ato in panca, Miretti sparito, involuto di recente anche Cambiaso che sembrava l’unica eccezione. Pioli invece i giovani li ha sempre fatti crescere bene, da Tonali allo stesso Leao, miglior giocatore del campionato nell’anno tricolore. Ma nelle tre partite chiave della stagione (le due con la Roma e il derby), Pioli non è riuscito ad avviare la catena di sinistra, da sempre il motore del Diavolo.

Old Trafford Theo e Rafa le hanno attraversa­te come fantasmi, senza lasciare traccia. Oggi Leao avrà la fascia al braccio, un te ntat ivo in più di accendergl­i il cuore. Infine, a essere uniti da santa alleanza sono i rispettivi pop ol i, delu si dalla stagione. Chiedono la stessa cosa: il secondo posto come risarcimen­to minimo e una vittoria nello scontro diretto. Come se Juve e Milan fossero ancora a Old Trafford, come se il secondo posto fosse la Champions. Come se le posate fossero ancora d’argento e non di plastica.

Protagonis­ti

Chiesa e Vlahovic con l’incubo panca. Leao, capitano, e Theo provano a riaccender­si

3’ 12”

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in panchina Massimilia­no Allegri, 56 anni, è tornato sulla panchina della Juventus nel 2021 dopo le 5 stagioni di fila dal 2014 al 2019, e Stefano Pioli, 58, allenatore del Milan dal 2019
GETTY La sfida in panchina Massimilia­no Allegri, 56 anni, è tornato sulla panchina della Juventus nel 2021 dopo le 5 stagioni di fila dal 2014 al 2019, e Stefano Pioli, 58, allenatore del Milan dal 2019
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