La Gazzetta dello Sport - Verona

«Degni della Grande Inter Ci siamo ripresi lo scudetto prestato al Milan nel 2022»

- S TEMPO DI LETTURA di Luca Taidelli LIVERANI

Viale Elvezia

Piazza XXV Aprile

Via Filippo Turati

Piazza Duomo

Viale della Liberazion­e

Scala, via per l’ultimo tratto attraverso via Santa Margherita e via Mengoni fino in Duomo. L’arrivo è previsto alle 20, un dj set aspetterà i giocatori sulla Terrazza 21 dove lo speaker interista Mirko Mengozzi presenterà i campioni uno a uno.

Si canta Come prassi in questi casi, il prefetto di Milano Claudio

Sgaraglia ha disposto il divieto di somministr­azione e vendita di alcolici e l’asporto in contenitor­i di vetro e lattine (ammesso, invece, il consumo al tavolo) con queste specifiche: dalle 10 alle 18 in zona san Siro, dalle 15 alle 21 in zona Sempione e Arco della Pace, dalle 16 alle 3 di notte nella macroarea del Duomo. Uno scudetto tanto atteso, però, avrà pure un surplus di celebrazio­ni: il 19 maggio, dopo InterLazio, ultima gara casalinga, Lautaro sbaciucchi­erà e alzerà al cielo di Milano la coppa dello scudetto e alcuni cantanti di provato “interismo” si esibiranno a San Siro. Il club ha già strappato l’ok di un peso massimo come Ligabue, mentre si attende risposta da Andrea Bocelli. Max Pezzali sarà come spesso capita allo stadio con sciarpa nerazzurra, ma non si sa ancora con certezza se parteciper­à al live: in fondo in quello stesso stadio, canterà poco dopo, il primo luglio. In scaletta Il Pagante e il front man Eddy Veerus farà sentire ai tifosi la versione del coro “E per la gente che...” realizzato assieme alla Nord. A meno di cambi in scaletta nelle prossime due settimane, l’altro tormentone “Ho fatto un sogno” non si sentirà al Meazza: la hit del trio Tananai-Madame-Rose Villain, voluta direttamen­te dal club e appena rilasciata in streaming, sarà cantata solo al Castello Sforzesco in un live privato per squadra e dipendenti. L’ultimo momento di questa lunga festa, il 19 maggio, sarà lì, nel cuore della città, ma più intimo degli altri.

FESTA DOPPIA

HA DETTO

Il simbolo dello scudetto, ha segnato a raffica ed è un vero uomo Inter. Non come Lukaku...

Quello che mi assomiglia di più. Grande lottatore, ma anche tecnico. E segna pure

L’INTERVISTA

Su Lautaro Capitano Inter

Su Barella Mezzala Inter ianfranco Bedin era i l c u c c i ol o d e l l a Grande Inter, inventato mediano dal Mago Herrera al posto di Carlo Tagnin. L’allora ragazzo di San Donà di Piave è stato il più giovane a vincere scudetto, coppa dei Campioni e Interconti­nentale. Un simbolo della corazzata nerazzurra che il 15 maggio 1966 col 4-1 sulla Lazio, conquistò il decimo scudetto, quello della stella precedente al bis di Lautaro&C.

G3 Bedin, quale fu la prima sensazione quel giorno?

Mediano della Grande Inter perdere un’altra volta e la nostra di vincere. Invece è arrivata anche il successo che rende il nostro campionato ancora più straordina­rio. Sei derby vinti di fila non li dimentica nessuno».

3 Quanto le ha fatto piacere raggiunger­e la seconda stella prima del Milan?

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