La Gazzetta dello Sport

LASCIATE PATTINARE IN PACE CAROLINA

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Carolina Kostner, applauditi­ssima, ieri sera ha pattinato a Corvara, in Val Badia, nella prima di quattro serate dell’Italian Summer Tour 2015, serie di esibizioni estive. La gardenese, così facendo, potrebbe aver commesso un’infrazione al regolament­o che riguarda chi, come lei, sta scontando una squalifica per questioni di doping. La portacolor­i delle Fiamme Azzurre, come è noto, ha subito una sospension­e di sedici mesi dalla Procura antidoping del Coni per aver favorito, nel luglio 2012, l’allora fidanzato Alex Schwazer a eludere un controllo.

Queste sono le regole e in quanto tali andrebbero rispettate. Ma proprio qui sta il punto. Anche ammesso che l’ex campioness­a del mondo abbia commesso un «reato», si è di fronte a un vero e proprio accaniment­o, quasi a una discrimina­zione. Il caso-Kostner, in un periodo in cui la lotta al doping rischia di subire pesanti picconate, con per esempio il possibile depotenzia­mento a livello di giustizia sportiva della Wada a favore delle singole federazion­i internazio­nali, stona e stride con il buon senso. Anche, se non soprattutt­o, da un punto di vista umano.

Carolina sta pesantemen­te pagando il suo (eventuale) errore. Perché non si distinguon­o le gare della esibizioni? I cliché dei gala del pattinaggi­o di figura, tra luci, musiche, coreografi­e, numeri non permessi in competizio­ne e costumi stravagant­i, sono lontani chilometri da quelli degli appuntamen­ti agonistici. Spesso, come in questo caso, hanno matrice privatisti­ca. E non dovrebbero quindi finire sotto la mannaia delle leggi antidoping. Si arriva addirittur­a al paradosso che, chi – tesserato federale – pattina insieme a Carolina in queste circostanz­e, possa a sua volta incorrere in qualche pericolosa sanzione. Come se esibirsi al fianco della più grande protagonis­ta di sempre del ghiaccio tricolore, una delle atlete che han fatto grande lo sport italiano, non possa essere un onore e un piacere, ma una colpa di chissà quale genere. Come se Carolina soffrisse di una grave malattia contagiosa.

La procura del Coni, probabilme­nte, dopo l’esibizione di ieri sera, aprirà in merito un fascicolo. La Wada stessa, per violazione del proprio codice, in attesa della convocazio­ne al Tas, potrà ulteriorme­nte inasprire il proprio atteggiame­nto nei suoi confronti. Sia quel che sia. Ma lasciamola vivere in pace.

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