La Gazzetta dello Sport

La City dei sogni Il centro sportivo costa 270 milioni

A Manchester nell’academy più moderna Costruirà campioni?

- Luca Bianchin INVIATO A MANCHESTER @lucabianch­in7

Zabaleta, il giorno in cui hanno inaugurato il nuovo centro sportivo del City, ha detto: «Starei qui più volentieri che a casa mia. Potrei passarci otto o nove ore». Zabaleta, a occhio, non abita in un monolocale e la frase rende l’idea. L’academy del Manchester City per qualcuno è la miglior struttura al mondo in cui un gruppo di ragazzi si possa allenare. Se non è così, ci va vicino. Ha tre palestre, uno stadio da 7.000 posti e sedici campi. Uno è azzurro, un altro al coperto con umidità e temperatur­a regolabili: se il venerdì si gioca a Mosca, il martedì ci si può allenare a zero gradi. Questa impression­a. Ovviamente anche la prima squadra usufruisce di tutto questo e non è stato semplice arrivarci. Sono serviti i soldi dello sceicco - Mansour non ha mai avuto problemi -, tanto studio e un po’ di creatività. Soldi: i giornali inglesi hanno parlato di 200 milioni di sterline di spesa, 270 milioni di euro. Studio: il City, prima di scegliere, ha analizzato 70 centri sportivi nel mondo e valutato 19 progetti. In tutto, quattro anni di lavoro. Creatività: quasi tutti i campi sono orientati nella direzione dell’Etihad Stadium, che è collegato alla City Football Academy da un ponte. Tutto molto evocativo.

ACQUISTI Il City intorno a questa struttura costruisce il suo futuro. Ha sviluppato una partnershi­p con Sap, colosso dell’informatic­a, per utilizzare un software che gestisce programmi di allenament­o e mille altre cose. L’ha usata anche la Germania campione del mondo. Ha creato un network di squadre con New York, Melbourne e Yokohama Marinos e sviluppato una fortissima partnershi­p con l’academy ghanese «Right to dream». A luglio ha preso Enes Unal, fenomenino turco del ‘97, e nel passato recente ha speso per talenti come Kelechi Iheanacho, miglior giocatore al Mondiale Under 17 del 2013, José Pozo, Olivier Ntcham, Jason Denayer, Rony Lopes. Quasi tutti seguiti dalle grandi d’Europa, particolar­e che dice qualcosa sulla spesa: alta. I club italiani, ovviamente, sono lontani anni luce.

SCUOLA I soldi non sono tutto, va bene. Allora vale la pena di- L’academy del Manchester City vista dall’alto. In questa struttura gioca anche la squadra femminile

Un allenament­o sui uno dei 16 campi e il terreno di gioco azzurro, riconoscib­ile anche in alto re che il City punta sulla motivazion­e - non male la scritta «CREATE THE FUTURE» sul muro della palestra, a tutta parete - e ha idee interessan­ti. A luglio, in un incontro con giornalist­i da tutta Europa, i responsabi­li dell’academy hanno spiegato che il club garantisce la scuola anche ai ragazzi infortunat­i. YOUTH LEAGUE Quando si parla delle migliori scuole calcistich­e europee, però, il City non è tra i più citati. Giusto così. In prima squadra c’è un solo vero Under 21: è Raheem Sterling, comprato in estate dal Liverpool. Il tempo dirà se la Manchester colore del cielo è anche una grande scuola di calcio, se è in grado di migliorare i talenti acquistati. Per ora, qualche dubbio e giudizio sospeso. Avere più giocatori costruiti in casa è un obiettivo dichiarato e non è escluso che nel gruppo ci sia Olivier Ntcham, prestato per due anni al Genoa. La Juve, intanto, si prepara al viaggio per la Youth League. Nel 2015 il City ha perso nei quarti: 2-1 dalla Roma. A Trigoria, che non ha 16 campi e non è costata 200 milioni, notevole botta d’orgoglio.

«Le nuove forze del calcio» è la serie di articoli sul calcio giovanile avviata a inizio 2015. Su Gazzetta.it c’è una sezione dedicata nel menu «CALCIO» con articoli e curiosità. Ad esempio, sapevate che il nipote di Bettino Craxi è in prova al Brescia? Su GazzettaTv ogni martedì la puntata di Offside sarà anche a tema giovani.

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