La Gazzetta dello Sport

I TECNICI E IL MERCATO: CHI E’ FELICE E CHI NO

Inter e Roma costruite a misura di allenatore A Mihajlovic è mancato solo un centrocamp­ista

- Marco Calabresi MILANO

Erick Thohir non è Babbo Natale, eppure ha ricevuto la letterina di Roberto Mancini, l’ha esaudita e ha bussato con i piedi perché le mani erano occupate. «Servono 8-9 giocatori, il presidente lo sa. Questa squadra va rinforzata», disse Mancini dopo Inter-Empoli, ultima giornata dello scorso campionato. Per realizzare nove desideri, sarebbero servite tre lampade e tre geni: Thohir, invece, ha comprato, incassato e comprato ancora, da solo. Nella squadra che Mancio ha in testa, resistereb­bero solo Handanovic, Santon e Icardi, ma non è solo la quantità di rinforzi a regalare sorrisi: l’Inter può vestirsi con il 4-2-3-1 o con il 4-3-3, abiti da scudetto, o comunque da Champions. Jovetic ha già lasciato il segno, Kondogbia e Perisic dovranno farlo presto, consideran­do quanto l’Inter ha speso, ma quella che il 31 maggio era sembrata una provocazio­ne, in realtà era una richiesta vera, senza giri di parole.

RUDI E LA LAVATRICE Thohir sta a Mancini come Pallotta sta a Garcia: anche il francese è stato accontenta­to in tutto. Per volontà della Roma o, per esempio, dell’Al Jazira, che aveva in mano Gervinho, uno a cui Garcia ha quasi sempre dato un posto e poi gli altri dieci, ma che la società aveva di fatto ceduto, prima che la trattativa saltasse. Voleva un centravant­i, gli hanno dato Dzeko; voleva esterni per il suo 4-3-3, gli hanno dato Salah (e Iago Falque, scelta di Sabatini che Garcia ci ha messo due allenament­i a condivider­e); voleva il «suo» terzino ai tempi del Lilla, è arrivato Digne. Mancherebb­e solo Strootman, da lui stesso definito «la lavatrice, perché quando gli arriva una palla sporca te la ridà sempre pulita»: ieri, come tanti tifosi, Garcia si è scattato un selfie accanto a una lavatrice, ma non deve essere il ginocchio rioperato ieri dell’olandese a rovinargli l’estate.

AHI, IL CENTROCAMP­ISTA... Come non può essere il mancato arrivo di Soriano a guastare quella di Sinisa Mihajlovic, in testa al gruppo dei «moderatame­nte soddisfatt­i». A preoccupar­lo, semmai, devono essere le prime due prove in campionato del Milan, la prima delle quali a Firenze ha «spinto» Berlusconi a non accelerare sul mercato. È pur vero, però, che il Milan ha battuto l’Empoli grazie «a due attaccanti che l’hanno scorso non c’erano», Bacca e Luiz Adriano. Il terzo, Balotelli, è tornato grazie al convincime­nto di Sinisa: ha avuto Romagnoli, voleva Soriano, è arrivato Kucka e non è partito Mexes, in fin dei conti poteva andargli peggio.

EUFORIA TORO In diversi possono dire «grazie, presidente» in diversi: Reja per l’Atalanta ha avuto i due centrali che voleva (Paletta e Toloi), Maran e Mandorlini hanno il Chievo e il Verona dello scorso anno, a Paulo Sousa hanno dato un rinforzo per reparto per la Fiorentina (ma in difesa serviva di più), Di Francesco nel Sassuolo ha sostituito Zaza con Defrel, Zenga per la sua Samp si è tenuto Eder e proverà a convivere con Cassano. Ma il premio «Sorriso Summer 2015» va a Giampiero Ventura, a +6 sulla Juve tanto da dire che «nulla ci è precluso». Baselli, Belotti, Zappacosta e la conferma di Maksimovic gli highlights dell’estate del Toro: «Prima i giocatori volevano andare via, oggi vogliono giocare qui. Stiamo diventando un modello per tutti». Proclami a lungo termine.

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GETTY-RAMELLA-LAPRESSE Dall’alto, Sinisa Mihajlovic, 46 anni, tecnico del Milan; Rudi Garcia, 51, terza stagione alla Roma; Giampiero Ventura, 67, al Torino dal 2011
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