Yamaha mette le ali, Lorenzo vola
Spagnolo subito da record. Paddock affollato: un elemento di disturbo per i nostri
La Yamaha mette le ali e Jorge Lorenzo vola subito sotto il record di Misano. Lo fa letteralmente, visto che sul finire del turno pomeridiano i meccanici cambiano la carena della sua Yamaha M1, sostituendola con una sulla quale, ai lati dell’airbox, compaiono due piccole alette stile Ducati (ma sulla GP15 di Dovizioso e Iannone sono posizionate molto più in basso, sotto alle feritoie), che i tecnici di Iwata avevano fatto debuttare la scorsa settimana nel test a porte chiuse di Aragon. «Vi piacciono da matti ‘ste alette eh? Poi mi spiegate perché», se la ride Valentino Rossi, 6° e 5° in una giornata senza troppi acuti, all’ennesima domanda sull’argomento. Concentrato a trovare il miglior bilanciamento della M1, lui le piccole appendici aerodinamiche le proverà solo oggi, ma anche Lorenzo, interrogato sul tema non pare entusiasmarsi troppo. «Se è per questo l’idea è vecchia di oltre 15 anni, la Yamaha le aveva introdotte qui nel 1999 con Biaggi e Checa – spiega il maiorchino –. Ducati le usa da inizio stagione e noi vogliamo vedere se la cosa porta qualche beneficio. Di sicuro non lo noti sul singolo giro, magari ha vantaggi sulla di- stanza, ma in MotoGP l’aerodinamica ha meno importanza che in F.1».
TESTA Quello che fa la differenza, semmai, oltre alla necessità di avere una moto competitiva, è la testa. E dimenticato il disastro di Silverstone, dove a una gara in difesa totale per la pioggia arrivata a distruggergli i piani di fuga si è sommato il problema tecnico di appannamento del casco, Lorenzo qui è partito in modalità martello. Rapido e incisivo sin dai primi giri del mattino, quando a livello cronometrico si è arreso solo a Marc Marquez (ma per 94 millesimi), Lorenzo il pomeriggio si è preso gli onori della cronaca timbrando un miglior crono di 1’32”871, che lima di 44 millesimi la pole, nonché primato assoluto ufficiale, firmata due anni fa da Marquez. «Mi sento forte, sono in uno dei momenti migliori della carriera, ho tanta esperienza, la moto funziona bene e quando arrivi su piste che sai che si adattano sia a te sia alla moto le cose vanno bene».
GRAN PASSO Merito anche dell’asfalto nuovo, certo – anche se un po’ tutti i piloti si sono lamentati di un grip minore di quello previsto –, che già aveva contribuito a far girare a un ritmo ancor più veloce i piloti di Ducati e Honda nei test di fine luglio. Ma è soprattutto Jorge che ha dimo- strato totale sintonia con una pista dove in passato ha raccolto grandi soddisfazioni e che fa di lui il rivale più pericoloso per Valentino domani. Un giro in 1’32” gli è valso il miglior tempo, ma nella seconda sessione Jorge per altri 11 giri ha girato sul passo dell’1’33”, inavvicinabile persino per un Marquez che seppure finitogli a soli 53 millesimi, non è risultato altrettanto efficace sul passo.
TEST Marc, dato ormai per andato questo Mondiale, ha provato un nuovo forcellone sulla Honda. «Non era previsto, ma giovedì sera abbiamo deciso di montarlo per capire come si comporta anche in previsione 2016. Ha qualche vantaggio, ma avendo troppe poche informazioni non lo useremo il resto del weekend». Piuttosto, la prima giornata ha messo in luce un Dani Pedrosa parecchio convincente, 4° al mattino preceduto dal miglior italiano, Michele Pirro con la Ducati laboratorio, e poi 3° al pomeriggio. Gli è mancato l’acuto sul giro a Dani, ma con 9 passaggi a ritmo di 1’33” il piccolo spagnolo ha messo in scena il 2° miglior passo del giorno. CAOS Tantissima gente, che ha invaso il paddock rendendolo invivibile, ha aperto un weekend di fuoco e complicato soprattutto per i piloti italiani, inseguiti da una folla persino esagerata nel suo affetto. Ha il suo bel daffare a cercare pace e concentrazione Valentino, ma vale anche per i ducatisti, obbligati a fare risultato sulla pista di casa. Andrea Dovizioso si è messo in luce nel finale dei due turni chiudendo la giornata alle spalle del trio spagnolo, Andrea Iannone ha vissuto una giornata più tribolata, con la complicazione di una scivolata il pomeriggio, per un 13° posto finale. Bravo Danilo Petrucci, 7° al debutto con la GP14.2, ottimo inizio per Pirro, 9°. Tanto tifo può spingerti in gara, ma può anche essere destabilizzante. Cosa che potrebbe persino aiutare il «grande nemico» Lorenzo, che oggi ma soprattutto domani si troverà costretto a domare anche gli scatenati tifosi di Valentino. «Ma io la pista la vedo nera e non gialla» taglia corto Jorge. Veloce e concentrato, il peggior cliente per Rossi. Le alette anteriori della Yamaha M1 di Lorenzo: una soluzione tecnica usata pure da Ducati