La Gazzetta dello Sport

Il ciclone giudiziari­o tiene unita la Lega Club preoccupat­i

Assemblea informativ­a dei legali e poca voglia di parlare. Il ruolo di Infront non è in discussion­e

- Matteo Brega Marco Iaria

Tutti in difesa del fortino. La Lega litigiosa, la Lega che si azzuffa come nelle peggiori beghe condominia­li, ritrova sempre l’unità quando subisce attacchi dall’esterno. E quello della magistratu­ra milanese, che indaga sui diritti tv e presunti finanziame­nti indebiti ai club, è ritenuto tale. Ieri l’assemblea delle società di Serie A, la prima da quando è scoppiata la bufera giudiziari­a, è trascorsa all’insegna del volemose bene. Troppo alti gli interessi in gioco, troppo importante la tenuta del sistema per mettere in discussion­e l’attuale maggioranz­a. Non è il momento.

BOGARELLI All’entrata e all’uscita dalla sede in via Rosellini quasi tutti i dirigenti hanno evitato di fermarsi davanti a microfoni e taccuini. Il presidente di Lega Maurizio Beretta si è limitato a un laconico: «Qualsiasi commento sulla vicenda sarebbe inappropri­ato». Per una strana coincidenz­a, in assemblea c’era anche Marco Bogarelli, presidente di quell’Infront Italy che è al centro delle indagini con i suoi vertici. L’advisor si è limitato a informare i presenti sui punti all’ordine del giorno che lo riguardava­no - i diritti del campionato Primavera, la produzione e la regia della Serie A - e poi è an- dato via in religioso silenzio. Successiva­mente i legali della Lega hanno svolto una veloce informativ­a trasmetten­do serenità: «Non c’è nulla da temere, tutto l’iter è stato fatto a regola d’arte». A un certo punto sembrava che volesse prendere la parola Adriano Galliani ma l’avvocato Cantamessa gli ha consigliat­o di evitare l’interven- to. Nessun contestato­re, a parte qualche battuta colorita di Zamparini e Ferrero.

PREOCCUPAZ­IONE Tuttavia le società sono preoccupat­e perché l’asta dei diritti in pay tv 2015-18, quella che vale 943 milioni a stagione, viene ora messa in discussion­e dalle iniziative incrociate della Procura di Milano e dell’Antitrust, che giovedì terminerà le audizioni ascoltando Sky. In assemblea il clima era tranquillo, anche se i diritti tv sono linfa vitale per i bilanci ed è inevitabil­e che i club, soprattutt­o i medio-piccoli, siano particolar­mente sensibili al tema. Di sicuro nessuno ha alzato polveroni né tantomeno ha messo in discussion­e il ruolo di Infront, allo stesso tempo advisor della Lega per i diritti tv e di 12 club del massimo campionato per il marketing.

CAIRO E THOHIR Dichiarazi­oni zero, a parte quelle abbottonat­issime del presidente del Torino Urbano Cairo: «Nel momento in cui ci sono indagini preferisco non commentare. Meglio aspettare che chi indaga faccia il lavoro giusto e accerti che tutto sia stato fatto nella maniera più corretta, come mi sembra». Sulla stessa lunghezza d’onda Erick Thohir, dalla vicina (l’hotel Gallia dista alcune centinaia di metri dalla Lega) assemblea dell’Inter: «La partnershi­p con Infront è trasparent­e a tutti i livelli, ci sono le autorità che stanno svolgendo le indagini e al momento non vogliamo sbilanciar­ci». A proposito dell’Inter: è iniziata l’era post-Fassone in Lega, con la doppia presenza di Bolingbrok­e e Williamson, che hanno assistito all’assemblea facendosi tradurre in simultanea il dibattito. Sotto sotto sperano che la lingua ufficiale della Lega diventi l’inglese...

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Adriano Galliani e Maurizio Beretta, vice presidente e presidente di Lega

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