Il Napoli si scopre Pipita-dipendente Se non segna lui...
Contro il Milan a San Siro Sarri è riuscito a vincere anche senza un gol del totem Higuain
Se non segna il Pipita, il Napoli non vince. Proprio così, quando non ci sono stati i gol di Gonzalo Higuain, i risultati sono stati modesti: 3 pareggi (Empoli, Carpi e Genoa) e una sconfitta (Sassuolo) con la sola eccezione della vittoria di San Siro, contro il Milan. Allora, fu l’unica volta che il Napoli vinse lo stesso (0-4), anche se a segnare furono Allan, Insigne una doppietta, e un’autorete di Ely proprio nel tentativo di anticipare l’intervento dell’attaccante argentino. Sono queste le verità che raccontano le statistiche, al di là dello splendido campionato che sta disputando la squadra di Maurizio Sarri.
DIPENDENZA Cifre alla mano, dunque, il dato che emerge non è rallegrante per il Napoli, evidenzia una dipendenza non comune. D’altra parte, le fortune di una squadra dipendono anche dalla qualità dei giocatori. E Sarri ha la possibilità di allenarne uno, Higuain appunto, che con le sue prestazioni può orientare in un senso o l’altro il rendimento dell’intero collettivo. A Genova, si è interrotta la sua serie positiva che durava da tre partite di Serie A: contro Fiorentina, Chievo e Palermo non aveva fallito, a Marassi si è fermato e con lui ha rallentato anche il Napoli, che ha sprecato l’opportunità di agganciare al primo posto Inter e Fiorentina. Niente di compromesso, ovviamente. Anzi, il calendario potrebbe dare una mano significativa alle ambizioni napoletane, perché domenica al San Paolo arriverà l’Udinese, avversario non certo irresistibile, e dopo la sosta ci sarà la trasferta di Verona, contro una squadra che stenta a ritrovarsi.
QUESTIONE DI MODULO Sarà stato casuale, ma resta il fatto che dopo aver cambiato lo schema, passando dal 4-3-1-2 al 4-3-3, Higuain ha cominciato a segnare e il Napoli a vincere. Si è convinto, Sarri, che il tridente offensivo meglio si addice alle caratteristiche dei suoi attaccanti e il lavoro del collettivo è finalizzato a liberare l’estro e la potenza del Pipita. Fin qui, è stato un vero e proprio incubo per i difensori avversari, sotto i suoi colpi sono capitolate difese importanti, come quelle di Juventus, Lazio e Fiorentina. Insomma, lì dove ha potuto, ha colpito con precisione e potenza, da centravanti puro, sostenuto dal grande lavoro degli esterni e dalle intuizioni dei centrocampisti.
RABBIA Il pareggio di Genova, in ogni modo, l’ha contrariato, così come il rigore che gli ha negato Doveri. Un episodio che ha finito per innervosirlo e per condizionarlo. Alla fine, il punto gli sta stretto, anche se i due che mancano sono imputabili agli errori commessi sotto porta dai suoi compagni e dalle prodezze di Perin. Un mezzo stop che, comunque, non modifica per niente le sue ambizioni. Scudetto e classifica cannonieri: certo che si può.