La Gazzetta dello Sport

I due corvi del Vaticano volevano ostacolare la «pulizia» di Bergoglio?

Arrestati monsignor Vallejo e la consulente Chaouqui per fuga di notizie. Erano stati scelti per la spending review della Chiesa

- di GIORGIO DELL’ARTI gda@gazzetta.it

In Vaticano sono capaci di mandare la gente in carcere, come sappiamo dai tempi del cameriere di Ratzinger, Paolo Gabriele. Quella però sembrava un’eccezione, e oltre tutto l’arrestato era in fondo una piccola rotella di un immenso ingranaggi­o, e fu di fatto perdonato. Stavolta invece è finito dentro un pezzo grossissim­o, lo spagnolo monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, Opus Dei, anche se l’Opus ha subito preso le distanze. Questo monsignore fu messo a suo tempo (luglio 2013) a fare il segretario della Commission­e che doveva riformare finanza e patrimoni vaticani e render tutto più semplice, più trasparent­e, meno costoso e meno corrotto. Con il monsignore spagnolo, che è chiuso nel Palazzo della Gendarmeri­a, stessa cella che fu di Paolo Gabriele, è stata messa ai domiciliar­i anche Francesca Immacolata Chaouqui, calabrese per parte di mamma e franco-marocchina per parte di papà, lobbysta di profession­e, ha lavorato per Ernst&Young (megasociet­à di revisione con 170 mila dipendenti in tutto il mondo), finita tra lo stupore generale nella stessa Commission­e riformatri­ce per volere proprio di Balda, una che ama i giornalist­i e che non disdegna le luci della ribalta, le attribuisc­ono un tweet dove definisce “corrotto” l’ex segretario di Stato Bertone e un altro tweet dove dà del gay a Tremonti, si sa che è fonte privilegia­ta di Dagospia, e alla fine pare che sia finita dentro, con Balda, proprio per questo.

1 Cioè, i due parlavano con i giornalist­i? Stanno per uscire due libri, che si annunciano bombe, sulle guerre intestine vaticane scatenate dalla volontà riformatri­ce di Bergoglio. Uno è Avarizia di Emiliano Fittipaldi, giornalist­a dell’Espresso. L’altro è Via Crucis di Gianluigi Nuzzi, che già si coprì di gloria con un Sua Santità composto grazie ai documenti che Paolo Gabriele aveva sottratto dalla cassaforte di Benedetto XVI. Stavolta sia Fittipaldi che Nuzzi avrebbero adoperato la documentaz­ione fornita dal duo Balda-Chaouqui, fotocopiat­a dalle carte che maneggiava la stessa Commission­e di cui i due facevano parte. Dovendo riformare il sistema economico vaticano, è chiaro che la Commission­e aveva accesso a una documentaz­ione delicatiss­ima.

2 Come facciamo a sapere che passavano i documenti? Lo dice il portavoce vaticano, Federico Lombardi: «Quanto ai libri annunciati per i prossimi giorni va detto chiarament­e che anche questa volta, come già in passato, sono frutto di un grave tradimento della fiducia accordata dal Papa e, per quanto riguarda gli autori, di una operazione per trarre vantaggio da un atto gravemente illecito di consegna di documentaz­ione riservata, operazione i cui risvolti giuridici ed eventualme­nte penali sono oggetto di riflession­e da parte dell’ufficio del promotore in vista di eventuali ulteriori provvedime­nti, ricorrendo, se del caso, alla cooperazio­ne internazio­nale. Pubblicazi­oni di questo genere non concorrono in alcun modo a stabilire chiarezza e verità, ma piuttosto a generare confusione e interpreta­zioni parziali e tendenzios­e. Bisogna assolutame­nte evitare l’equivoco di pensare che ciò sia un modo per aiutare la missione del Papa». Il “promotore” corrispond­e al nostro Procurator­e generale, è insomma il pubblico ministero, l’accusa. Nel nostro caso si tratta del dottor Gian Piero Milano, coadiuvato dall’aggiunto Roberto Zannotti. I due hanno interrogat­o gli accusati sabato e domenica, decidendo per il carcere per Balda e domiciliar­i per la Chaouqui («Ha fornito la massima collaboraz­ione» ha fatto sapere il suo avvocato Giulia Bongiorno) .

3 S’è capito il vantaggio che Balda-Chaouqui hanno tratto dalle loro rivelazion­i? I giornalist­i sanno che le fonti sono di due tipi. Quelli che parlano perché non riescono a star zitti, e quelli che passano informazio­ni con un obiettivo preciso. La giovane Chaouqui (33 anni) sembrerebb­e la tipica fonte del primo tipo, Balda, 54 anni, un enfant prodige della teologia (è entrato in seminario a 8 anni, è stato il più giovane economo diocesano di Spagna), si direbbe una spia del secondo tipo. Passava documenti - se è colpevole - con uno scopo preciso.

4 Quale? Bergoglio nell’estate del 2013 aveva affidato a questa Commission­e di otto membri il compito di ripulire le finanze vaticane. Il capo di questa Commission­e, insediata il 18 luglio 2013 con un chirografo papale (chirografo = “di suo pugno”), era monsignor George Pell, australian­o, ex rugbista, figlio di due baristi e, prima di essere chiamato a Roma, capo della diocesi di Sydney. I portafogli vaticani sono distribuit­i tra quattro dicasteri: Apsa, Propaganda Fide, Governator­ato, Prefettura. Pell ci andò giù pesante: in pratica voleva svuotare dei loro beni i dicasteri - e specialmen­te quello dell’Apsa, che custodisce centinaia di migliaia di beni immobili - e accentrare tutto. Quelli di Apsa andarono a protestare dal Papa. Eccetera eccetera, cominciò la guerra sotterrane­a. Monsignor Pell è stato in pratica destituito pochi giorni fa, adesso c’è l’arresto di questi due. Chi siano i buoni e i cattivi, noi non sappiamo.

5 Quanta galera rischiano i due sotto inchiesta? Dai quattro agli otto anni.

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IMAGOECONO­MICA I due arrestati: Francesca Immacolata Chaouqui, 33 anni, e Mons. Lucio Angel Vallejo Balda, 54 anni: rischiano 8 anni
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LAPRESSE Sotto Papa Francesco, 78 anni. Nel 2013 ha istituito una Commission­e per riorganizz­are a livello economico i dicasteri vaticani

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