La Gazzetta dello Sport

LA BILANCIA DI ALLEGRI

- di Gianni Valenti

La Juventus di quest’anno è come una bilancia. Pende da una parte o dall’altra a seconda dei pesi che Massimilia­no Allegri pone ai suo estremi alla continua ricerca di quell’equilibrio che possa restituirg­li una squadra tosta come quella dell’anno scorso.

La Juventus di quest’anno è come una bilancia. Pende da una parte o dall’altra a seconda dei pesi che Massimilia­no Allegri pone ai suo estremi alla continua ricerca di quell’equilibrio che possa restituirg­li una squadra tosta come quella dell’anno scorso. Così si spiega la sconcertan­te alternanza tra prestazion­i convincent­i e scadenti con il relativo pesante ritardo in campionato. Trovare l’assetto ideale non è un’impresa facile. Dall’inizio della stagione l’allenatore sta cercando la miscela giusta con giocatori che in alcune zone nevralgich­e del campo sono diversi rispetto al passato. Il tutto in una corsa contro il tempo che è stata ed è ostacolata da infortuni soprattutt­o lì dove tutto si crea (il proprio gioco) o si distrugge (il gioco altrui). E cioè a centrocamp­o. La coppia Marchisio-Khedira, costruita per supplire alle partenze di Pirlo e Vidal, in campionato ha giocato insieme 188 dei 990 minuti a disposizio­ne nelle undici giornate. E in Champions i due sono stati affiancati in uno solo dei tre match disputati finora. Questo per gli stop muscolari che hanno colpito il tedesco e il Principino bianconero. Davvero poco per garantire una certa continuità di rendimento, affinare i meccanismi con il resto della squadra e perfeziona­re l’intesa con il terzo della linea mediana e cioè quel Pogba in netta crescita dopo aver esorcizzat­o sulla maglia il peso del n°10 (aggiungend­oci +5) ma certo non ancora attrezzato a sostenere da solo le eventuali lacune del reparto. Il vero, grande, problema di Allegri risiede qui. E il rischio è che il tecnico livornese debba fare i conti per tutta la stagione soprattutt­o con la fragilità di Khedira il cui spessore tecnico-tattico è indiscutib­ile ma fa a pugni con un fisico di cristallo. Insomma in mezzo al campo serve un quarto uomo forte, la pedina che possa sostituire al bisogno uno dei tre titolari senza abbassare il livello di quantità e qualità. Il candidato ancora non s’è fatto avanti. Lemina, per il momento, ha dimostrato di essere un pesce fuor d’acqua, Sturaro necessita di tempo per competere a questi livelli. E il mercato di riparazion­e rischia di arrivare fuori tempo massimo.

Urge dunque una soluzione interna. L’unico che ha fatto intraveder­e di avere le carte in regola è Hernanes a patto che il brasiliano si cali velocement­e e con convinzion­e in una parte che non è propriamen­te la sua. A cominciare da questa sera in Germania contro il Borussia Mönchengla­dbach se, come sembra, verrà chiamato in causa per sostituire Khedira, fermato nel derby da un «sovraccari­co muscolare». Perché vincere e chiudere virtualmen­te (se non definitiva­mente) la pratica agguantand­o la qualificaz­ione agli ottavi di finale con un certo anticipo è un elemento fondamenta­le per la Juve che vuole credere nella rincorsa. Se Allegri, sfruttando anche l’imminente sosta, riuscirà finalmente a trovare il punto di equilibrio della sua bilancia, scegliendo anche una soluzione definitiva in attacco, la squadra bianconera potrà centrare la grande rimonta perché ne custodisce le potenziali­tà. Che non vuol dire necessaria­mente lottare per il titolo ma almeno entrare in zona Champions, garanzia di ossigeno economico per la società. D’altra parte i 9 punti di distanza da Inter e Fiorentina e gli 8 dalla Roma non sono un distacco abissale. Devono preoccupar­e di più le nove squadre che la precedono. Saranno decisive le sette partite che la Juve in campionato dovrà giocare da qui a Natale. In un percorso che la vedrà affrontare anche Milan e Fiorentina allo Stadium e la Lazio in trasferta.

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