LA BILANCIA DI ALLEGRI
La Juventus di quest’anno è come una bilancia. Pende da una parte o dall’altra a seconda dei pesi che Massimiliano Allegri pone ai suo estremi alla continua ricerca di quell’equilibrio che possa restituirgli una squadra tosta come quella dell’anno scorso.
La Juventus di quest’anno è come una bilancia. Pende da una parte o dall’altra a seconda dei pesi che Massimiliano Allegri pone ai suo estremi alla continua ricerca di quell’equilibrio che possa restituirgli una squadra tosta come quella dell’anno scorso. Così si spiega la sconcertante alternanza tra prestazioni convincenti e scadenti con il relativo pesante ritardo in campionato. Trovare l’assetto ideale non è un’impresa facile. Dall’inizio della stagione l’allenatore sta cercando la miscela giusta con giocatori che in alcune zone nevralgiche del campo sono diversi rispetto al passato. Il tutto in una corsa contro il tempo che è stata ed è ostacolata da infortuni soprattutto lì dove tutto si crea (il proprio gioco) o si distrugge (il gioco altrui). E cioè a centrocampo. La coppia Marchisio-Khedira, costruita per supplire alle partenze di Pirlo e Vidal, in campionato ha giocato insieme 188 dei 990 minuti a disposizione nelle undici giornate. E in Champions i due sono stati affiancati in uno solo dei tre match disputati finora. Questo per gli stop muscolari che hanno colpito il tedesco e il Principino bianconero. Davvero poco per garantire una certa continuità di rendimento, affinare i meccanismi con il resto della squadra e perfezionare l’intesa con il terzo della linea mediana e cioè quel Pogba in netta crescita dopo aver esorcizzato sulla maglia il peso del n°10 (aggiungendoci +5) ma certo non ancora attrezzato a sostenere da solo le eventuali lacune del reparto. Il vero, grande, problema di Allegri risiede qui. E il rischio è che il tecnico livornese debba fare i conti per tutta la stagione soprattutto con la fragilità di Khedira il cui spessore tecnico-tattico è indiscutibile ma fa a pugni con un fisico di cristallo. Insomma in mezzo al campo serve un quarto uomo forte, la pedina che possa sostituire al bisogno uno dei tre titolari senza abbassare il livello di quantità e qualità. Il candidato ancora non s’è fatto avanti. Lemina, per il momento, ha dimostrato di essere un pesce fuor d’acqua, Sturaro necessita di tempo per competere a questi livelli. E il mercato di riparazione rischia di arrivare fuori tempo massimo.
Urge dunque una soluzione interna. L’unico che ha fatto intravedere di avere le carte in regola è Hernanes a patto che il brasiliano si cali velocemente e con convinzione in una parte che non è propriamente la sua. A cominciare da questa sera in Germania contro il Borussia Mönchengladbach se, come sembra, verrà chiamato in causa per sostituire Khedira, fermato nel derby da un «sovraccarico muscolare». Perché vincere e chiudere virtualmente (se non definitivamente) la pratica agguantando la qualificazione agli ottavi di finale con un certo anticipo è un elemento fondamentale per la Juve che vuole credere nella rincorsa. Se Allegri, sfruttando anche l’imminente sosta, riuscirà finalmente a trovare il punto di equilibrio della sua bilancia, scegliendo anche una soluzione definitiva in attacco, la squadra bianconera potrà centrare la grande rimonta perché ne custodisce le potenzialità. Che non vuol dire necessariamente lottare per il titolo ma almeno entrare in zona Champions, garanzia di ossigeno economico per la società. D’altra parte i 9 punti di distanza da Inter e Fiorentina e gli 8 dalla Roma non sono un distacco abissale. Devono preoccupare di più le nove squadre che la precedono. Saranno decisive le sette partite che la Juve in campionato dovrà giocare da qui a Natale. In un percorso che la vedrà affrontare anche Milan e Fiorentina allo Stadium e la Lazio in trasferta.