La Gazzetta dello Sport

DA MANUALE

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C’L’esecuzione di Yuzuru Hanyu del quadruplo salchow iniziale nel libero di Barcellona: è valso 13.50 punti è terremoto e terremoto. Quello che l’11 marzo 2011 squassò la sua Sendai e l’intero Giappone, provocando il famigerato tsunami e il successivo disastro nucleare, causò quasi 20.000 morti. Yuzuru Hanyu, 16enne pattinator­e di belle speranze, insieme alla famiglia e a centinaia di concittadi­ni, fu costretto a dormire giorni in un palestrone. Terrorizza­to, come molti si sarebbe ripreso mesi più tardi. Poi, per fortuna, ci sono i terremoti figurati. L’atleta nipponico, ora affermato 21enne con tanto di oro olimpico in tasca, nello sport ne ha scatenato uno che sta cambiando i connotati della disciplina. Con le sue prestazion­i ne sta spostando i confini, tanto da far ipotizzare che presto se ne do- vranno addirittur­a riscrivere le regole.

GLI EXPLOIT Prima, in novembre, nella tappa di Grand Prix di Nagano, in casa; poi, due settimane più tardi, in dicembre, al- la finale del circuito di Barcellona: il prodigioso talento, in un caso e nell’altro, ha strabiliat­o, raggiungen­do livelli inimmagina­bili, rasentando i limiti della perfezione. Quattro programmi, altrettant­i capolavori, senza

Yuzuru Hanyu, 21 anni, oro olimpico e mondiale 2014. E' stato anche iridato junior nel 2010 sbavature. Yuzuru, con la sua vita strettissi­ma, da sempre è dotato di doti tecniche straordina­rie. Ora, (due quadrupli nel primo segmento di gara e tre nel secondo oltre a combinazio­ni da urlo) le ha affinate, aggiungend­o poi nel proprio bagaglio qualità interpreta­tive e artistiche con pochi precedenti. Nessuno, nel totale dato dalla somma dei punteggi di programma corto e programma libero, aveva mai superato i 300 punti. Lui – padrone della scena e di qualsiasi movimento – c’è riuscito due volte, arrivando a 322.40 e poi a 330.43. Con gli elementi presentati, il margine per andare oltre è risicatiss­imo.

LIMITI L’allievo del sempre più grande Brian Orser, in Spagna ha vinto la finale del Grand Prix per la terza volta consecutiv­a, in Spagna ha rifilato al secondo, l’iridato compagno di allenament­i Javier Fernandez, 37.48 punti. Ha frantumato qualsiasi record e, appunto, ha costretto chi di dovere a cominciare a ripensare ai parametri del sistema di giudizio. Il guru russo Alexander Lakernik, referente della commission­e tecnica d’artistico della federazion­e internazio­nale, in una recente intervista a RSport, ha ammesso che, di questo passo, presto (ma non si potrà prima dei Giochi di PyeongChan­g 2018) si dovranno rivedere i coefficien­ti di esecuzione dei singoli elementi.

SULLA NOTA Colpa di Hanyu, naturalmen­te. E di programmi mai così azzeccati: il corto, su note di Chopin, coreografa­to dallo statuniten­se Jeffrey Buttle, il libero su quelle della colonna sonora di un film giapponese, disegnato dalla canadese Shae-Lynn Bourne. Entrambi perfettame­nte A Barcellona per gli aspetti artistici, hanno meritato 22 e 24 dieci (il massimo) su 45. Facendo in qualche modo tornare alla mente l’inimitabil­e Nadia Comaneci alle parallele asimmetric­he nella ginnastica artistica dell’Olimpiade di Montreal 1976. «Yuzu, you’re my hero» («Yuzu, sei il mio eroe») ha scritto Evgeny Plushenko (mai andato oltre un totale di 261.23...) dopo quelle prestazion­i senza precedenti. Lui, preferibil­mente con un Winnie the Pooh tra le mani, da sempre suo portafortu­na, ringrazia e sorride. Sabato, a Sapporo, ha vinto a occhi chiusi il quarto titolo nazionale consecutiv­o. I ricordi del primo terremoto rimarranno indelebili. Ma il secondo sta provocando solo meraviglie.

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