La Gazzetta dello Sport

Miracolo a Baires: risorge il Gasometro

Tifosi del San Lorenzo ricomprano il terreno dello stadio cancellato da un Carrefour: sarà intitolato al Papa

- Martin Mazur BUENOS AIRES GIOVEDÌ 31 DICEMBRE 2015

ra Natale e Capodanno, con 35 gradi all’ombra, Buenos Aires è una città fantasma. In alcuni quartieri manca persino l’elettricit­à. Ma c’e una gigantesca fonte di luce e speranza che si avverte mentre ci si avvicina ad Avenida La Plata 1700, quartiere di Boedo, casa storica del San Lorenzo. « Volvemos », si legge sugli striscioni rossoblù appesi tra alberi e balconi centenari, testimoni della fondazione, della caduta e della rinascita di una delle cinque grandi dell’Argentina. «Torniamo». L’epicentro del bigbang di Natale è un supermerca­to, il Carrefour. O lo era, meglio parlare al passato. Qui c’era il Gasómetro, ricordato come il Wembley portegno. Lo stadio che i tifosi cuervos avevano imparato ad amare. Quello dove andava Papa Francesco, ovvero il piccolo Jorgito Bergoglio, per mano a suo padre, a vedere le prodezze di Pontoni, Farro e compagnia. Lo stadio che vide il Nene Sanfilippo (quinto cannoniere storico del calcio argentino) segnare quasi come Messi al Camp Nou.

TERRA RUBATA Il 26 dicembre, la Carrefour ha accettato l’offerta del San Lorenzo di recuperare la terra storica, confiscata nel 1979 durante la dittatura di Videla. Il pretesto fu un’autostrada poi mai costruita. Ma poco tempo dopo lo stadio demolito diventò un supermerca­to. Fallito, il San Lorenzo andò in Serie B, e per un lungo decennio, ad ogni partita, doveva sopportare la derisione dei tifosi avversari. «Sono andato nel tuo stadio e ho comprato frutta e verdura / Tutti hanno uno stadio, tu hai un negozio alimentare», diceva uno dei cori più famosi, mentre il popolo azulgrana doveva affittare la Bombonera per giocare le partite casalinghe. Nel 1993, il San Lorenzo finalmente riuscì a costruirsi uno stadio, il Nuevo Gasómetro. Un posto distante e freddo, tra i più pericolosi di Buenos Aires, accanto al bunker dei narcos, che tuttavia è riuscito a vedere l’incoronazi­one dei cuervos dopo 21 anni senza trofei: 4 titoli locali (1995, 2001, 2007 e 2013) e 3 internazio­nale, i primi della storia, Mercosur 2001, Sudamerica­na 2002 e la Libertador­es 2014. Ma l’ossessione del ritorno a Boedo non è mai passata, con manifestaz­ioni davanti all’ambasciata di Francia e 110 mila tifosi a protestare a Plaza de Mayo. Il Comune di Buenos Aires aveva dato l’ok all’accordo tra Carrefour e San Lorenzo nel novembre 2012, e da allora i tifosi, da Viggo Mortensen al presidente Ma- tias Lammens, si sono tassati per pagare il terreno. Mentre altre squadre compravano calciatori, il San Lorenzo comprava metri quadri di campo: 35.667 in tutto, venduti a 2880 pesos (200 euro) l’uno. In totale, 150 milioni di pesos, poco più di 10 milioni di euro. PROTEZIONE Ma il 23 dicembre, ad offerta già stata concretizz­ata, la Carrefour l’ha trovata inadeguata. La risposta è stata una rivolta popolare, con i tifosi che hanno bloccato gli accessi al supermerca­to. Alla fine è arrivata la fumata bianca, salutata da Boedo al Vaticano. La gioia è stata tale che in 72 ore sono stati acquistati altri 1000 mq. «Se continuiam­o così, non avremo bisogno nemmeno del mutuo » , ha twittato Lammens. Avendo già un Vecchio e un Nuovo Gasometro, il prossimo verrà chiamato Papa Francesco. Da quando Bergoglio è diventato Papa, il San Lorenzo ha vinto la prima Libertador­es, inseguita 54 anni, e ora torna a casa, dopo un esilio di 36: nel parcheggio vuoto del Carrefour, i cuervos sognano i gol del futuro, non più quelli passato.

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Il centro commercial­e costruito proprio al posto del Gasometro
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Il vecchio Gasometro, lo stadio storico del San Lorenzo

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