Campionato
Il croato ha segnato una sola rete nel 2016 dopo l’avvio sorprendente Ora Sousa lo rivuole vero bomber
I bianconeri tra oggi e domani (se il Napoli a Roma fa meno punti) possono chiudere il discorso scudetto. Ma c’è di mezzo la tradizionale rivale: la Fiorentina
Anche Dario Argento, maestro del brivido, si spaventerebbe a leggerli tutti di fila. Un gol segnato in tutto il 2016, zero messi a segno al Franchi negli ultimi quattro mesi, sempre zero nell’anno solare corrente quando è partito titolare. Il lungo momento horror di Nikola Kalinic, però, va anche spiegato. E soprattutto contestualizzato. Perché messi così, freddamente nero su bianco, i numeri del croato lo porterebbero dritto in quella categoria di bomber annacquati che la Gialappa’s Band chiamava «Fenomeni Parastatali». Mentre Kalinic ha dimostrato a lungo di essere un attaccante moderno e devastante. In grado di caricarsi il peso del reparto sulle spalle, segnando e difendendo
con la stessa vorace continuità. Si è un po’ perso, Nikola. Tocca a lui ritrovarsi.
LOGORATO Nella partita prima di Natale, al Franchi contro il Chievo, Kalinic segnava l’undicesimo gol del suo straordinario campionato. Quattro mesi trascorsi a correre ovunque, prender botte, spedire il pallone in porta. Una delle sorprese più accecanti di tutta la Serie A. Tra i momenti maggiormente significativi dell’esperienza fiorentina, si ricorda la tripletta a San Siro contro l’Inter e la doppietta «rovescia risultato», partendo dalla panchina, contro l’Empoli. Dopo aver fatto il pieno di complimenti e bei voti, è arrivato il grande vuoto. Motivi? Molteplici. Su tutti un calo fisico piuttosto logico, avendo
iniziato il campionato in Ucraina quando in Italia la stagione era ancora in embrione. Non fermandosi mai e sfruttando inizialmente una condizione straripante che, per definizione, non può durare per sempre. Senza dimenticare che tutta la Fiorentina, non solo lui, si è avvitata su se stessa negli ultimi tempi. Dopo i quattro mesi a tutto gas, quindi, ecco i quattro sotto il livello minimo di velocità. Un solo acuto, a Bergamo contro l’Atalanta partendo dalla panchina (dodicesimo centro in Serie A), in quella che a conti fatti resta anche l’ultima vittoria esterna della Viola. Era il 21 febbraio scorso.
IMPRESCINDIBILE Il materiale però è prezioso e il centravanti di stoffa ne ha da vendere. Lo sa Paulo Sousa, che tanto ne ha caldeggiato l’acquisto. Lo sanno i tifosi, che mai ne hanno messo in discussione importanza e valore. Zero fischi, zero dubbi, stima totale. Mercoledì ad Udine Kalinic è partito dalla panchina proprio per poter dar tutto stasera. Il sostituto, Zarate, è stato il migliore in campo e proverà fino alla fine a conquistarsi uno spazio in squadra. Al posto, o al fianco, del croato. Kalinic risorgerà, questa è una certezza. Sul quando permangono i dubbi. Certo, pensano a Firenze, difficile possa esserci occasione migliore di stasera. Da film horror a finale thrilling. Anche Dario Argento ne sarebbe fiero.