La Gazzetta dello Sport

Strangers in the night La prima partita di A senza italiani titolari

Solo nella ripresa sono entrati Pasquale, Eder e D’Ambrosio Dall’inizio c’erano almeno Mancini, De Canio e l’arbitro Celi...

- Luca Taidelli

Pare che Inter-Udinese fosse l’anticipo della 35a giornata del campionato italiano di Serie A. Pare, perché tra i 22 titolari non c’era nemmeno un giocatore nato nel nostro Paese. Solo stranieri in campo, una cosa mai vista. Ci si può consolare col fatto che questa scelta cosmopolit­a l’hanno pur sempre fatta lo jesino Roberto Mancini e il materano Luigi De Canio. Che avrebbero potuto puntare l’uno su D’Ambrosio, Santon o anche solo sull’oriundo Eder, l’altro su Lodi, l’ex Pasquale o Domizzi, uno dei peggiori in campo all’andata.

BABELE E PROPRIETÀ Invece in campo c’è un’incredibil­e torre di Babele, un mix di razze e lingue (vince il portoghese, con tre brasiliani per squadra e il lusitano Bruno Fernandes), e l’unico a parlare italiano «originale» è l’arbitro Domenico Celi, della sezione di Bari. Per la verità un epiteto molto nostrano (ma porca...) finisce in mondovisio­ne, pronunciat­o da Mancini dopo il

golazo del francese Thereau allo sloveno Handanovic. Resta il fatto che ieri è stata fatta la storia, perché nell’ultracente­naria vicenda del massimo campionato italiano non si erano mai viste dal 1’ due squadre formate tutte da stranieri. Nei principali tornei europei invece è la seconda volta che succede: la prima fu un Portsmouth-Arsenal del 30 dicembre 2009. E forse non è un caso che a San Siro ci fossero di fronte due squadre internazio­nali nella vocazione (una anche nel nome), con due proprietar­i come Erick Thohir e Giampaolo Pozzo, che hanno le mani anche su DC United, Granada e Watford. Thohir tra l’altro in tribuna era circondato dal suo management di matrice anglosasso­ne (oltre all’argentino Zanetti) e dalla delegazion­e cinese di Suning. E, manco avesse fiutato

l’aria poco di casa, mancava Massimo Moratti.

TENDENZA PREOCCUPAN­TE

Battute a parte, il record di ieri altro non è che la fotografia di un movimento che, malgrado la riforma Figc entrata in vigore proprio in questo campionato (rose con massimo 25 giocatori, con 4 formati in Italia e 4 formati nel proprio vivaio), lascia sempre meno spazio ai talenti di casa. Per la disperazio­ne del c.t. Conte e di chi lo sostituirà. Del resto la A è l’unico campionato con una maggioranz­a (56,1%) di stranieri nelle proprie rose. Una tendenza chiara dalla prima giornata, quando tra i titolari c’erano 165 stranieri, in rappresent­anza di 42 nazioni. Microscopi­ca consolazio­ne. Durante la gara sono entrati Pasquale, l’italobrasi­liano Eder (addirittur­a in gol) e D’Ambrosio. Ma soprattutt­o al triplice fischio Thohir ha esultato come il più caldo e nostrano dei tifosi.

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