La Gazzetta dello Sport

Matthäus: «I nerazzurri mi fanno sempre soffrire Per la Champions è tardi»

Il tedesco: «Peccato per i punti persi dai nerazzurri a inizio 2016 Ancelotti al Bayern? È un grande allenatore, ottima decisione»

- Iacopo Iandiorio INVIATO A LONDRA

Anche a distanza, da Budapest (dove vive) o da Londra (dove lo incontriam­o), Lothar Matthäus soffre per la sua Inter. «Sì soffro sempre tanto. Peccato perché era partita così bene questa stagione…». Oggi l’ex leader dell’Inter di Trap e dei record fa l’opinionist­a per Sky Germania e Itv inglese: «Vivo a Budapest dove sono stato c.t., mi piacciono il mio lavoro e la città, non intendo tornare in panchina».

Il ricordo più bello di Milano?

«Il gol al Napoli di Maradona nel match decisivo per lo scudetto del 1989: venne giù San Siro…. Fu il gol che assegnò il titolo (mancavano 4 turni e l’Inter andò a +9 sul Napoli, ndr). I tifosi in generale sono ciò che mi ha sorpreso di più, sono rimasti di più nel mio cuore, caldi, pazzi...».

È ancora in contatto con i suoi vecchi compagni?

«Con qualcuno, per esempio ho incontrato Walter Zenga a Dubai. Ogni tanto mi sento con Bergomi, mio “collega” per Sky».

Torniamo all’Inter di oggi.

«Sì, si soffre. Peccato che fra gennaio e febbraio abbia perso molti punti e non abbia vinto tante gare, perché era partita bene. Ora sta giocando un po’ meglio ma è troppo tardi per un posto in Champions».

A proposito, le sue favorite per la Champions di quest’anno?

«Io ovviamente tifo Bayern, avendo giocato a lungo lì. Ma è favorito per la storia, i risultati e quanto fatto vedere in questo torneo. Ma anche le altre squadre sono toste, a questo punto non è facile vincere. Vedi quel che è successo a Barcellona o IL RICORDO PIÙ BELLO DI MILANO? IL GOL SCUDETTO AL NAPOLI DI DIEGO LOTHAR MATTHÄUS EX INTER, 1988-1992 Psg: sembravano favorite e sono uscite. Ma il Bayern ha quasi vinto la Bundesliga e si può concentrar­e sulla Champions».

Cosa pensa sia successo al Barça nell’ultimo mese? E di Zidane tecnico del Real?

«Non lo so, non vivo in Spagna… Certo, 4 match senza vittorie in Liga e 3 k.o. di fila sono stati una grande sorpresa. Forse il limite del Barça è che sa giocare solo uno stile di calcio, non ha mai cambiato il sistema di gioco né i calciatori, che sono sempre gli stessi. Forse era troppo sicuro di aver già vinto la Liga e si è rilassato, si è focalizzat­o sull’Europa. Solo che ha trovato un rivale, l’Atletico, molto forte, che conosce bene il Barça e i suoi limiti».

«I risultati parlano per lui, e io sono stato felice di vederlo sulla panchina del Real. Perché è stato un grandissim­o giocatore, con grande personalit­à, ha vinto tanto e può mostrare ai giovani come si gioca a calcio e cosa fare per essere grandi».

Che cos’ha cambiato Guardiola nello stile del Bayern?

«A Monaco ha portato un po’ di modello Barcellona; il Bayern però già possedeva un po’ di quel gioco, ora è più veloce, specie negli scambi. Pep però ha bisogno di giocatori molto intelligen­ti per il suo sistema:cambia di continuo schemi e nella stessa partita».

Di Ancelotti, l’erede, che dice?

«Lo ricordo come grande giocatore, era il cervello del Milan di Sacchi e dell’Italia, ha fatto grandi risultati con ottimi club come Chelsea, Psg, ha vinto la Champions col Real. E alcuni suoi giocatori mi hanno detto che non solo è un grande coach ma ha pure un grande cuore, ha buoni rapporti con tutti, anche con chi va in panchina. Lui dopo Guardiola è un’ottima decisione».

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