E il pupillo Bulega batte il Dottore Davanti dopo 5 GP
Nicolò, deb della Sky VR46, più precoce di Vale: «Che gioia, pole insieme. Prima lo guardavo in tv»
Meglio di Valentino Rossi. «Io avevo conquistato la prima pole della carriera alla nona gara, lui ci è riuscito alla quinta: è tanta roba, qualcosa di speciale. Speriamo continui così» si complimenta il campione di Tavullia, particolarmente orgoglioso di vedere Nicolò Bulega, uno dei pupilli della sua VR46 Academy, davanti a tutti in Moto3. Davvero un’impresa straordinaria quella di Nicolò, capace di rifilare 213 millesimi a Brad Binder e 455 a Jorge Navarro: una vita su questa pista e in questa categoria. «Nicolò ha un grande talento e non è solo veloce: è molto preciso in quello che chiede, capisce tutto quello che gli spieghi. E’ molto aggressivo nella guida: sembra sempre al limite, in realtà non lo è, sa gestire le situazioni e in gara è lucido» lo inquadra il suo capo tecnico Claudio Magiotta.
PREDESTINATO Sedici anni, di
Montecchio Emilia ( Reggio Emilia), Bulega è il classico predestinato: quando aveva due anni, viveva già nell’ambiente delle moto, perché papà Davide, ex pilota in 125 e 250, aveva un team in SBK e nel 2013 non ha esitato a costruire una squadra per far correre il figlio, che quell’anno conquistò il campionato italiano preGP. «Se sono qui oggi è soprattutto grazie a lui» è il riconoscimento di Nicolò, che fin da quando ha iniziato a correre, è seguito su ogni pista oltre che dal papà, anche da mamma Nathalie (tedesca di Berlino, ma cresciuta a Rimini). «Il nostro è un patto di sangue: noi tre formiamo un team e sempre lo formeremo» dice con giusto orgoglio Davide, decisamente più emozionato del figlio. «In questo è come suo mamma, ha un po’ di sangue tedesco: è freddo, quadrato, sa perfettamente quello che vuole. Sono io quello che si commuove».
INDIMENTICABILE Che Nicolò andasse veloce lo si era capito da tempo, ma che fosse così forte non era facilmente prevedibile. In Qatar, al debutto nel mondiale dopo aver fatto la wild card a Valencia nell’ultimo GP del 2015, era stato capace di stare al comando e di giocarsi la vittoria, prima di concludere sesto, esattamente come fece Rossi nella sua prima gara iridata, a Suzuka nel 1996. «La differenza è che io allora ero felicissimo, Nicolò, invece, era arrabbiato» svela Valentino: un dettaglio che la dice lunga sul carattere del ra- gazzino. Nei primi tre GP, su piste per lui sconosciute, ha cominciato a mettere le basi, per poi esplodere a Jerez, dove nel 2015 conquistò la sua prima vittoria nel CEV, campionato difficilissimo conquistato al primo tentativo. «Non speravo in un risultato così, ma sapevo che sarei potuto essere competitivo: per me è una soddisfazione incredibile, ho conquistato la mia prima pole assieme a Valentino. Fino all’anno scorso guardavo il motomondiale in TV, adesso sono qui davanti a tutti: incredibile» gioisce, ma non stupito più di tan- to. Il cronologico dice che ha il passo per giocarsi la vittoria.
MORBIDELLI Il trionfo italiano poteva essere completo, ma un ritrovato Franco Morbidelli si è visto sfuggire la pole per appena 72 millesimi. Un distacco minimo da Sam Lowes, capoclassifica iridato e pilota del team Gresini: la Moto2 è così equilibrata che tra Lowes e Morbidelli ci sono anche Folger e Cortese. Ottima prestazione di Baldassarri (6°), Corsi (8°) e di Luca Marini (11°), mai così avanti in prova.
«SE OGGI SONO NEL MONDIALE DEVO RINGRAZIARE MIO PADRE» NICOLÒ BULEGA 16 ANNI