La Gazzetta dello Sport

Decide Perisic Croazia prima Così ci toccano già i campioni

E l’interista rimontano Morata e sorpassano gli spagnoli. Lunedì a Parigi si rigioca la finale di 4 anni fa

- Sebastiano Vernazza INVIATO A BORDEAUX (FRANCIA) @SebVernazz­a

Sempre loro, i nostri cari fratelli spagnoli. La Croazia batte la Spagna, relega le Furie al secondo posto del raggruppam­ento e così per la terza volta di fila l’Italia affronterà i rossi in una fase finale dell’Europeo: 2008, 2012 e adesso, 2016. Lunedì a Saint Denis andrà in scena un grande classico del calcio europeo e non c’è da stare allegri, perché nelle ultime puntate ufficiali le abbiamo sempre prese. Brucia ancora la ferita della finale di Kiev: zero a quattro e tanti saluti.

PRIMA DI ESULTARE… Per quello che si è visto a Bordeaux ci sono dei margini, ma prima di esultare per aver evitato la Croazia, altra nostra tradiziona­le e difficile avversaria, ieri sera in versione extra-large nonostante in panchina languisser­o giocatori del livello di Modric, Mandzukic e Brozovic, prima di esclamare «l’abbiamo scampata bella, la Croazia ci avrebbe creato più problemi», contate fino a dieci. Perché sotto le macerie di una fase difensiva indecente, a tratti — per esempio per quasi tutto il primo tempo — si è rivista la solita Spagna maestra di tecnica e possesso. Non siamo stati fortunati: Croazia o Spagna, in ogni caso saremmo capitati male. Il nostro ottavo assomiglia a una semifinale, ragion per cui se ce la faremo a quel punto nulla ci metterà più paura. CONTRADDIZ­IONI Chiamiamol­e contraddiz­ioni. Primo tempo da vecchia Spagna, per giropalla e qualità di tocco. Senza Xavi, il vapore spagnolo l’ha capitanato Fabregas. Lanci, intuizioni, assist, intelligen­za: il cervellone del Chelsea ha dato fondo al suo repertorio, beato Conte che a breve se lo godrà in Premier League. L’asse David Silva-Fabregas, tutto un frullare e mulinare di idee, ha fatturato il primo gol, che va attribuito a Morata per il tocco dell’ormai ex juventino a due passi dalla linea. Per 45 minuti manovre ariose, ma scricchiol­ii in fase difensiva. Ramos ha devoluto palloni e ha fatto lo spettatore sulla genialata di Kalinic, il tacco dell’1-1 croato. Piqué ha basculato senza la giusta cattiveria, Juanfran si è fatto ammaliare da Perisic. La Spagna non subiva gol da dieci partite e nella fase finale di un Europeo dalla prima gara dell’edizione 2012, rete Di Natale. Si vede che ci vuole «italianità» per violare la porta spagnola, l’1-1 croato è stato frutto di una co-produzione della nostra Serie A: Perisic dell’Inter ha im- boccato Kalinic della Fiorentina. A fine primo tempo, però, nulla lasciava presagire quel che sarebbe accaduto nella ripresa.

RIBALTAMEN­TO Si pensava che la Spagna avrebbe congelato l’1-1, ma i secondi 45 minuti hanno preso un andazzo diverso per via della veemenza della Croazia, ritornata in campo con lo spirito di chi non ne voleva sapere di incontrare l’Italia, perché il discorso di base sull’avversario da affrontare agli ottavi si può rovesciare,

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AFP La disperazio­ne dell’attaccante della Juventus Alvaro Morata, 23 anni, dopo la sconfitta

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