La Gazzetta dello Sport

Cleveland, vita nuova con LeBron

L’etichetta di «errore sul lago», non vinceva titoli da mezzo secolo. Col ritorno di James la città è rifiorita: mercato immobiliar­e al top, negozi e locali alla moda dove c’era il degrado

- Davide Chinellato INVIATO A CLEVELAND (USA)

Tifosi in festa in una delle principali vie di Cleveland Nell’attesa dell’arrivo dei campioni all’aeroporto, si rivede l’ultimo atto del match sul maxischerm­o Cartelli che inneggiano a LeBron La discesa dei Cavs con LeBron festante La gioia di un tifoso che dà il «5» alle persone in auto Gloria anche per la mascotte Moondog

La coda al negozio dei Cavs avvolge quasi due lati della Quicken Loans Arena. Si entra a gruppi di 5-6, dando il cinque all’addetto alla sicurezza che gestisce il traffico. È la prima mattina d’estate, e Cleveland sta ancora familiariz­zando con una parola che non sentiva da 52 anni: campioni. I Cavs hanno spezzato la maledizion­e, hanno riportato un titolo in questo bistrattat­o angolo di Ohio che ha imparato a soffrire sportivame­nte e a lavorare in silenzio per ritornare uno dei motori d’America. «C’è sempre stato un senso di sconfitta nella cultura di Cleveland. Quella sensazione se ne è andata domenica sera, quando è suonata la sirena e LeBron ci ha portato il titolo. È stato un grande sollievo, qualcosa di cui andare orgogliosi» racconta Liam, autista di Uber sulla trentina, dopo aver proclamato con fierezza di essere nato e cresciuto in città.

LA RINASCITA Il titolo vinto da LeBron e la convention del par- tito repubblica­no col carrozzone Donald Trump in arrivo a fine luglio (non succedeva dal 1936) sono i fiori all’occhiello della rinascita di Cleveland. Dimenticat­e «The Mistake on the Lake», l’odiata etichetta di errore sul lago che questa città di quasi mezzo milione di abitanti ha appiccicat­o addosso da quando, a fine Anni 50, ha smesso di essere uno dei motori d’America dopo esserlo stata per quasi un secolo. Cleveland oggi è una città che rifiorisce: i vecchi edifici in centro sono stati restaurati e riconverti­ti in hotel trendy o in loft che si vendono prima ancora di essere completati. La vita su 4th Street è vivace come lo può essere in una città di provincia, il casinò che sorge davanti al megaega po-poster di LeBron James di spalle, con indosso la 23 dei Cavsavs e la scritta Cleveland sulla schiena,chiena, assicura un po’ di brivido.o. E anche se alcune mattine l’odore intenso dell’acciaio lavorato vorato nelle fabbriche che la circondaco­ndano penetra ancora pungenteng­ente nelle narici, attorno a down-downtown quartieri una volta malfa-malfamati vengono riconverti­titi in zone residenzia­li come Tremontmon­t o alla moda come Ohio City.

ORGOGLIO La rinascita economica è cominciata 5-10 anni fa, il ritorno di LeBron nel 2014 ha dato una forte accelerata, con nuovi investimen­ti che hanno ripopolato di locali e negozi il quartiere intorno all’arena (e allo stadio degli Indians, la squadra di baseball che ha dato il suo contributo alla maledizion­e) puntando sul crescente interesse attorno alla squadra. Cleveland sta ritirando fuori tutto il suo orgoglio: un’insegna in centro riricorda che nel 1914 su Euclid AvenueAve si è accesoso il primo semaforo;sema l’orchestras­tra sinfonica, la Rock ’ n Roll Hall of Fame e la qqualità del serviziovi­zio sanitario sonoso le cose di cui andare fieri. SSe il titolo dei Browns nel footballfo­otba nel 1964 fu il simbolo della fine,f quello di LeBron e compagnico­mpag rappresent­ata il nuovo inizio.ini Vincere è

una sensaziose­nsazione nuova per chi a Cleveland ha meno di 55 anni. In città una persona su quattro indossa il Wine&Gold dei Cavs o la maglia nera scelta per gara-6. All’aeroporto lunedì si sono presentati in ventimila per accogliere LeBron e compagni; alla parata di oggi per celebrare la vittoria Nba sono attese quasi un milione di persone. Non si parla d’altro, di come la sfilata di LeBron e compagni sia l’evento da non perdere, quello a cui nessuno vuole mancare.

TROFEO Quando King James sfilerà lungo 9th street, dalla Quicken Loans Arena in centro al Cleveland Center, quasi sul lago, con il Larry O’Brien Trophy da mostrare come trofeo ai suoi sudditi, Cleveland dimentiche­rà definitiva­mente la sua maledizion­e, la sua cattiva fama, tutto quello che è stata nell’ultimo mezzo secolo. E diventerà la città dei campioni.

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